Non c’è periodo migliore che il mese di maggio per visitare l’Orto Botanico di Roma dal momento che fino ad ottobre (escluso luglio ed agosto) rimarrà aperto anche la domenica. Una occasione per trascorrere alcune ore nel più bel gioiello verde della capitale e magari fare anche un pic-nic approfittando delle strutture e posto ristoro allestito all’interno dei giardini.
L’Orto Botanico, in Largo Cristina di Svezia (a pochi passi dal carcere di Regina Coeli), è aperto ogni giorno dalle 9 alle 18 e trenta; il biglietto costa 8 Euro per gli adulti e 4 per chi non ha ancora compiuto diciotto anni.
L’Orto Botanico di Roma è uno dei musei del Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università della Sapienza e al suo interno (circa 12 ettari) ospita alberi, piante ed arbusti provenienti da ogni parte del pianeta. Collocato nell’area archeologica Horti Getae (le Terme di Settimio Severo) è adiacente al bellissimo palazzo Corsini e sottostante la grande terrazza del Gianicolo.
L’Orto è organizzato in collezioni che comprendono palme, roseti, bambu, alberi monumentali , vegetazione palustre e piante mediterranee; oltre alle collezioni ci sono il “giardino dei non vedenti” (aiuole rialzate dove è possibile riconoscere le piante al tatto), la Valletta delle Felci, la Serra Corsini, il Giardino Giapponese, la Serra Tropicale e la Serra Monumentale.
Anche per chi non possiede il ‘pollice verde’ entrare in questi giardini è iniziare un fantastico viaggio nella biodiversità e nell’incredibile mondo colorato delle piante che dopo il lungo sonno invernale tornano a fiorire.
Si può seguire il percorso indicato dalle colonnine segnaletiche oppure girare liberamente tra viali e aiuole e rimanere stupiti dall’incredibile varietà del mondo vegetale; ci sono alberi e piante provenienti da ogni paese e territorio, dalle foreste equatoriali ai deserti del Nord-Africa.
Cedri dell’Himalaya o palme del Cile, secolari aceri americani o ‘succulente’ del Perù; ma anche tantissime piante nostrane che non sfigurano affatto tra arbusti e alberi dai nomi impossibili.
Riconoscere piante che a volte sentiamo nominare (come l’Artemisia, il Viburno, la Senape o il Cisto) ma che non saremmo in grado di riconoscere è un vero diletto.
Così come è un piacere entrare nella serra riscaldata che ospita centinaia di piccole e grandi succulente (impropriamente chiamate “piante grasse”); si tratta di piante che hanno tessuti in grado di immagazzinare l’acqua necessaria alla sopravvivenza. Gioielli colorati provenienti dal Madagascar, Messico, America del Sud, Canarie ed Etiopia.
Ma l’Orto Botanico, oltre che un immenso giardino, è anche un bellissimo parco dove poter passeggiare tranquillamente e sostare (magari all’ombra di un incredibile canneto di Bambu Neri originari della Cina) con i propri bambini per una festosa colazione.
Un unico neo: i nostri amici cani non possono entrare.
Francesco Gargaglia
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l’Orto Botanico è in primo luogo un Museo e un Giardino storico. Non una “location” per festose colazioni o pic-nic ma un luogo dove si dovrebbe andare per approfondire la conoscenza delle piante e delle collezioni presenti. Questo è il motivo per cui i cani non sono ammessi e perché non bisognerebbe meravigliarsi se qualcuno ancora timidamente cerca di avvisare che non è il caso arrampicarsi sugli alberi o raccogliere frutti e fiori.
Gentile Sonia, nei programmi del Museo Orto Botanico numerosissime iniziative sono dedicate ai bambini: dai giochi, alle cacce al tesoro, dai piccoli concerti alla realizzazione di “lecca-lecca”. Colazioni o pic-nic (come peraltro avviene) sembrano dunque perfettamente in sintonia con lo spirito di questo Museo-Giardino.
Cordiali saluti,
La Redazione.