E’ sceso in strada con una sedia, ha steso uno striscione, ha iniziato, due settimane fa, una muta protesta. E oggi è ancora lì, sulla Camilluccia. Lo striscione “senza casa pensione pignorata” riassume tutta la sua storia, una storia che ci ha voluto raccontare di persona, senza omettere nessun particolare.
La storia
Si tratta di un giornalista che da più di dieci giorni fa lo sciopero della fame, a via dei Giornalisti, sulla Camilluccia, perchè messo sotto sfratto dall’Inpgi, l’Istituto di Previdenza della categoria.
E’ Gianfranco Gatta, ex regista della Rai e autore di programmi televisivi. Invalido al 100 per cento, vive con il fratello anche lui invalido, al 75 per cento, in un appartamento di proprietà dell’ente.
Un tumore al fegato lo ha messo nell’impossibilità di lavorare per due anni e mezzo e, di conseguenza, di non poter pagare l’affitto. Da circa un anno e mezzo è sotto sfratto. Nel 2012 ha perso il lavoro e dopo l’intervento al fegato ha ottenuto una pensione di invalidità di 290 euro, necessarie all’acquisto dei medicinali senza i quali non potrebbe sopravvivere.
Da maggio però il suo conto corrente è bloccato perchè l’Inpgi lo ha pignorato.
Il primo sfratto risale a Marzo del 2014, poi si sono susseguiti altri tentativi di accessi che Gatta è sempre riuscito ad impedire. Il prossimo, settimo tentativo di sfratto, è previsto per il 18 giugno.
Saliamo in casa…
Gatta ci accoglie in casa sua. Non lo troviamo per strada, dove è stato fino a poche ore fa seduto davanti allo striscione. Alla domanda del perché non sia in strada subito ci rendiamo conto della risposta: lo stato di spossatezza è tale che stare sotto il sole alle 13 di un giorno caldissimo, per uno come lui, è diventato davvero pericoloso.
Non mangia quasi nulla, se non integratori e della marmellata, la mattina. Pare che la marmellata abbia le calorie necessarie ad attutire le conseguenze del trapianto di fegato. Sono dieci giorni che sta per strada e il digiuno, insieme alla sua malattia, lo hanno reso molto debole. Ad aggravare la situazione è la presenza di un’ernia sotto il braccio destro, molto dolorosa e a rischio.
“Il punto non è lo sfratto – ci dice Gatta – il punto è che qualche giorno fa l’avvocato dell’immobiliare che oggi gestisce il patrimonio dell’ente di previdenza dei giornalisti ha ottenuto il pignoramento del conto corrente e di conseguenza della pensione di invalidità di 290 euro. Ma la pensione è la mia sopravvivenza, senza non posso comperare le medicine!”
La casa è grande, ma quello che ci colpisce è la quantità innumerevole di oggetti vecchi; macchine da scrivere, servizi di piatti antichi, mobili che forse un tempo, puliti e curati, avrebbero avuto il loro perché. ” Ho dovuto vendere quasi tutti gli oggetti di valore, l’ho dovuto fare per sopravvivere”.
Una casa in confusione, sembra Kabul ci dice lo stesso Gatta ed in effetti ha ragione. Ma non ha la forza di mettere in ordine. Le mura sono tutte spoglie, dei quadri, tutti venduti è rimasto solo il segno sulla parete. Per terra ci sono servizi di piatti, avvolti dentro ad un giornale, probabilmente prossimi alla vendita anche loro. Un piccolo tavolino dove Gatta ci tiene il pc, invaso da libri, fogli, bicchieri, posa ceneri e cianfrusaglie varie.
Dal salotto si riesce ad intravede la camera da letto. Un letto matrimoniale, delle lenzuola bianche non piegate; il letto non sembra rifatto. Un lungo corridoio, totalmente vuoto, attraversa la casa. Ma è solo un luogo di passaggio, non c’è nulla se non pareti impolverate.
Nonostante la confusione e l’evidente stato di degrado, Gatta, dopo esserci accomodati sul divano, di quelli vecchi che trovi ai mercati di antiquariato, ci vuole offrire un caffè che però rifiutiamo per solidarietà. E’ un uomo alto, grosso, gentile nei modi. La sua storia è davvero un inferno.
“Come è possibile bloccare un conto che è l’unica entrata che mi permette di rimanere in vita? Lo sfratto di per sé, è cosa lecita, non sono in grado di pagare l’affitto perché ho perso il lavoro, ma bloccandomi il conto, mi si condanna ad una morte certa”.
La conferma del blocco del conto corrente, Gatta l’ha avuta venerdì 29 maggio quando dopo un ennesimo incontro con la dirigenza dell’Inpgi, gli è stato ribadita l’impossibilità di accedervi.
“Come può un Giudice decidere di pignorare una casa e di bloccare un conto corrente senza tener conto dei singoli casi? Io faccio parte dei cosiddetti ” morosi incolpevoli”, ma le tutele dove sono?”.
Aspettando il 18 giugno
Quando le leggi vengono applicate senza tener conto di situazioni specifiche, più che far giustizia, si rischia di fare danni irreparabili. Gatta non ha un suo avvocato, per ora cerca di difendersi da solo. Non gli rimane che aspettare il 18 giugno, quando ci sarà il settimo tentativo di sfratto, e cercare di non farsi portar via almeno la casa.
“Se nel frattempo mi dovesse succedere qualcosa, qui finisce sul penale. Loro sanno bene quali siano le mie condizioni fisiche, non possono ignorarle”.
Valentina Ciaccio
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Peccato, se fosse stato un rom o un immigrato avrebbe avuto casa e vitto gratis.
Una soluzione c’è Gianfranco: vestiti di stracci, smettila di lavarti, comincia a rubare dalle auto, butta i rifiuti dalla finestra e vedrai che prima o poi il sindaco dei gay-pride ti da 35 Euro al giorno.
la mia solidarietà x quello che vale…..
Spero proprio che la tua storia sensibilizzi le coscienze
Sono con te
Ma una petizione su change.org ????
bravo Marco, condivido!
Ecco, questo è proprio uno dei casi che ti porta a contestare l’assistenza e le agevolazioni agli immigrati quando abbiamo in casa nostra grossi problemi del tipo sueposto.
Se Gianfranco Gatta ci legge perche’ non si attiva con una petizione su change.org ? E’ anche un giornalista , quindi chi meglio di lui puo’ buttare giu’ due righe per scrivere una petizione a suo favore ? Ho firmato molte petizioni giuste su change.org e firmerei tranquillamente anche questa .
Dai Gianfranco provaci e vediamo che succede
“Le pensioni dell’assicurazione generale obbligatoria possono essere pignorate nella misura di un quinto per ogni credito, fatto salvo il limite necessario per assicurare le esigenze minime di vita del pensionato che dovrà essere stabilito dal legislatore”, di conseguenza direi che pignorare il 100% della pensione di invalidità in assenza di altri redditi è illegale.
Conosco personalmente Gianfranco Gatta da quando era un ragazzino pieno di vita e di energia, di ottima famiglia, SOTTO OGNI ASPETTO. Abitava a due passi da casa mia, era amichetto dei miei fratelli e frequentava abitualmente la nostra famiglia. Conosco anche suo fratello, con gravi problemi fin da piccolino. Ho risentito Gianfranco proprio in questi giorni, in occasione di questa vergognosa vicenda che lo vede costretto a fare lo sciopero della fame, nelle sue condizioni di salute. La situazione in cui si trova Gianfranco Gatta è lo specchio e la prova provata che ormai viviamo tutti in un mondo inumano e disonesto; la nostra società non conosce più (se non a parole vuote e false) il sentimento della cristiana misericordia, della solidarietà, del senso civico e del buon senso; soltanto la legge del becero egoismo e del più ignobile interesse personale la fannno da padroni. Mi domando con quale cuore e quale cervello si possa chiedere lo sfratto e il pignoramento del conto di un invalido al 100%, che ha sempre pagato regolarmente l’affitto negli anni precedenti. E, soprattutto, sulla base di quale norma giuridica si può condere quanto richiesto; come si può convalidare lo sfratto e pignorare il conto corrente di un invalido, che percepisce solo i miseri 290 euro di pensione, quando la legge stabilisce che allo stesso vada garantio almeno il minimo vitale? Come se già i 290 euro non fossero ben al disotto di questo garantito minimo vitale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Gianfranco non può lavorare, non ha altre entrate se non qquesta miserrima pensione di invalidità e il giudice si permette di togliegli anche questa?!!!!!!!!!!! Ma ci rendiamo contto dell’enormità della cosa? Vi assicuro che non rieco a trovare le parole giuste per qualificare questo scempio giuridico, morale e sociale.!!!!!!!!!!!!!!!!!!1Io auguro a chi ha messo Gianfranco Gatta in questa tristissima situazione di non dovere mai trovarsi nelle condizioni di dipendere dall’umanità, dall’intelligenza e dalla competenza di certa gente!!!!!!!!!!!!! Il guaio è che loro non ci si troveranno mai, ma noi modestissimi cittadini onesti e riguardosi delle leggi potremmo correre questo gravissimo rischio e, con tutta probabilità, potremmo trovarci per strada con uno striscione di protesta sulla testa. E, QUESTA, UNA RIFLESSIONE DA FARE TUTTI I GIORNI.
Vorrei pregare VignaClaraBlog di continuare a seguire la vicenda di Gianfranco Gatta, al quale ho assicurato che, se dovesse esserci bisogno, il prossimo 18 giugno sono pronta a incatenarmi con lui sulla porta della sua casa.