Quando si parla di problemi sociali, come il gioco d’azzardo, molto spesso ci si chiede: “Cosa possiamo fare noi?”. L’iniziativa SlotMob ci insegna che fare qualcosa in prima persona non solo è possibile ma è anche più semplice di quanto si possa pensare. Semplice come prendere un caffé a Ponte Milvio. Solo nei bar giusti però.
Quello del gioco d’azzardo legalizzato in Italia è un business da miliardi di euro l’anno. Slot-machine, Gratta e Vinci e sempre nuovi giochi. Per lo Stato si tratta di incassi facili e a breve periodo che però si trascinano dietro costi sociali enormi: la cura a carico delle Asl di oltre 800.000 giocatori a rischio patologico, famiglie distrutte, il mercato dell’usura e della criminalità organizzata impaziente di sfruttare queste drammatiche situazioni. E ciò si aggrava nei periodi di crisi economica.
I baristi per primi e i gestori di bar si sono accorti dell’effetto tragico della presenza di slot, videopoker, videolotteries nei loro locali. Tuttavia non tutti trovano il coraggio di rinunciare ai ricchi introiti derivanti da queste macchinette mangiasoldi. Qualcuno, allora, ha pensato di dar loro una mano.
SlotMob: “Un caffè se togliete le slot”
La campagna SlotMob è nata da una forte indignazione per il fenomeno del gioco d’azzardo.
L’idea è semplice e concreta: si cerca nelle città un bar che ha tolto le slot-machine o che non le ha mai istallate oppure che è disponibile a toglierle e ci si va a fare colazione o a prendere un aperitivo in centinaia.
Durante l’evento poi, si gioca a qualunque cosa biliardino, giochi da tavola, purché sia un gioco sano che obblighi a relazionarsi con l’altro e a non spegnersi davanti a delle luci.
Questo perché uno degli obbiettivi della campagna SlotMob è proprio quello di riportare il gioco ad una dimensione relazionale.
I promotori sono professori di Economia Civile supportati da oltre 90 Associazioni e Movimenti. L’obbiettivo è quello di combattere il diffondersi delle slot-machine e in generale del gioco d’azzardo in Italia. Cercare di accendere i riflettori su un problema dilagante verso cui però lo Stato si è mostrato troppo spesso assente o finto-dormiente.
“Volevamo trovare un modo per premiare, come consumatori, chi opera sul mercato facendo scelte etiche addirittura anti economiche, perché rinunciare a tre slot-machine per un bar significa perdere circa 2.000 euro al mese” – spiega a VignaClaraBlog.it Gabriele Mandolesi uno dei promotori della campagna SlotMob.
Ad organizzare i singoli eventi sono le persone e le associazioni di una città che attivano le loro reti sul territorio, cercano un bar e si inventano un evento: alcuni organizzano concerti; alcuni fanno raccontare la propria esperienza a ex giocatori d’azzardo patologici; altri chiamano matematici per spiegare il trucco che sottende queste infernali macchinette. Insomma, diventa un importante momento per fare cultura, informazione.
“Il senso di questa campagna è iniziare ad abituarci noi come cittadini e come consumatori ad orientare le nostre scelte verso situazioni più etiche e attente alla persona”. Insomma la promozione di un consumo critico perché “come consumatori è necessario cercare di fare la propria parte altrimenti si diventa parte del problema tanto quanto il barista che decide di mettere le slot nel suo bar”.
A maggio SlotMob arriva a Roma
La prima tappa dell’iniziativa è stata Biella il 27 settembre nel bar di una signora che aveva tolto le slot perché aveva visto rovinarsi troppa gente. “Ci siamo presentati lì in 700”. Poi ne hanno fatte altre due il giorno dopo a Milano e Teramo e da là in poi “è stata una valanga, ci hanno iniziato a contattare da tutta Italia”.
Ad oggi, infatti, si possono contare quasi 40 eventi sparsi in tutte le regioni. E la valanga, a breve, arriverà anche a Roma.
I promotori dalle campagna SlotMob, infatti, stanno organizzando una manifestazione nazionale a Roma il 10 maggio, cercando di coinvolgere tutti quelli che nell’anno hanno partecipato all’iniziativa, più tutte le associazioni romane. Quest’ultime si stanno già attivando per cercare un bar adatto.
Tra queste c’è anche “Libera – Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie”, a cui affidarsi per essere sicuri che quello scelto sia un bar libero da slot ma anche da infiltrazioni mafiose.
Roma comunque, spiega Gabriele Mandolesi, è un campo difficile da affrontare: la Regione è stata una delle prime in Italia ad emanare una legge contro il gioco d’azzardo; alcuni Municipi si stanno muovendo per creare adesivi NoSlot per gli esercenti.
Tuttavia ancora oggi quello del gioco d’azzardo è un tema che non è mai stato affrontato in maniera seria anche con studi e dati ufficiali. Mancano infatti dati certi.
“Con l’azzardo non si gioca. Istituzioni e cittadini contro la ludopatia”
Lo scorso 27 febbraio è stata organizzata presso la Regione Lazio una conferenza sul tema del gioco d’azzardo. Un evento pubblico per fare il punto della situazione sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico nel Lazio. Erano presenti Rita Visini, Assessore alle Politiche sociali e allo sport della Regione Lazio, Olimpia Tarzia, Vice Presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale del Lazio, Dario Nanni, Presidente della Commissione Lavori pubblici dell’Assemblea Capitolina, (che ha presentato una delibera per la regolamentazione dell’apertura delle sale da gioco e dell’installazione nei locali pubblici di slot-machine nel Comune di Roma), e altri esperti del settore.
A parlare c’era anche Carlo Cefaloni, uno dei promotori della campagna NoSlot che ha spiegato gli scopi e gli obbiettivi del movimento, sottolineando l’esigenza del ” riconoscimento di chi in questa società, in una società che va nelle sue leggi ad incentivare l’azzardo, decide di togliere le slot dal proprio bar, e lo fa a prescindere dalla legge, per un senso di responsabilità personale. Riconosciamo quindi ciò che tesse un legame sociale. Ricominciamo da questo”.
Alla ricerca di un bar senza slot a Ponte Milvio
Non esiste una lista precisa di bar con le slot o di quelli senza. L’unico è un sito, SenzaSlot.it, creato da alcuni ragazzi di Pavia, in cui però sono mappati solo alcuni dei bar liberi dalle slot in Italia. A Roma, e in particolare nel XV Municipio, i bar senza slot segnalati si contano sulle dita di una mano.
Girando per Ponte Milvio in quanto a bar c’è l’imbarazzo della scelta. Più difficile, invece, è trovarne uno senza slot-machine. La maggior parte non vuole rinunciare agli introiti derivanti dalle slot, giustificando questa scelta con l’affermazione “È tutto in regola, tutto legale, sono macchinette statali”.
Ce ne sono invece alcuni che non ci stanno, che non vogliono che nei loro bar la gente si “imbamboli” davanti macchinette mangiasoldi. Uno di questi baristi ci racconta che la vecchia gestione aveva le slot nel locale. I nuovi gestori, invece, sono contrari e così, sin da subito, hanno deciso di toglierle perché “non vogliamo guadagnare a scapito delle persone”. Insomma per una questione etica e di immagine.
Il barista ci rivela che diverse volte è stato loro proposto di istallare le slot-machine nel bar potendo quindi ricavare un ricco guadagno. Loro, però, si sono sempre rifiutati: “Non vogliamo che la gente si chiuda in questi giochi d’azzardo che però non sono giochi. Hanno legalizzato un business che di legale ha poco”. Sì, questo è il posto perfetto per prendersi un caffè.
Daniela Buongiorno
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Ma cosa state dicendo!a ponte Milvio un solo bar ha le slot!!.non date affermazioni false!