A meno di due chilometri da Prima Porta, in aperta campagna e lungo la strada che porta a Sacrofano, sorge una delle più belle realtà imprenditoriali del XV Municipio, i Videa Studios. Immersi nel verde del Parco di Veio, gli studi cinematografici realizzati da Franco Cristaldi sono la Cinecittà di Roma Nord.
Il complesso è monumentale in quanto si estende su una superficie complessiva di 15.000 metri quadrati e conta sei teatri di posa completi di servizi e locali accessori, camerini, sale trucco, sartorie ed attrezzerie. E poi gli spazi verdi per le riprese all’aperto, con più di 20.000 metri quadrati di bosco, nel quale scorre anche un piccolo torrente, su un appezzamento di terreno di proprietà degli stessi studi.
Ed è proprio in questo splendido angolo di mondo che realtà e finzione si mescolano e creano un unicum straordinario. Qui la tradizione incontra la tecnologia raccogliendo e rielaborando in chiave moderna la preziosa eredità di quel cinema d’autore fatto di pignoleria professionale e passione artigiana di cui Cristaldi fu sostenitore e che ha contribuito a imporre il cinema italiano nel mondo.
Fu il mitico produttore, nel 1962, ad installare qui la sua Vides Cinematografica ospitando i grandi set del cinema nostrano.
Qui i più grandi registi italiani, da Fellini a Visconti, da Monicelli a Pietrangeli, da Rosi a Tessari, da Germi a Tornatore, hanno girato alcuni dei loro capolavori. E tracce di un passato così glorioso sono disseminate ovunque.
Sui muri dei corridoi della parte dedicata agli uffici campeggiano infatti le locandine storiche de “I soliti ignoti”, “Divorzio all’italiana”, “Il caso Mattei”, “Arrivano i titani”, “Fantasmi a Roma”, “Cristo si è fermato a Eboli” e molti altri.
Ma non solo. I Videa Studios ospitano anche molti cimeli, tra cui il modellino di piroscafo utilizzato da Fellini in “E la nave va”.
Modellino che però fa mostra di sé…nella mensa per gli impiegati. Nella mensa? Proprio così.
L’unico neo degli studios, infatti, sembra essere un pizzico di trascuratezza, il fatto cioè che questo grande passato non è valorizzato a dovere.
“Ma ci stiamo lavorando – ci dice un’addetta che si presta a farci da guida – Ad esempio stiamo studiando il modo di esporre alcuni reperti in apposite teche all’entrata”. Come la sfilza di meravigliosi costumi di scena utilizzati in passato e ora custoditi in un grande stanzone-ripostiglio senza però riuscire a stabilire, nella maggior parte dei casi, in quali film furono usati. Insomma, è come avere in casa un De Chirico e non saperlo.
“Purtroppo le memorie storiche di questo posto si sono perse, molti che lavoravano qui ora non ci sono più e quindi è difficile ricostruire l’esatta corrispondenza tra costumi e film.” Già, ci vorrebbe un cinefilo assunto a progetto. “Infatti stiamo cercando di recuperare il tutto grazie ad alcuni “archeologi” che abbiamo in organico”.
Ma il nostro tour continua e arriviamo così ai corridoi dei camerini. Quelli per i VIP hanno tutti i comfort, quelli per i comuni mortali sono ovviamente più spartani.
Poi ci sono le sale trucco e gli enormi teatri di posa, alcuni dei quali in allestimento e altri già allestiti dove però non si può entrare perchè stanno girando.
“In questo momento c’è Massimo Boldi che sta facendo le riprese del suo nuovo cinepanettone”, ci spiega la nostra accompagnatrice.
Una delle sale interne alla struttura è adibita a proiezioni private per addetti ai lavori e giornalisti, mentre un’altra stanzetta ospita le grate di una cella di prigione non ancora smantellata. “Non mi ricordo per quale film o serie televisiva è servita, ma una volta terminate le riprese si è deciso di lasciarla così com’era”. Chissà, magari si potrebbe usare come punizione per gli impiegati fannulloni. Però non ditelo a Marino.
Ma il fiore all’occhiello del complesso è la falegnameria che si occupa della realizzazione delle scenografie, veri e propri gioielli di tecnica abbinata all’arte manifatturiera. “Qui nascono i nostri set”. Li costruite voi ? “Sì, le scenografie ci vengono commissionate direttamente dalle produzioni. Loro ci mostrano i bozzetti e poi siamo noi a realizzarle”.
Un esempio di set costruito qui è la riproduzione di un appartamento allestito in uno dei teatri di posa. Sembra vero. Ci sono anche mobili, tappeti e un finto pavimento di mattonelle apparentemente in stile prima metà del Novecento. Vi sono state girate da poco alcune scene del nuovo film di Carlo Verdone.
“A dire il vero – ci confida la nostra cicerone – prima di lavorare qui anche io credevo che le scene degli interni che si vedono nei film fossero girate in appartamenti veri, salvo poi scoprire che non è così. Anzi, nella maggior parte dei casi sono finti”.
Come l’interno di un commissariato allestito in un altro teatro di posa e che è stato usato per la serie TV “Provaci ancora prof 6”. Il finto commissariato, inoltre, ha delle finte finestre da cui si può scorgere un altrettanto finto panorama di Torino.
Ma il set più bello è la piazzetta, un vero prodigio dell’umano ingegno. Si tratta di una piazza a grandezza naturale, con tanto di fontana al centro e ambienti coperti che si affacciano sulla piazza stessa.
Sembra vera, potrebbe essere una qualsiasi piazza di un qualsiasi comune italiano. Esiste ma non esiste, è ovunque ma non sta da nessuna parte.
Anche i sampietrini per terra sembrano quelli che si vedono per le strade di Roma. E poi è possibile cambiarla a seconda delle esigenze.
“Se una piazza di fine XIX Secolo non va bene e ne serve una per un film ambientato nel futuro, basta tirare giù le facciate e rifarle”.Semplice no ? Recentemente questo set è stato utilizzato per la serie RAI “Il Restauratore” con Lando Buzzanca.
Oltrepassando la piazza si arriva al confine tra gli studios e il bosco. Qui giace la carcassa arrugginita di un carro armato che dev’essere servito per qualche film di guerra, mentre più in là si staglia un grande blocco di plastica che stato utilizzato come pezzo di muro nell’ultimo film di James Bond, che uscirà a breve ed è stato girato proprio qui a Roma. Insomma non solo produzioni italiane ma anche internazionali.
“Stiamo cercando di aprirci una via anche all’estero. In questi giorni una nostra delegazione si trova a Toronto per partecipare al Festival del cinema e promuovere i nostri studi presso le grandi case nordamericane”. Speriamo che vada in porto ma per adesso accontentiamoci anche così.
Perchè “viva il Cinema” e “viva l’Italia” in fondo sono sinonimi.
Valerio Di Marco
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Complimenti all’autore dell’articolo….una notizia veramente interessante che ci fa apprezzare ancora di più le ‘ chicche’ del nostro territorio!!
E’ possibile visitare gli studios?
Molto interessante
Molto particolareggiata la descrizione, complimenti a Valerio Di Marco. Certamente ogni iniziativa di tal portata può significare una “boccata d’ossigeno” per l’occupazione.
Auspico il buon esito del recupero e chi vivrà vedrà. In bocca al lupo.
Ho lavorato in VIDEA, negli anni ’90 e fino al 2001 circa. Ho guardato tutte le foto con nostalgia, c’era tanta professionalita’ e rispetto dei lavoratori, dove adesso sorge il paese era una vallata, la prima costruzione di paese e’ stata fatta con me, come assistente scenografa e con la supervisione dell’architetto sig. Enzo Criscione. Era stato realizzato per una fiction ” VALLECHIARA ” che a breve distanza dall’inizio della seria fu soppressa, il paese fu riutilizzato per tante altre riprese di produzioni che approdavano per appunto in VIDEA STUDIOS. rimane un posto che porto nel mio cuore con tanto affetto e un pizzico di nostalgia.
Per chi non lo sapesse, la piazzetta della VIDEA è la piazza del “Paradiso delle Signore”; anche il grande magazzino è realizzato all’interno di un teatro di posa. Anche i vari appartanti sono posticci realizzati da bravi artigiani.