Nuova agitazione indetta dal sindacato USB per venerdì 10 novembre nelle aziende pubbliche. A rischio saranno la sanità, le scuole e soprattutto i trasporti.
A Roma lo sciopero interesserà sia la rete Atac e quindi bus, tram, metropolitane, ferrovie urbane Roma-Lido, Termini-Centocelle e Roma-Civitacastellana-Viterbo, sia le oltre cento linee di bus periferici gestiti dal consorzio Roma Tpl che si fermeranno dalle 8:30 alle 17 e poi dalle 20 fino a fine servizio.
Lo sciopero, dichiarano dall’USB, è stato proclamato “per denunciare l’attacco indiscriminato che si sta attuando sul mondo del lavoro – contro Jobs Act – contro la precarizzazione dei contratti – contro le politiche di privatizzazione delle aziende pubbliche (sanità, trasporti, scuole ecc) e contro tutte le politiche che stanno limitando fortemente il diritto di sciopero. Molti di questi argomenti li stiamo già denunciando nel servizio di trasporto pubblico di Roma insieme a Faisa Confail e Or.Sa. TPL con scioperi e sit-in, argomenti che partiti dal governo centrale oggi stanno trovando applicazione anche nei comuni”.
“Roma è uno di questi – continua il comunicato – perché il servizio del trasporto pubblico di Roma affidato ai privati continua a penalizzare gli utenti non offrendo un servizio di qualità ed efficienza e continua a non garantire i lavoratori nei versamenti degli stipendi e di tutte quelle voci accessorie che dovrebbero garantire una pensione (non sono versati i fondi previdenziali e non sono versate le quote delle cessioni del quinto dello stipendio alle finanziarie), inoltre la scelta dell’amministrazione capitolina di indire le future gare in più lotti andrà solo ad aggravare una situazione già oggi insostenibile per i lavoratori e per l’utenza”.
“Tutti i lavoratori delle società che appartengono all’indotto Atac – afferma l’Usb – che in base alle promesse dell’amministrazione dovevano essere internalizzate in Atac oggi con l’apertura del concordato sono in una grave sofferenza con stipendi arretrati di mesi e condizioni di lavoro al limite della sicurezza. Per i lavoratori di Atac il concordato ha avviato un percorso difficile di cui sicuramente la soluzione per i vertici aziendali e per la proprietà sarà di chiedere più sacrifici, scaricando sui lavoratori le loro incapacità e le loro responsabilità che hanno permesso alla politica tutta di usare quest’azienda come un bancomat e depredarla di tutto per favorire l’ingresso dei privati”.
“Dobbiamo urlare forte per far sentire la nostra voce aderendo allo sciopero del 10 novembre 2017. Contro l’aumento dei carichi di lavoro; contro la possibile privatizzazione dell’Atac; contro chi non ci permette più di dimostrare il nostro dissenso con gli scioperi; contro chi affama i lavoratori dell’indotto Atac e dei lavoratori del Consorzio della Roma TPL; contro chi vuole toglierci la dignità di lavoratori, di padri di famiglia di uomini e donne che ogni giorno con il loro lavoro e i loro sacrifici continuano a fare prestazioni per offrire un servizio all’utenza, malgrado vengano meno le condizioni economiche e psicologiche”.
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