Forse in questi giorni la realtà offre già troppi brividi ma se per una sera volete concedervene di fittizi – e perché siete voi a deciderlo – allora niente è meglio di una serata in giallo. E dove se non al Teatro Stabile del Giallo, in via Al Sesto Miglio – sulla Cassia – dove fino al 29 novembre (dal giovedì alla domenica) si replica “Il Mestiere dell’Omicidio”.
Lo spettacolo è un riadattamento della piece “The business of murder” scritta nel 1981 da Richard Harris, da non confondersi con il grande attore irlandese protagonista di “Un uomo chiamato cavallo”, morto nel 2002. Questo Harris invece è inglese, è ancora vivo e ha 81 anni. La piece ebbe un gran successo in Inghilterra, tanto che negli anni ne sono stati realizzati svariati adattamenti sia per il teatro che per la TV.
La storia si sviluppa in un unico ambiente, nella migliore tradizione hitchcockiana, e ruota intorno a tre personaggi diversissimi tra loro che si trovano – per caso o per un diabolico disegno preventivo ? – nella stessa stanza alle prese con un enigma che si chiarirà solo alla fine. Il Sig. Stone, un vecchio appassionato di gialli in TV, Dee, una scrittrice di libri noir e il Sovrintendente di polizia Hallet.
Tre persone, tre ruoli diversi. Tutti legati dal “mestiere dell’omicidio”. Non vi diciamo altro, se non che in questa storia appassionantissima niente è come sembra. La trama è come un gioco di specchi, un incastro di mosse strategiche per cui la vera ragione dell’incontro architettato ad arte da Stone viene svelata solo dal colpo di scena finale.
Non c’è un mistero da risolvere; non c’è un serial killer da stanare; e a ben vedere non c’è nemmeno un omicidio (se non quello che da il la alla storia, come si scoprirà più avanti). Eppure lo spettacolo tiene incollati alla sedia avvitandosi in una spirale di tensione senza fine. Più che un giallo, un thriller psicologico intricato e sottile che trasmette ansia allo stato puro. Quindi va bene perchè è proprio quello si prefigge.
Ma un ottimo spettacolo non sarebbe tale senza degli ottimi attori. E i tre che interpretano questo adattamento della piece di Harris diretto da Raffaele Castria sono bravissimi, oltre ad essere dei volti noti per gli habituee del Teatro.
Paolo De Vita – classica faccia da maggiordomo…ma l’assassino non è il maggiordomo – che regala una performance eccellente nei panni dell’insignificante quanto machiavellico Sig. Stone, colonna centrale del testo capace di modulare con disinvoltura la voce trasmettendo nel giro di poche battute agitazione, dubbio, paura, tranquillità. E pressione. Come quella esercitata sugli altri due protagonisti e che sembra schiacciare anche noi.
Poi c’è Linda Manganelli nei panni di Dee, la nevrotica e nervosa scrittrice di gialli, bella e di successo, quanto consumatrice su base quotidiana di pillole per ogni emozione e disturbo da placare.
Suo perfetto contraltare è il Sovrintendente Hallett, interpretato da Paolo Romano, che bilancia la paura e il terrore della sua metà femminile con un atteggiamento a tratti “spaccone” quanto sarcastico e aggressivo. Sono due poli opposti che si scontrano con l’ambiguità di quel vecchio che li scruta costantemente, come un gatto con la propria preda e con un occhio divertito.
Un cast affiatato che mescola bene le tre personalità, tre caratteri dalle molte sfaccettature che si muovono su una trama forte di una legittimità “letteraria”.
E quando il mistero sembra risolto, ecco un colpo di lama che stravolge la storia e la soluzione solo apparentemente conclusiva. Rimane così un campanello che suona, due vite traballanti e una domanda che aleggia nella mente degli spettatori ben oltre la fine effettiva dello spettacolo.
Un gioco che solo al calare del sipario si può davvero dire di avere, forse sono in parte, compreso. Perchè il giallo tradizionalmente contiene quello che spesso manca alla vita: un lieto fine. Ma mai come in questo caso potrebbe non essere così.
Stabile del Giallo, via al Sesto Miglio. Gli spettacoli hanno inizio alle 21:30 dal giovedì al sabato e alle 18 la domenica.
Valerio Di Marco
© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma
© RIPRODUZIONE RISERVATA