Chi vive a Roma travolto da mille problemi sicuramente non si sarà accorto che in città i passeri stanno sparendo. Detta così la cosa fa sorridere: figuriamoci se i romani, alle prese con traffico, PGTU, cassonetti stracolmi, degrado e TASI hanno tempo da perdere appresso al “passer domesticus”…..
In realtà la questione è molto più seria perchè qualsiasi modificazione che interviene nell’ambiente ha una sua ragione quasi sempre collegata all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.
I passeri (è la specie più diffusa e studiata) stanno sparendo da tutte le città d’Italia e del mondo; in alcuni casi la popolazione si è ridotta addirittura dell’50%. Le ragioni sono molteplici e tutte in relazione tra di loro.
Il passero domestico o passera europea è un elemento caratteristico delle nostre città; si è perfettamente adattato alla vita cittadina e oltre che nei parchi lo si trova spesso nei pressi delle abitazioni, dei bar o ristoranti dove più facilmente trova di che sfamarsi. Frequentatore abituale dei nostri balconi e terrazzi nonostante la naturale diffidenza apprezza molto le briciole di pane e di biscotti.
Le ragioni di questa drastica diminuzione oramai iniziata da anni sono molteplici: innanzi tutto la predazione di nidiacei da parte delle cornacchie grigie.
La cornacchia è un corvide intelligente, robusto e intraprendente e un predatore incallito; oltre a rifiuti e carcasse è un saccheggiatore di nidi e si ciba sia di uova che di piccoli.
Le cornacchie grigie si sono perfettamente adattate alla vita cittadina e nei grandi centri urbani oltre a temperature più miti hanno a disposizione sorgenti inesauribili di cibo.
Le altre cause che sono state individuate dagli ornitologi sono (Marco Dinetti: “Biodiversità urbana”) la diminuzione del cibo a seguito dell’espansione urbanistica e all’inquinamento (in particolare insetti in epoca riproduttiva), la diminuzione dei siti per nido in conseguenza della ristrutturazione degli edifici e dell’architettura moderna, competizione con altre specie (colombo, storno), mortalità stradale, collisione con vetri, inquinamento elettromagnetico causato dalle antenne della telefonia mobile.
Oggi i passeri sono classificati “SPEC3” (specie che ha uno status sfavorevole di conservazione in Europa) e il rischio di non vederli più all’interno delle nostre città (ma anche nelle zone rurali) è molto concreto.
La rarefazione di questa specie è un importante indicatore del continuo e inarrestabile degrado dell’ambiente; basti pensare che nel periodo 1970-2007 in alcune aree di Roma è stata documentata una diminuzione della Passera d’Italia dell’81,5% (op. citata).
Forse la riduzione di questa specie strettamente legata agli insediamenti urbani non modificherà il nostro stile di vita e davanti a questi dati la maggior parte delle persone non farà altro che alzare le spalle.
Resta però il fatto che si tratta di un “allarme”; e ignorare gli allarmi non è mai saggio.
Francesco Gargaglia
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Ho visto soprattutto i gabbiani che si gettano in picchiata uccidendo e mangiando i passeri altro che le cornacchie queste sono pacifiche in confronto ai gabbiani
I passeri si riducono, in compenso gli smartphone aumentano.