Per alcuni potrebbe essere un sogno, per altri una iattura. Però provate a chiudere gli occhi e immaginate tutta la piazza di Ponte Milvio senza auto furgoni bus e scooter restituita alla sua vocazione naturale di “salotto buono” di casa. Sempre a occhi chiusi ora rispondete: sarebbe proprio una iattura o un bel sogno da inseguire?
Una delle novità apprezzabili contenute nell’ormai famoso PGTU, il nuovo Piano Generale del Traffico Urbano rilasciato dalla Giunta Marino e che presto passerà, dopo quello dei municipi, al vaglio del Consiglio Comunale, è la realizzazione delle cosiddette “isole ambientali” che possono comprendere al loro interno (o in toto) aree pedonali. Di isole, ne sono previste almeno una a municipio, dunque anche nel quindicesimo.
Dove nel XV
“Piazzale Ponte Milvio può diventare benissimo un’isola pedonale”. E’ quel che ha pensato l’architetto Rodolfo Bosi, responsabile del Circolo Territoriale di Roma dell’associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS) che, messosi allo studio, ha realizzato un progetto minuzioso e particolareggiato e l’ha presentato nei giorni scorsi in XV Municipio.
Ponte Milvio isola pedonale?
Il solo pensarlo scatenerà una ridda di opinioni, abbiamo sottolineato a Bosi chiedendogli quale accoglienza abbia ricevuto il suo progetto.
E così apprendiamo che è stato preso molto sul serio. C’è stato già un primo incontro interlocutorio con i presidenti della commissione mobilità e di quella commercio alla presenza di consiglieri anche d’opposizione. Pare proprio che sia piaciuto.
“Ho invitato tutti a discuterne in modo dettagliato e per fasi – ci dichiara Rodolfo Bosi – sentendo separatamente tutti i diretti interessati (cittadini, comitati, associazioni e commercianti), partendo da ciò che si può fare immediatamente a livello sperimentale senza alcuna spesa. Successivamente si passerà allo studio di fattibilità in termini soprattutto di costi delle opere che si rendono materialmente necessarie per evitare il passaggio dei mezzi pubblici e privati sul piazzale di Ponte Milvio.”
Un progetto che può affascinare o no ma che comunque dimostra che se ci si mette veramente a studiare il territorio può essere migliorato. E tutta una questione di volontà.
Un progetto questo che, se da un lato presenta delle idee innovative, dall’altro non è scevro da criticità che possono suscitare qualche perplessità, come il doppio senso di marcia in via Prati della Farnesina o in via Riano.
Lo stesso autore, Rodolfo Bosi, lo riconosce ma è anche vero che “nessuno è perfetto”, come diceva Jack Lemmon, e che tutto è perfettibile se lo si fa con un approccio costruttivo e senza pregiudizi.
E allora vediamolo in dettaglio.
Nel ringraziare l’architetto Bosi per aver privilegiato la nostra testata nel presentare il suo studio all’opinione pubblica, ne riportiamo la versione integrale.
Il progetto: pedonalizzare piazzale Ponte Milvio
Il nuovo PGTU prevede la realizzazione di apposite “isole ambientali” (pagg. 85-92): “Quando siano vigenti tutte le discipline stradali anzidette (Zone 30, precedenza ai pedoni, schemi a maglie e eventuale tariffazione della sosta) le isole ambientali assumono la denominazione di Zone a Traffico Pedonale Privilegiato (ZTPP). Inoltre, possono essere organizzate (singolarmente o assemblate) come Zone a Traffico Limitato, o comprendere al loro interno (o in toto) aree pedonali o semipedonali.”
Il piazzale di Ponte Milvio può diventare un’isola pedonale all’interno di una rispettiva isola ambientale.
Per farla diventare tale occorre chiuderla al traffico sia pubblico che privato.
Per evitare l’attraversamento del piazzale lungo l’asse Lungotevere Maresciallo Diaz e Viale di Tor di Quinto è sufficiente convogliare i flussi di traffico in entrambi i sensi di marcia sul Ponte Duca D’Aosta, su Lungotevere Ammiraglio Thaon De Revel, su Lungotevere dell’Acqua Acetosa e di lì sul Ponte Flaminio.
Il tratto terminale del Lungotevere Maresciallo Diaz può essere fatto diventare a senso unico ad allontanarsi dal piazzale di Ponte Milvio, facendo ritornare su di esso i flussi di traffico attraverso via dei Robilant, a sua volta a senso unico in direzione d via Maresciallo Caviglia.
Per evitare l’attraversamento del piazzale da parte di chi viene dalla Cassia e sta percorrendo Via degli Orti della Farnesina è sufficiente da un lato prevedere il ritorno su via Cassia attraverso Via G. Imperiali di Francavilla.
Chi proviene da Via della Farnesina deve girare su via Orti della Farnesina e viceversa.
Via Prati della Farnesina, che attualmente si percorre a senso unico ad entrarvi dal piazzale di Ponte Milvio, può esser fatta diventare a doppio senso ma solo ad entrare ed uscire da via della Farnesina.
Sempre per chi viene da nord e sta percorrendo Via degli Orti della Farnesina è sufficiente creare una rampa di accesso a Via del Foro Italico da via Ranuccio Farnese, come peraltro già proposto nel documento di indirizzi redatto il 7 aprile del 2010 dal Circolo di Ponte Milvio del Partito Democratico.
Per chi non dovesse proseguire su Via del Foro Italico e volesse recarsi sui Lungotevere è sufficiente ripiegare su Viale della Macchia della Farnesina all’uscita dalla galleria oppure su Viale Giuseppe Volpi, realizzando una strada parzialmente in trincea ad una corsia per senso di marcia che unisca Via della Farnesina con via Colli della Farnesina, come già proposto sempre nel documento di cui sopra.
Per evitare invece di confluire sul piazzale di Ponte Milvio dalla via Flaminia Vecchia, così come dal tratto finale di Viale di Tor di Quinto, basterebbe adeguare la sezione stradale di via Riano portandola ad 8 metri e consentendo il traffico su entrambe le direzioni sia su via Riano che su Via Flaminia Vecchia, facendo defluire il flusso in direzione del piazzale di Ponte Milvio su via Bolsena e di lì su via Cassia.
Viale di Tor di Quinto potrebbe essere fatto diventare a senso unico nel tratto finale fino al piazzale di Ponte Milvio, ma senza immettersi su si esso, facendo entrare la auto dentro l’attuale parcheggio, per uscirne sul tratto opposto di Viale di Tor di Quinto adiacente agli edifici, trasformato in senso unico a tornare verso via Riano e/o Viale di Tor di Quinto in direzione via del Foro Italico/via Flaminia.
Questo tratto finale può essere attrezzato sul lato verso il Tevere con ulteriori parcheggi a pagamento.
“Quando il piazzale di Ponte Milvio sarà diventato un’isola pedonale – così si conclude il progetto – si dovrà provvedere a regolarizzare contestualmente la sua massima occupazione di suolo pubblico per salvaguardarne da attività improprie il suo valore storico rappresentato dal ponte con la Torretta del Valadier oltre che dalla piazza disegnata sempre dal Valadier e dalla casina omonima.”
Claudio Cafasso
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@Rodolfo Bosi – Condivido pienamente con lei la sua ultima affermazione riguardo il fatto che anche di questo progetto non se ne farà nulla. Per il resto mi pare che non abbia colto il senso del mio ragionamento di carattere generale, limitandosi a rispondere in modo inappropriato riguardo il fatto che io abbia voluto fare “l’uccello del malaugurio”, quando in realtà ho detto che il suo progetto poteva anche avere una sua validità. Non oso immaginare come mi avrebbe definito se avessi detto che faceva schifo. Complimenti!!!
Adesso credo di aver capito meglio la sua proposta, sulla base delle risposte date agli ultimi interventi: Via dei Prati sarebbe a senso unico a scendere verso lungotevere Diaz con passaggio ricavato dall’ abbattimento del muro del condominio privato che si trova all’angolo della strada (evidentemente espropriando i box che li si trovano), oppure passando in un parcheggio privato che però non sono riuscita ad individuare. Cioè Via dei Prati, che in alcuni punti è larga meno di 4 metri infatti non è servita dai camion della AMA perché troppo grandi, diventerebbe una strada di scorrimento per far defluire le auto del quartiere e/o provenienti da Via della Farnesina e Orti della Farnesina ?
Mi associo a quanto detto già da altri: se si vuole ridare un po’ di dignità alla piazza e al quartiere sarebbe sufficiente che chi viene da fuori per sostare qualche ora piacevole lo facesse senza fermarsi in doppia o terza fila, fuori dagli spazi consentiti, come avviene ora, in questo modo non ostacolando il traffico non si creerebbe il caos attuale. Tutto ciò ovviamente con una seria opera di controlli e dissuasione e parcheggi organizzati non lontani e non gestiti da parcheggiatori abusivi. Perché non si comincia da qui? Perché non si cominica dal far rispettare le regole?
@Rodolfo Bosi: grazie per aver compreso e condiviso il senso del mio intervento, temo però che la politica attuale sia incapace di ogni tipo di valutazione tecnica al riguardo altrimenti la speculazione sul territorio del Xv si sarebbe fermata da tempo; vedi colli d’oro, tomba del gladiatore a via vitorchiano, etc etc .
Esprimo solo opinioni personali.
@adina – Via dei Prati della Farnesina diventerebbe a senso unico ad entrare da via della Farnesina per uscire su Largo Maresciallo Diaz quasi esclusivamente per i residenti che vi abitano: non puiò e non deve diventare quindi “una strada di scorrimento per far defluire le auto del quartiere e/o provenienti da Via della Farnesina e Orti della Farnesina”, per le quali – come ho già risposto a @SorChisciotte – se si dovessero recare a sud, verso il centro della città, c’è il percorso molto più praticabile che con la rampa di via Ranuccio Farnese consente di salire su via del Foro Italico e da lì a piazza Maresciallo Giardino ed oltre, in tutte le possibili direzioni, mentre se si dovessero recare a nord e ad est c’è il ritorno sulla via Cassia Vecchia da via G. Imperiali di Francavilla per recarsi sul versante orientale tramite Viale e quartiere di Tor di Quinto, via Flaminia Nuova ecc..
@ghino – Lei ha oggettivamente detto che il mio “progetto” (che tale non è, trattandosi di una semplice “proposta”) avrebbe potuto “anche essere valutato in positivo” ma solo se “fossero state realizzate” la serie di opere non realizzate da Lei citate, a cui ha di fatto subordinato il mio progetto, lasciando anche intendere implicitamente che farà la fine di tutti i progetti precedenti. Avrei preferito che avesse guardato al futuro e non al passato. Di qui il mio tono sarcastico sull’uccello del malaugurio, di cui mi scuso se l’ha fatta risentire.
basterebbe evitare che macchine, moto e scooter si piazzassero ovunque e sempre fuori dalle righe con vigili e parcheggi
per gli autobus non conoscendo benbene il nome delle strada mi son chiesto, ma come ci si arriva a ponte milvio? e magari aspettare a prendere in considerazione il piano di pedonalizzazione del piazzale, che avrà di speciale poi, i nuovi stadi di Roma e Lazio? perché, insomma, mica è una cosa da poco il trasloco di due tifoserie come quelle
comunque, tra bus e altro io me ne vado dalla XX
La proposta molto interessante e complessa di Rodolfo Bosi ha prodotto un effetto positivo in quanto ha finalmente aperto un dibattito sulla situazione non risolta della mobilità dell’intero settore intorno al Piazzale Ponte Milvio.
Nessuno può negare che esista il problema. Rodolfo Bosi lo ha affrontato seriamente ed invece di fare commenti solo di semplice e inconcludente protesta sarebbe il caso di studiare a fondo la proposta nei suoi pregi e certamente anche con critiche sui punti dove non si concorda. Alcuni commenti lo fanno. Ad esempio la proposta di rendere navigabile il Tevere per raggiungere il Centro storico ( dopo l’Isola Tiberina non si può ).
Come Italia Nostra,, associazione alla quale appartengo siamo favorevoli all’isola pedonale a Ponte Milvio, ma certo devono esserci delle regole precise da far rispettare sia per la movida che per la troppa estensione di strutture commerciali ( gazebo, tavolini, bancarelle ecc.) .
Il Municipio, prendendo spunto da questo attuale e molto seguito dibattito dovrebbe iniziare a sperimentare alcune delle soluzioni proposte aprendo come istituzione un confronto aperto con la cittadinanza, gli operatori commerciali e chiunque sia interessato a rendere più vivibile e funzionale questa parte pregiata di Roma.
Io la penso esattamente come Alessandro il quale per altro non è stato mai sgarbato nell’esprimersi.
Io invece vorrei scrivere cosa penso senza filtrarmi:
Non capisco perché i residenti devono subire la voglia di architetti e politici di rendere elegante una piazza.
Non basta l’orrendo centro commerciale di Via Riano che ha intasato la viabilità arrivando sui telegiornali nazionali.
Non basta Via della Farnesina a senso unico solo per permettere alle dame di Vigna Clara di fare shopping in doppia fila.
Non basta la riduzione dell’autobus 188 utile ai vecchietti del quartiere.
Ognuno arriva e dispone della vita degli altri.
Bosi se riuscisse sarebbe solo l’ultimo di lungo elenco.
Portate la metropolitana C, liberateci dalle partite di calcio impedendo ai tifosi di presentarsi in automobile, oppure costruendo uno stadio fuori dal raccordo, e poi ,se proprio ci tenete, fate la “vetrina” pedonale e mettetici la firma sotto per farvi belli e ricchi (con soldi pubblici).
Pienamente d’accordo con Vincenzo; questa città più che di architetti ha bisogno di amministratori capaci che sappiano fare funzionare i servizi (atac e ama) e facciano rispettare le regole (vedi tavolini selvaggi, parcheggi in doppia fila e sul marciapiede, ambulanti e parcheggiatori abusivi), la vera rivoluzione a Roma sarebbe questa. Pedonalizzare una piazza invece è molto più facile, e permette di assegnare commesse e consulenze a studi di professionisti.
@Vincenzo @Mauro – Premetto che non trovo molto rispettoso personalizzare quella che è soltanto una mia proposta, spostando la critica dall’argomento in discussione su chi si è preso la responsabilità di averlo formalizzato, facendolo non tanto dal mio presunto titolo di “architetto” (senza “voglie”, visto che per mia scelta anche “politica” sono e rimango a tutti gli effetti un dottore in architettura non iscritto all’Albo degli Architetti), ma da Responsabile della associazione ambientalista “Verdi Ambiente e Società” (VAS) che mi onoro di rappresentare e che dalla legge n. 241/1990 è riconosciuta come portatrice di “interessi diffusi”, di cui evidentemente i sigg. Vincenzo e Mauro non si curano più di tanto, cercando di coniugarli armonicamente e comunque nella maniera del possibile con i propri evidenti interessi esclusivamente personali.
Trovo pertanto molto scorretto, oltre che del tutto sterile ed inutile ai fini di un serio confronto costruttivo (che può portare anche ad una bocciatura della mia proposta che sia però motivata e quindi dimostrata e non istericamente rifiutata a priori senza volerci entrare nel merito), scrivere senza “filtrasi” con un plurale maiestatis in cui si lascia insinuare che ci possa essere anche il sottoscritto nel mucchio [fate la “vetrina” pedonale e mettetici la firma sotto per farvi belli e ricchi (con soldi pubblici)] oppure che “Pedonalizzare una piazza invece è molto più facile, e permette di assegnare commesse e consulenze a studi di professionisti” (dimostrando di non aver letto al riguardo le risposte da me già date al riguardo nei commenti precedenti e che vanno esattamente nella direzione opposta).
A commenti di tale tipo non ritengo quindi di dover dare nessuna risposta nel merito, se non le suddette considerazioni nel metodo.
Sig. Bosi il rifiuto non è affatto “isterico” ma parte dal fatto che quotidianamente ci confrontiamo con un’amministrazione della città che lascia molto a desiderarea con servizi che peggiorano a fronte di una pressione fiscale sempre più elevata; l’esigenza primaria per molti sono ospedali, trasporti, raccolta rifiuti e sentire parlare di pedonalizzazione di Ponte Milvio ora che si stanno tagliando fondi al trasporto pubblico e quando da anni non si riesce a mantenere in uno stato decente la pista ciclabile sinceramente fa un po’ rabbia.
@La capisco e ne condivido anche le ragioni, che però non hanno nulla a che vedere con la mia proposta e che caso mai vanno contestualizzate o rese prioritarie ma su tavoli che in termini di rispettive competenze sono però diversi.
@Mauro – Il mio precedente commento era riferito a Lei.
pedonalizzare ponte Milvio buttando in altre parti di una zona già bella intasata non mi sembra una buona idea, sgorgarla da auto e scooter dando loro posti dove parcheggiare mi sembra meglio, inoltre i ghiri gori dei bus sicuramente lascerebbero scoperte delle zone oltre ad allungare il tempo di percorrenza
@ rodolfo bosi per cortesia non mi citi l’ on Di Pietro , ma capisca invece il senso del mio intervento. Chi administra la cosa pubblico ha il Dovere di ascoltare I pareri DEI cittadini , anche se non gli piacciono. Vorremmo che il denaro pubblico fosse speso in cose basilari e utili, come la pulizia della strade ad esempio. Ci sarebbe da fare una class action all AMA e al Comune per come sono inefficaci nel servizio di pulizia di strade e giardini che noi cittadini paghiamo profumatamente. Da qui, e non dalla chiusura di Ponte Milvio , parte la riqtualificazione di un quartiere! Si vada a fare un giro a Nord di Roma e veda le altre citta” come Milano Firenze Torino o Bologna come sono Ben pulite !!!!
Io sono sconcertato. Ho votato per un partito che mi fa abbastanza schifo, contribuendo all’epocale ribaltone, solo perche’ avevano presentato un progetto di riqualificazione a giardino del piazzale sul quale abito, che permetteva di mantenere la viabilita’ evitando una pedonalizzazione totale assurda, ma impedendo la sosta d’intralcio. Ed era stato bocciato dal governino di centrodestra sempre schierato al fianco dei peggiori commercianti.
Adesso hanno vinto, e invece di partire col progetto, se lo sono dimenticato. Ma ci prendete per il c… ?
@Paola – Pur senza fare riferimento espresso all’On. Di Pietro, non posso non farle presente che le sue argomentazioni – anche se giuste e fondate – non c’azzeccano però in nulla con quanto da me proposto o appaiono ad ogni modo contraddittorie perché lascerebbero intendere che la pedonalizzazione del piazzale di Ponte Milvio si dovrebbe caso mai fare dopo la “riqualificazione” del quartiere partendo dalla soluzione dei problemi sollevati dalla sig.ra Paola.
Mi trova completamente d’accordo sull’obbligo di sentire il parere dei cittadini (tenendo il dovuto conto di tutti) anche e soprattutto sulla mia proposta, come del resto ho io stesso sottolineato fin dall’inizio, ma in termini di “metodo” le sfugge la contestualità dei mille altri problemi, che sono da risolvere anche prioritariamente, ma separatamente e parallelamente, e che non possono comunque essere fatti diventare un motivo di rimando della mia proposta fino a che non verranno risolti prima quelli, a maggior ragione se non si dimostra che ci sia con essi un nesso diretto ed una interferenza negativa.
Perchè, invece di impegnarsi di più nel risolvere i problemi esistenti – e sono già tanti: ordine pubblico, microcriminalità, sanità, pulizia, decoro, manutenzione stradale – vanno ad inventarsene altri? Superata la vicenda della discesa della Cassia Antica mettiamo un altro tappo al traffico della zona? E quanto costerebbe in termini finanziari, di tempo impiegato dai residenti per entrare ed uscire dalla zona coinvolta? La gestione di questa città sta andando veramente a rotoli
Vorrei far presente che in viale tor di quinto sono localizzate la ASL e il mercato coperto, già resi di difficile accesso dal fatto che sono state modificate le linee di autobus e andarci da corso Francia e sopratutto ritornare indietro e’ diventato molto faticoso
@Giovanna – Come dovrebbe sapere (e subire) all’altezza dell’ingresso al parcheggio all’altezza della ASL si creano ingorghi continui per colpa di chi non si ferma bene a sinistrar con la propria auto quando la sbarra è abbassata perché il parcheggio è pieno. Con la mia proposta di entrare al parcheggio da Viale di Tor di Quinto ed uscire da dove tuttora si esce non si avrebbe più nessun ingorgo.