Sembra che l’espressione “piove, governo ladro” risalga addirittura ai tempi dell’antica Roma e che abbia a che fare con il compenso che si pagava a magistrati e soldati; insieme ad olio, grano e vino anche il sale che, con la pioggia, aumentava però di peso. Tesi confermata dalla sapiente Wikipedia che individua anche altre origini. Ma quale che sia la genesi di questa colorita espressione resta il fatto che quando piove un “governo” venga sempre chiamato in causa.
Che poi sia il governo del territorio o quello centrale ha poca importanza.
Vuoi perché qualcuno non fa il suo dovere o per altre ragioni, magari legate ai cambiamenti del clima, quando piove Roma si allaga; e Roma Nord non sta certo a guardare.
La città come d’incanto si trasforma in una grande palude con il rischio che qualcuno rispolveri la Convenzione di Ramsar del 1971 e metta sotto tutela la capitale non tanto per i suoi monumenti quanto per la presenza di vaste aree umide. Enormi pozze si formano lungo i marciapiedi, nelle depressioni, sotto i cavalcavia e all’interno dei parchi.
Quasi sempre si cerca di dare la colpa alle famigerate “bombe d’acqua” o alle foglie che ostruiscono le caditoie; anche se poi quello delle bombe è un fenomeno conosciuto ormai da decenni mentre per le caditoie bisogna dire con onestà che l’AMA fa quello che può utilizzando operatori e macchine mangia foglie.
Nessuno vuole ammettere che ci sono anche altre ragioni come l’inadeguatezza del sistema di raccolta delle acque meteoriche, l’assenza di manutenzione stradale, le asfaltature fatte spesso in fretta e senza tenere conto delle presenza dei tombini (a volte addirittura ricoperti di bitume), le caditoie danneggiate dalle auto che parcheggiano sopra i marciapiedi e le enormi voragine sulle strade che ad ogni acquazzone si trasformano in grandi pozzanghere.
Dopo una notte di pioggia, e in attesa dei prossimi temporali, abbiamo fatto un giro per strade che grondano acqua e più di una volta ci è sembrato di intravedere, negli automobilisti e passanti, la stessa espressione che avevano magistrati e soldati romani quando venivano pagati col sale appesantito dall’acqua: “è piovuto, governo ladro!”.
Francesco Gargaglia
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