Rese note le motivazioni con le quali la seconda sezione del Tar del Lazio ha sospeso l’ordinanza n.145 della sindaca Raggi che vietava dal 29 dicembre a tutto il giorno 1 gennaio 20127 qualsiasi genere di fuochi d’artificio, compresi quelli autorizzati, e contro la quale era stato presentato ricorso dall’Associazione Pirotecnica Italiana che si era fatta portavoce delle proteste degli imprenditori del settore pirotecnico della capitale.
Sul sito del Tribunale Amministrativo è stata infatti pubblicato il decreto emesso il 28 dicembre nel quale si legge che “…sussistono le condizioni per disporre l’accoglimento dell’istanza anzidetta nelle more della celebrazione della camera di consiglio, atteso che il provvedimento impugnato, nella sommaria delibazione propria della presente sede cautelare, non appare sorretto da un’idonea istruttoria né, tantomeno, da una sufficiente motivazione, tenuto in particolare conto che trattasi di un’ordinanza contingibile ed urgente che inibisce l’uso di qualsivoglia tipologia di materiale esplodente, per giunta sull’intero territorio comunale“.
“Non appare sorretto da idonea istruttoria nè da una sufficiente motivazione“. Questa la chiave di lettura dalla quale si desume che, secondo la magistratura amministrativa, per emanare il provvedimento non è stato seguito l’iter previsto desumendo altresì che non sono stati coinvolti i soggetti che avrebbero dovuto esprimere un loro parere preventivo e che, infine, manca la motivazione, cioè nell’ordinanza non è stato spiegato perché vengono vietati i fuochi d’artificio andando contro i principi di trasparenza ai quali deve attenersi la pubblica amministrazione.
Inoltre secondo il Tar “l’ordinanza contigibile e urgente” è uno strumento sbagliato per questo genere di divieti in quanto può essere utilizzato solo nei casi di grave e urgente necessità quale, ad esempio, uno stato imminente di pericolo per la collettività.
Anche il vietare “l’uso di qualsivoglia tipologia di materiale esplodente” pare essere sbagliato per il Tar. Ci sono infatti materiali pirotecnici approvati, che hanno ricevuto l’ok anche dal punto di vista ambientale, la cui produzione è pienamente autorizzata e la cui vendita e uso non possono essere vietati sic et simpliciter con una disposizione di un sindaco.
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Ma è così difficile riuscire a non essere una città del terzo mondo? Ancora con i botti a Natale? Per fortuna che non hanno fatto ricorso pure contro il divieto di lanciare wc ed i bidet dalle finestre…
poveri noi!!!
Qui non si tratta di essere un paese del terzo mondo. I botti c’entrano fino ad un certo punto.
Il problema è che che questa amministrazione non è in grado di scrivere una delibera inoppugnabile, nè un capitolato o disciplinare di gara che stia in piedi.
Tutti, diconsi tutti i bandi di gara emessi fino ad oggi sono stati sospesi o impugnati a causa di errori più o meno marchiani. E giacchè l’atteggiamento in Comune è del tipo “qui comando io e si fa come dico io”, i funzionari (che di solito collaborano traducendo in burocratese le intenzioni dell’Amministrazione) si mettono giustamente da parte e gli atti amministrativi escono incompleti, imprecisi o sbagliati.
Ed ecco il risultato…
“Se le cose nun le sai… salle!!!”
Tarkò, “c’hai raggione: nun ce lo sapevo” …ma era evidente anche ad uno come me che la delibera se non era scritta male come minimo era stata fatta in ritardo: il mio punto non riguarda l’amministrazione comunale (per la cronaca, non ne ho trovata una decente da quando voto) ma noi romani che nel 2016 ancora “vojamo sparà” botti e petardi per strada a capodanno… come nel terzo mondo!
Spero che almeno per l’anno prossimo la scrivano bene e per tempo!