“La comunità del Parco di Veio ha eletto come suo presidente Daniele Torquati. Da mesi Giacomo Sandri è Commissario Straordinario. Insieme devono decidere e informare i cittadini su un tema di vitale importanza : che fine ha fatto la proposta di Piano d’assetto e in che tempi e modalità pensano di riprenderla e farla approvare?”
A porre la domanda e Vincenzo Pira, coordinatore del PD nel XV Municipio, che in una nota ricorda che “una proposta è stata pubblicata il 30 dicembre 2012 e che in tanti hanno pagato 50 euro (che ad aprile 2014 il direttore ha deciso di restituire previa richiesta di chi ne ha diritto) per proporre modifiche e integrazioni che aspettano risposta.
Ricordiamo che il Parco di Veio è stato istituito tramite legge n. 29 del 6/10/1997. L’intero territorio protetto è di pregevole valore storico, archeologico e paesaggistico. Esso è delimitato dalle vie consolari Cassia ad ovest, Flaminia ad est e dalla via Campagnanese a Nord.”
“L’adozione del Piano d’assetto – sostiene Pira – va fatta quanto prima. Oggi il Parco vive sulla provvisorietà delle sue regole territoriali, dettate al momento della sua istituzione e invece necessita di un vero e proprio Piano di Assetto, quale documento di indirizzo per la gestione generale del suo territorio.
Se si valuta che il Parco di Veio comprende circa 15.000 ettari, (dei quali 7.000 in Comune di Roma) che per il 75% sono di proprietà privata, e che il suo Piano si deve collegare a quello dei 9 Comuni che ne fanno parte, appare evidente la difficoltà che la stesura di tale Piano comporta.”
“Il Piano di Assetto, ai sensi della L 394/91 e della L.R. 29/97 ha fra le sue finalità quella di assicurare la tutela dell’area naturale protetta, delle sue risorse e dei suoi beni paesaggistici, disciplinandone l’uso ed il godimento, nonché prevedendo le azioni e gli interventi a tale fine necessari e/o opportuni.”
“In particolare – ricorda ancora Pira – il Piano stabilisce la perimetrazione definitiva del Parco; prevede l’organizzazione generale del territorio dell’area naturale protetta e la sua articolazione in zone e sottozone, nonché le azioni e gli interventi necessari ed opportuni per garantire la tutela, il godimento e l’uso dei beni e delle risorse dell’area naturale protetta e di ciascuna zona e sottozona; definisce gli indirizzi ed i criteri per gli interventi sulla flora e sulla fauna, sul paesaggio e sui beni naturali e culturali; individua, disciplinandone le destinazioni d’uso pubblico o privato, le diverse parti dell’area naturale protetta; prevede i diversi gradi di accessibilità pedonale e veicolare; individua, disciplinandone l’uso ed il godimento, le attrezzature ed i servizi per la fruizione sociale dell’area naturale protetta; definisce le procedure per l’individuazione dei corridoi ecologici al fine di promuovere interventi di mantenimento e di potenziamento della continuità ecologica e di garantire la protezione delle aree interne dalle influenze esterne potenzialmente dannose.”
“Senza tale Piano l’intera area è sottoposta a una gestione ambientale conservativa, ma poco mirata alle specifiche esigenze del territorio. In più – sottolinea Pira – si ha una impostazione episodica e scoordinata degli interventi di gestione forestale; un sostanziale mantenimento o possibile peggioramento delle condizioni di semplificazione e degrado del contesto agroforestale; possibile perdita di biodiversità causata da assenza di regolamentazione del pascolo con possibile perdita di habitat essenziali per la sopravvivenza di specie animali e vegetali (ripercussioni sull’intera catena trofica con semplificazione della struttura dell’ecosistema); incremento delle sostanze inquinanti provenienti dalle deiezioni degli animali pascolanti; costipazione dei terreni, con conseguente dilavamento dei suoli e perdita di fertilità”.
Secondo Pira è dunque indispensabile definire gli interventi di recupero urbanistico delle aree urbanizzate previsti dal Piano nelle zone D3 “con l’obiettivo di dotare i nuclei delle necessarie opere di urbanizzazione primaria eventualmente mancanti, nonché di attrezzature di servizio e di verde pubblico, attribuendo una forma riconoscibile ai nuclei, anche con il completamento edilizio, non sarebbero ammissibili.”
“E’ troppo – conclude Pira – chiedere un aggiornamento pubblico sul tema?”
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Ditecelo voi caro Pira, visto che governate la Regione Lazio. Ancora a prendere in giro i cittadini facendo credere che non è vostra la responsabilità se il
piano d’assetto è fermo. Una volta, una solamente, ditela la verità ai cittadini!
Metto in evidenza anzitutto che con la deliberazione n. 5 del 13 febbraio 2012 l’allora Commissario Straordinario Massimo Pezzella non ha adottato il Piano di Assetto vero e proprio, che se veramente tale giustificherebbe le controdeduzioni alle osservazioni presentate a cui sta attualmente lavorando L’Ente Parco di Veio con la collaborazione di diversi esperti dell’Agenzia Regionale dei Parchi (ARP): è di tutta evidenza che queste controdeduzioni non potranno essere trasmesse alla Giunta Regionale del Lazio, facendo presupporre che il 13 febbraio del 2012 ci sia stata una vera e propria “adozione” del Piano di Assetto, quando oggettivamente si tratta pur sempre di una “proposta”.
Si deve in secondo luogo considerare invece regolare sul piano delle procedure l’adozione della “proposta” di Piano di Assetto ai sensi della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. che la disciplina, pur nel “metodo” del tutto illecito di aver redatto un “Rapporto Ambientale” dopo l’avvenuta redazione del Piano di Assetto (cioè a valle e non a monte come invece si doveva, prima ancora di mettersi a pianificare), cucendo a posteriori un bel “vestitino” di comodo addosso al Piano di Assetto.
Ne deriva che a controdedurre alle osservazioni presentate alla “proposta” di Piano di Assetto spetta all’Ufficio VIA e VAS della Direzione Regionale Ambiente, che deve fare questa operazione sotto forma del “parere motivato” prescritto dal 1° comma dell’art. 15 del D.Lgs. n. 152/2006, il quale precisa però che “l’autorità competente” (vale a dire la Regione Lazio) deve svolgere questo compito “in collaborazione con l’autorità procedente” (vale a dire con l’Ente Parco di Veio).
Dalla constatazione che l’Ufficio VIA e VAS non risulta aver chiamato fino ad oggi l’Ente Parco di Veio a svolgere assieme questa collaborazione si dovrebbe dedurre che la Regione Lazio non abbia ancora iniziato nessuna operazione di controdeduzione.
Diventa allora più che opportuno che l’Ente Parco di Veio interrompa immediatamente il lavoro di controdeduzione alle osservazioni che ha fatto presentare illecitamente a sé stesso al termine dei 40 giorni, si metta quanto prima in contatto con l’Ufficio VIAS e VAS(dove sono state presentate le osservazioni al termine invece di 60 giorni) per sollecitare l’inizio della “collaborazione” prescritta dalla normativa vigente in materia, portando tutto il lavoro di controdeduzioni fin qui svolto con la chiara finalità di guadagnare tempo.
Sulla base di tutte le controdeduzioni concordate che avranno accolto le osservazioni presentate l’Ufficio VIA e VAS della Regione Lazio e l’Ente Parco di Veio debbono provvedere ai sensi del 2° comma dell’art. 15 del D.Lgs. n. 152/2006 alla opportuna revisione del Piano di Assetto del Parco di Veio, da adottare finalmente come tale ai sensi dell’art. 26 della legge regionale n. 29/1997.
Il Piano di Assetto così adottato dovrà essere pubblicato per 40 giorni, trascorsi i quali l’Ente Parco di Veio dovrà controdedurre alle osservazioni presentate e trasmettere tutta la documentazione prodotta alla Giunta Regionale per la definitiva approvazione.
Me la dica lei Pandolfi visto che è tanto informato. Io ho chiesto al Presidente e al Commissario di aprire un confronto e riprendere questo importante tema per il territorio. In modo trasparente e costruttivo. Per le polemiche ci saranno tempi e luoghi più adeguati.
La verità, caro Pira, sono i fatti…a chi spetta l’approvazione definitiva del Piano d’assetto? A me risulta alla Regione Lazio. Comunque me lo dica lei, anzi, lo dica a chi legge…
@Giuliano Pandolfi – Caro consigliere del Gruppo Misto, le responsabilità sui ritardi del Piano di Assetto del Parco di Veio sono “miste” ed imputabili pur sempre alla “politica” che ha fin qui anteposto gli interessi di partito o di coalizione agli interessi pubblici generali, che dovrebbe invece curare in modo prioritario.
Sorvolando sulla mancata adozione della proposta da me presentata il 20 maggio del 2003, che avrebbe però evitato di dover subire poi la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) subentrata il 13 febbraio del 2008, ma ignorata del tutto il successivo 9 dicembre 2009 quando il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco di Veio (insediato da Piero Marrazzo) con 3 soli voti favorevoli ed il voto contrario del Vice Presidente ha adottato illecitamente un Piano di Assetto con tutte e 43 le sottozone D3 e le 46 sottozone D5 che consentono l’edificazione in difformità totale o parziale dai PTP n. 15/7 “Veio-Cesano” e n. 4 “Valle del Tevere” e/o dal PTPR.
Su quel Piano di Assetto la Comunità del Parco di Veio ha espresso parere negativo ed ha chiesto formalmente al Consiglio Direttivo l’annullamento in potere di autotutela della delibera di adozione.
Con il subentro del Presidente della Giunta Regionale Renata Polverini è stato nominato Commissario Straordinario del Parco di Veio il sig. Massimo Pezzella, che è rimasto in carica fino ad agosto del 2013, per essere sostituito dall’attuale Commissario Straordinario Giacomo Sandri.
A dicembre del 2011 Massimo Pezzella ha revocato la delibera di adozione del Piano di Assetto, per poi approvare il 13.2.2012 la “Adozione della proposta di Piano del Parco Naturale di Veio ai sensi degli artt. 14 e 26 della L.R. Lazio n. 29/97 e ss. mm. e ii e del D.lgs n. 152/2006 e ss.mm.ii.”.
Il Piano di Assetto di Massimo Pezzella, oltre alla doppia procedura illegittima di figurare da un lato solo come “proposta” e dall’altro lato invece come vera e propria “adozione”, è in tutto e per tutto uguale a quello adottato nel 2009, sempre con le stesse 43 sottozone D3 e le stesse 45 sottozone D5 in difformità totale o parziale delle prescrizioni sovraordinate, nonché con il vestitino di comodo del “Rapporto Ambientale” che gli è stato cucito addosso.
Anche su questa “proposta” di Piano la Comunità del Parco di Veio ha espresso un parere negativo che è rimasto dopo un tentativo di mediazione promesso ma poi non mantenuto dal Commissario Straordinario Pezzella.
Il neo Presidente della Comunità del Parco Daniele Torquati eredita questa contestazione rimasta tuttora aperta.
Il 15 Ottobre il Comitato RH ha inoltrato al Commissario e Direttore dell’Ente Parco di Veio e al Presidente del XV Municipio una richiesta per sollecitare un intervento all’interno dei terreni di proprietà comunale dell’ex tenuta dell’Inviolatella a causa del grave degrado esistente e per la presenza di alcune baracche di senza tetto (situazione documentata con alcune foto). La richiesta di intervento era motivata dal fatto che proprio in quell’area il Comune ha investito circa 200.000 Euro per la riforestazione mentre l’Ente Parco è intervenuto a più riprese per effettuare la pulizia e bonifica (riforestazione e interventi eseguiti con i soldi del contribuente e che rischiano di andare perduti).
Ovviamente alla richiesta non ha fatto seguito alcuna risposta.
Ora che il Presidente Torquati è anche Presidente della Comunità si spera che voglia riesumare quella richiesta.
Comitato RH
Al di là delle appartenenze, non mi iscrivo a nessuna tifoseria e non ho da difendere l’operato di nessunoi. Occorre con urgenza riprendere il tema, discuterne con i cittadini interessati e finalmente, dopo 17 anni dare certezze e valorizzare un patrimonio che può creare, anche nel XV municipio, occupazione, servizi e miglior qualità della vita di chi ci vive dentro e nelle vicinanze.
Vincenzo Pira – In base alle procedure fin qui espletate sulla “proposta” di Piano di Assetto pubblicata, i cittadini interessati hanno già fatto sapere le proprie opinioni con le osservazioni presentate sia all’Ente Parco di Veio che alla Regione Lazio: non c’è quindi più nessuna urgenza di discuterne ancora con i cittadini interessati, mentre occorre (qui sì con urgenza) sollecitare l’Ufficio VIA e VAS della Direzione Ambiente della Regione Lazio a controdedurre alle osservazioni presentate sotto forma di “parere motivato” in collaborazione con l’Ente Parco di Veio, che sta attualmente continuando a predisporre illecitamente le “sue” controdeduzioni con l’aiuto del dott. Mino Calò (ex direttore del Parco di Bracciano-Martignano), dell’arch. Roberto Sinibaldi (ex direttore del Parco di Veio, ora dirigente dell’Ufficio Tecnico della riserva naturale della Valle del Treja) e di 6 funzionari dell’Agenzia Regionale dei Parchi (ARP).
Colgo l’occasione per portare a conoscenza chi legge che con decreto T00358 del 1 ottobre 2014 è stata prorogata fino al 30 settembre del 2015 la nomina di Giacomo Sandri a Commissario Straordinario del Parco di Veio. Questa Giunta porta a ben 5 gli anni di Commissariamento di tutti e 13 gli attuali enti di gestione: significa che lo stato di avanzamento del Piano di Assetto verrà curato da un Commissario Straordinario, chiamato a prendere decisioni che spettano invece per legge al Consiglio Direttivo, di cui molto probabilmente verrà stravolta la composizione esclusivamente per risparmiare quattro soldi.
Quanti altri anni devono passare.19 anni di immobilismo.Basta mettere quattro cartelli di legno …che ci fanno capire che siamo in un parco…qualche area picnic e il gioco e` fatto.Siete mai andati a vedere i vari corsi d’acqua.Odore e colore scarico lavatrice e rifiuti ovunque.Tanti stipendi (soldi nostri) e nessun fatto positivo…una farsa di tanti burocrati ben remunerati.Grazie mille..continuiamo cosi…perdiamo altro tempo…altro scarica barile.