Monsignor Antonio Mennini, attuale nunzio apostolico in Inghilterra ed ex vice parroco della chiesa di Santa Chiara, a Vigna Clara, ai tempi del rapimento Moro, deporrà lunedì 9 marzo davanti la commissione parlamentare che indaga sulla vicenda. Avrebbe confessato lo statista nella prigione delle BR pochi giorni prima del suo omicidio.
E’ stato Papa Francesco ad autorizzare il rientro in Italia del suo ambasciatore affinchè fosse ascoltato a San Macuto, sede della commissione. L’evento potrebbe aprire nuovi spiragli di verità sulla vicenda non ancora del tutto accertata.
A dare la notizia è il Corriere della Sera che riporta le dichiarazioni dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che poco tempo prima di morire svelò che don Mennini fu ammesso nel covo delle BR per confessare Aldo Moro e dargli l’estrema unzione.
Don Mennini, all’epoca dei fatti, era ben conosciuto dallo statista. Era infatti vice parroco della parrocchia di Santa Chiara di piazza Giochi Delfici, la parrocchia dove tutte le mattine Aldo Moro, scendendo dalla sua abitazione di via Cortina D’Ampezzo, si fermava per una breve preghiera prima di dirigersi al lavoro.
Chi viveva a Vigna Clara in quel periodo non potrà non ricordare l’auto dello statista fermarsi ogni mattino verso le 8.30 e Moro discenderne per entrare in chiesa.
Il Corriere scrive che “secondo quanto affermato dall’ex capo dello Stato Francesco Cossiga prima di morire (2010), don Mennini sarebbe stato vicino a Moro durante la prigionia. Lo avrebbe addirittura confessato e gli avrebbe impartito l’estrema unzione all’interno della prigione delle Br prima della uccisione. ‘Don Antonello Mennini raggiunse Aldo Moro nel covo delle Brigate Rosse e noi non lo scoprimmo. Ci scappò don Mennini‘, disse Cossiga. Secondo alcune ricostruzioni, il nunzio, allora 31enne, sarebbe stato il canale segreto di comunicazione tra i terroristi e la Santa Sede (il pontefice era Paolo VI, amico personale di Moro) per tentare di salvare il prigioniero. Subito dopo la tragica conclusione del sequestro, Mennini fu destinato dal Vaticano alla carriera diplomatica e mandato all’estero: prima in Turchia, poi Bulgaria, Federazione Russa, Uzbekistan, infine nel 2010 in Gran Bretagna.”
Stando sempre al Corriere, Monsignor Mennini non ha mai deposto sul Caso, il Vaticano, fino ad oggi, lo ha tenuto lontano dai tribunali e dalle precedenti Commissioni d’inchiesta. Ma nelle ultime settimane c’è stata la svolta. Papa Francesco gli ha chiesto di rendersi disponibile a deporre. Sarà grazie a Bergoglio che verrà fatta nuova luce sul caso? (red.)
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Non mi risulta che il Papa pro-tempore abbia (ancora) abolito il segreto sacramentale della Confessione.
Quanto a Cossiga, chi ai tempi lo ascoltò avrebbe potuto rispondergli che “ben altri” si fecero scappare, altro che un giovane prete confessore.
Il segreto della confessione no, ma nessuno impedisce a Don Mennini di raccontare dov’è andato…
Estraggo da una vostra intervista a Don Gianni Todescato, pubblicata il 2 aprile 2015:
Una curiosità: ma Monsignor Mennini all’epoca era il giovane viceparroco di S. Chiara? “No, non lo è mai stato. Qualche volta prestava servizio pastorale nella parrocchia di Ponte Milvio, come esterno. Il papà di Monsignor Mennini era un importante funzionario del Vaticano, dello Ior (Istituto opere religiose) ma non conosco i motivi dei suoi rapporti con Aldo Moro.”