Home ATTUALITÀ Omicidio alla Camilluccia, è Silvio Fanella la vittima

Omicidio alla Camilluccia, è Silvio Fanella la vittima

Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

polizia_scientifica.jpgSi chiama Silvio Fanella l’uomo ucciso questa mattina a colpi di pistola in via dei Gandolfi, sulla Camilluccia. Coinvolto nel processo per la maxitruffa Fastweb-Telecom Italia Sparkle era stato condannato in primo grado a nove anni di reclusione. Era vicinissimo a Gennaro Mokbel, imprenditore al centro di diverse rilevanti inchieste.

Come riferisce l’agenzia TMNews, verso le 9, un commando di due o più persone è entrato con una scusa nell’appartamento ma la vittima designata avrebbe risposto al fuoco.

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A chiamare la polizia un condomino, che dall’appartamento vicino al 4 piano, ha sentito le grida di aiuto di una donna e tre colpi di arma da fuoco. Quando la polizia è intervenuta, in casa ha trovato il cadavere di un uomo, colpito al petto da alcuni proiettili e una donna, una parente della vittima, sotto choc, che ora gli investigatori stanno ascoltando.

Mentre gli agenti erano nell’appartamento per il sopralluogo è arrivata una segnalazione dal pronto soccorso del Policlinico Gemelli per un uomo giunto con ferite d’arma da fuoco. Sono scattati subito gli accertamenti per verificare se sia coinvolto nella sparatoria. L’uomo è ferito gravemente, è stato intubato ed è sottoposto a intervento chirurgico.

Fanella, ricorda sempre TMNews, è sempre stato ritenuto dagli inquirenti una delle menti del business finanziario, da quasi 2 miliardi di euro, connesso alla vicenda Telecom Italia Sparkle-Fastweb. Eera accusato nel processo sul riciclaggio internazione dei reati di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata in concorso con altre persone.
Secondo la Procura lui e gli altri “attori” della complessa vicenda avrebbe “organizzato, diretto e controllato, il materiale trasferimento delle somme indebitamente sottratte all’erario e il relativo reinvestimento in attività lecite ed illecite, il controllo delle attività investigative in atto – si legge nel capo d’imputazione – l’assistenza alle famiglie degli associati che si erano allontanati dal territorio nazionale, l’intestazione fittizia di bene riferibili all’associazione medesima in Italia e all’estero, la movimentazione di somme e preziosi in Italia e all’estero e il rientro nel nostro Paese dei capitali illecitamente acquisiti, ai fini del loro reinvestimento e in particolare ai fini dell’acquisto di immobili, attività commerciali, preziosi e altri beni”.

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