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Immigrazione nel XX Municipio: dati e considerazioni

Galvanica Bruni

ImmigratiDa Vincenzo Pira, coordinatore PD del XX Municipio, antropologo ed esperto di cooperazione internazionale che dopo aver lavorato per anni in Africa ed in America Latina oggi vive e lavora nel quartiere Labaro-Prima Porta, riceviamo e pubblichiamo un’interessante analisi sulla situazione immigrati nel territorio del XX Municipio aggiornata ai dati Istat 2011.

La popolazione straniera iscritta all’anagrafe comunale del XX Municipio (dati 2011) è di 28.551 persone (pari ad oltre il 18 % della popolazione totale del Municipio) con un aumento negli ultimi 12 mesi di oltre 5.mila persone. La popolazione immigrata è per il 57,2 % composta da donne; più della metà sono nubili o celibi (52 %); i minori sono 4.349 (alcuni arrivano non accompagnati e sono un problema sociale da considerare con attenzione) .

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Le nazionalità di provenienza più numerose sono : i rumeni (6.330 persone pari al 22,2 % del totale della popolazione straniera), i filippini – (4.476 persone pari al 15, 7 %) i cingalesi (1.706 persone pari al 6 %), i peruviani – (1.470 persone pari al 5,17 %), gli ecuadoriani (1.351 persone pari al 4,7 %), i polacchi (893 persone pari al 3,1 ).

I quartieri di maggior presenza demografica della popolazione straniera sono :
Tomba di Nerone 7.484 persone. La Storta 4.470 persone – Farnesina 3.585 persone – Labaro 3.282 persone – Cesano 2.112 persone – Tor di Quinto 1.855 persone – Giustiniana 1.946 persone – Santa Cornelia 974 persone – Grottarossa 898 persone – Prima Porta 267 persone – Foro Italico 238 persone – Martignano 16 persone.

In forte aumento le presenze sulla via Cassia (La Storta, Tomba di Nerone, Cesano) e nel quartiere di Labaro.

I dati statistici dell’ISTAT mostrano un aumento demografico nelle fasce periferiche della città (soprattutto nei Municipi VIII e XX) e nei comuni della provincia prossimi alla Capitale (Guidonia, Fiumicino, Pomezia, Tivoli, Ardea, Monterotondo, Campagnano, Anguillara, Formello, ecc.)

La crisi economica complessiva, la difficoltà a trovare lavoro stabile, il costo degli affitti, la difficoltà di inserimento nelle comunità locali sono i problemi prioritari per le comunità immigrate devono affrontare.

La maggioranza dei lavoratori stranieri (il 44,8 a livello cittadino) è occupato in attività legate ai servizi sociali – prevalentemente donne, alle dipendenze di famiglie o convivenze con ruoli di cura della casa o della persona – mansioni svolte solo dal 23, 2 % di lavoratori di origine italiana. Il 19,5 % degli occupati stranieri lavora nel settore delle costruzioni, il 10,6 in alberghi o ristoranti, il 6,7 nei servizi imprenditoriali e il 5,7 nel commercio.

Il livello retributivo di tali lavoratori è inferiore alla media generale : infatti se in media le retribuzioni del lavoro dipendente a Roma si attesta sui 1.277 euro netti, il livello dei salari corrisposti agli occupati stranieri è di 895 euro.

Ciò conferma, anche analizzando i dati forniti dall’INAIL, che l’occupazione degli immigrati continua a tenere anche nel corso della fase di recessione che il paese sta vivendo, soprattutto per i settori che coprono ( basso terziario, manovalanza, cura alla persona).

Nonostante questi dati generali anche gli immigrati pagano un prezzo pesante alla instabilità e alla mancanza di certezze occupazionali nel tempo. Aumenta la quota di chi perde il lavoro e deve misurare la capacità di trovarne un altro con la vergognosa norma che lega il diritto di permesso di soggiorno con l’ottenimento di un contratto di lavoro (da avere nel periodo di sei mesi, a prescindere dagli anni di permanenza in Italia o della situazione familiare con figli nati in Itali senza diritti di cittadinanza fino al diciottesimo anno di età).

E’ urgente una modifica di tale normativa che permetta la salvaguardia dei diritti di cittadinanza delle persone immigrate e ne favorisca una inclusione nelle comunità locali con diritto di voto alle amministrative e la possibilità di scegliere la nazionalità dei propri figli alla nascita e dopo un periodo di cinque anni di permanenza anche a chi vuole rimanere a vivere per sempre nel nostro territorio.
Ciò favorirebbe la qualificazione economica, civile e sociale degli immigrati, permetterebbe di combattere meglio le permanenze irregolari e illegali e renderebbe le nostre comunità più civili e rispettose dei diritti di tutti. (Vincenzo Pira)

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17 COMMENTI

  1. Trovo utilissima la raccolta dei dati statistici sulla immigrazione e condivido le conclusioni che ne scaturiscono. Mi pare potersi dedurre anche che gli immigrati si stanno inserendo nella nostra comunità come del resto è naturale,ma non scontato,avvenga. E questo sarebbe un avvenimento storico se si potesse dire che gli italiani accettano di accogliere ,integrare ed integrarsi con altre culture.
    C’è bisogno comunque di rivedere l’attuale legge che impedisce il riconoscimento della cittadinanza ai nati in Ita

  2. (proseguo il mio commento) I nati in Italia da genitori residenti sono italiani,se lo vogliono,a 18 anni e altre incongruenze già citate.Dobbiamo renderci conto che una nazione come la nostra che invecchia ha,nei nuovi venuti ,una risorsa indispensabile anche alla sopravvivenza della propria cultura.

  3. Ora basta!
    Prima che concedere la cittadinanza agli stranieri nati in Italia, esigo e pretendo che sia concessa ai discendenti degli italiani all’estero.

    Per quanto concerne il Brasile gli aventi diritto devono attendere anche trenta, dicosi TRENTA anni per la conclusione del procedimento di riconoscimento (si badi bene RICONOSCIMENTO a chi ha il diritto e non concessione a chi ha eventualmente maturato i presupposti).
    In Curitiba il consolato non accetta più domande dal 2005.
    (http://www.imigrantesitalianos.com.br/CIDADANIA_ITALIANA.html).

    Di questo dovremmo tutti noi provare vergogna: per aver costretto 20 milioni di italiani a emigrare per la fame e la povertà; per averli dimenticati; per averli condannati per diserzione perché non sono rientrati a combattere la prima guerra mondiale in nome e nell’interessa di una famiglia reale di sciacalli, miserabili, assassini e traditori.

    Non è moralmente ed eticamente ammissibile che la cittadinanza sia concessa agli stranieri prima che agli italiani.

    Chi afferma il contrario o ignora i fatti, o sbandiera un (finto) buonismo oppure è in palese malafede.

  4. Un grazie a Pira per questa utilissima analisi e un grazie a VCB per averla pubblicata.
    Le conclusioni di Pira sulla questione cittadinanza sono stracondivisibili e, Signor Mosco, sinceramente non le trovo in antitesi con le sue richieste: oltre al fatto che indire precedenze di “principio” di fronte a chi è in difficoltà aggrava i problemi anziché risolverli, dare la cittadinaza agli stranieri da tempo integrati nella nostra società e ai loro figli nati in Italia potrebbe benissimo essere il classico buon esempio con cui rafforzare simili richieste per gli emigrati italiani nei confronti dei paesi che li ospitano.
    Detto questo condivido appieno la rabbia per le cause dell’emigrazione italiana del secolo scorso, che a ben vedere non sono diverse da quelle che spingono gli stranieri a cercare speranze nel nostro paese; chiudo con le parole che Don Lorenzo Milan, in altro contesto, rivolse ai Cappellani Militari: “Non discuterò qui l’idea di Patria in sé, non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati ed oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.”

  5. Non credo che le due scelte siano alternative. Per tanti anni, discendenti di italiani, alcuni che non hanno mai messo piede in Italia, non parlano italiano, non lavorano e non pagano le tasse in Italia, ma hanno ottenuto il passaporto. Perchè la legge del Ius sanguinis, figli di italiani di seconda o teerza generazione, ha prevalso sulla legge del Ius soli, si ottiene la cittaadinanza se si nasce e si cresce nel territorio italiano.

    La lega nord e i governi a cui partecipava ha fatto scelte discriminatorie verso gli immigrati e siamo stati sanzionati più volte dall’unione Europea per non aver rispettato le leggi internazionali che difendono i rifugiati perseguitati nel loro paese. Volendo combattere l’irregolarità e la clandestinità hanno fatto leggi che le hanno favorite.

    Proprio ricordando che siamo stati un popolo di immigrati, tante volte discriminati, altre riconosciuti nei nostri diritti all’estero, che chiediamo rispetto per chi viene onestamente a lavorare e a vivere in Italia. Nessuna discriminazione e rispetto dei diritti umani per tutti, italiani o stranieri. Tutti cittadini del genere umano.

  6. Ho vissuto per più di 12 anni all’estero e conosco la situazione di tante nostre comunità emigrate. Ma non è vero che sono state del tutto abbandonate : hanno i loro rappresentanti eletti in Parlamento (hanno diritto di voto), per anni vi è stato un ministero (oggi sotto segretario) per gli emigranti italiani. Vi sono tante carenze ma non sono dimenticati. Utilizzare i loro problemi per discriminare gli immigrati che vivono in Italia e rifiutare i diritti di cittadinanza a chi lavora e vive nel nostro paese è una vergogna che un paese civile non può tollerare.

  7. Qualora il sig. Pira abbia voluto implicitamente indirizzare il suo ultimo intervento al sottoscritto, egli è incorso in grave errore.
    Qualora il suo ideale interlocutore fosse altro soggetto, abbia cura di esplicitarlo precisando anche circostanze e luoghi che gli suscitano tale fervore.

  8. Egregio sig. Pira, faccia un ulteriore sforzo e declini nomi e circostanze.

    Anche perché se quanto sopra costituisce la sua massima espressione del fare politica, ben si comprende perché il PDmenoelle fallisca da anni l’obiettivo di scalzare nel XX° municipio il PDL.

  9. Sig. Mosco, in democrazia ognuno può esprimere il proprio parere e difendere le posizioni che ritiene politicamente più adeguate su ogni tema più o meno rilevante.
    L’inizio del suo messaggio : Ora basta ! non dava molto spazio al confronto tra diverse posizioni. Da qui la precisazione che ho scritto su come riteniamo debba essere affrontato il tema dell’inclusione sociale e civile degli immigrati.
    I cittadini sono lberi di scegliere le persone e i programmi che più li convincono. In XX Municipio le persone che votano hanno dato la maggioranza al centro destra. Con la precisazione che il 48 % degli aventi diritto alle ultime elezioni non hanno votato. Ne deduco che la maggior parte degli abitanti non sia molto contenta di come sia stato amministrato il nostro territorio e la nostra città. Noi facciamo del nostro meglio per denunciare ciò che non va bene nel governo della città e del municipio. Ci proponiamo come alternativa di governo e credo che ritorneremo a governare la città ridandole la dignità che la giunta Alemanno le ha tolto. Se i cittadini del XX vorranno cambiare una amministrazione fallimentare noi ci stiamo preparando a sostituirla. Altrimenti continueremo con impegno e serietà nel ruolo di opposizione e di serio lavoro per risolvere i problemi che affligono il nostro territorio invitando i cittadini e le loro organizzazioni a coinvolgersi attivamente. Sul tema dell’immigrazione abbiamo idee e posizioni differenti. Discuterne senza intimazioni di “Ora basta!” è un nosto diritto. Per ulteriori polemiche ci sarannno altr occasioni, senza obbligatoriamente personalizzare.

  10. Attendere 30 anni per aver riconosciuto il diritto alla cittadinanza è un trattamento rispettoso della dignità umana non diverso quello imposto a coloro che sbarcano a Lampedusa.
    Imporre un’attesa così lunga offende la memoria di chi ha lasciato il proprio paese a causa della fame e della povertà, significa mortificarli e irriderli.
    Tutto questo è osceno.

    Chiedere il previo ed effettivo riconoscimento di questo diritto non significa fare politica; è semplice onestà intellettuale.

    Con riguardo al mio pensiero Lei è libero, e ha il diritto, di criticarlo.
    Ma evidentemente non ha letto ciò che ho scritto né ha sentito ciò che dico da sempre riguardo gli stranieri (ci mancherebbe, sono un quisque de populo)
    Glielo riassumo: il futuro dell’italia è in mano dei giovani e degli stranieri.
    Questi ultimi nel dramma italiano non hanno alcun ruolo, neppure come comparse

    Spetta invece agli italiani la responsabilità di aver distrutto la nazione.
    Berlusconi, Bossi, Casini, Fini, D’alema , Rutelli, Marrazzo, Andreotti, Cossiga e centinaia d’altri hanno depredato il territorio, le risorse, le speranze e il futuro di questa nazione.
    Hanno allevato il popolo italiano facendogli credere di avere diritto a una casa, a lavoro, alla tutela sanitaria.
    Hanno distrutto il senso dello Stato
    Hanno corrotto il pensiero e le azioni del popolino assicurandogli le briciole mentre agivano per il proprio tornaconto personale.
    Ma sono stati liberamente scelti, eletti e rieletti.
    Per questo ritengo debba essere soppresso il diritto di voto generalizzato e riconoscerlo solo a seguito di un esame; bisognerebbe dar prova di conoscere la lingua italiana (quanti ne conosce che la padroneggiano?) e di conoscere gli elementi di quella che una volta si chiamava “educazione civica”.
    Evitiamo che il commerciante con il SUV possa votare, evitiamo che Briatore e Valentino Rossi possano votare; evitiamo che la Carlucci, la Minetti, il ventenne pariolino etc.etc. possano votare.
    Il voto deve essere espresso da soggetti in grado di comprendere i temi per i quali eleggono i propri rappresentanti, che sappiano cosa vuol dire conflitto di interessi (a proposito, cosa ha fatto il PDmenoL a riguardo?), che sappiano chi è Cesare Previti (non essendo tollerabile che da vent’anni venga rieletto in questo collegio), che leggano qualche libro, che abbiano ambizioni e valori morali.
    Chiedo troppo?

    Proseguire nell’assecondare le istanze del popolino significa distruggere il futuro di questa nazione.
    Dalla bicamerale in poi, il PDmenoL ha cooperato efficacemente con il PDL in questo delirio autodistruttivo.
    Nessuna delle leggi berlusconiane è stata revocata, abrogata o modificata nella precedente legislatura.
    Questa è una vergogna, una infamia e una colpa senza rimedio.

    Questi sono i motivi di fondo per i quali valuto il PD non diversamente da Capezzone, da Scilipoti, da Marrazzo e dai vari candidati dell’IDV che il giorno dopo le elezioni sono passati nel PDL o lo sostengono facendo parte del gruppo misto.

    Per quanto riguarda un tema che più da vicino ci interessa, rilevo che il PD non ha mai fatto proprie le istanze del Comitato di Via Gradoli.
    Evidentemente la questione Marrazzo era ed è un fantasma che non poteva e non può essere rievocato.
    Inoltre prendere posizione contro l’abusivismo edilizio significa colpire anche larga parte dell’elettorato del suo partito che pure prospera nell’illegalità.
    Lo scempio edilizio, che come noto, vede il XX Municipio in prima linea, è uno di quei temi che richiede un totale cambio di visione, per il quale il PD non manifesta averne le capacità.
    Questi sono i motivi per i quali non credo che il PD rappresenti una reale alternativa di governo.
    Meglio allora la sinistra radicale. Meglio i NOTAV. Meglio i grillini. Meglio chiunque altro.

  11. E la percentuale di stranieri che delinquono? O sono tutti santi… visto che la popolazione italiana di 60 milioni di abitanti, ne tiene in galera, solo il 50-55%, il resto tutti stranieri? Rimandateli a casa!!! A scontare la pena nelle loro patrie galere.

  12. Interessante l’analisi di Vincenzo Pira. Tuttavia mi ha confuso le idee: include i rumeni e i polacchi tra i lavoratori stranieri. Ma la Romania e la Polonia fanno parte dell’ Unione Europea (UE) ! Africa, Perù, Brasile ecc possono invece essere considerati stranieri in Italia. Se quest’ ultimi scelgono di diventare Italiani però non dovrebbero però avere il doppio passaporto. Giusto ? E ancora: se vogliamo valutare esperienze già positivamente consolidate dovremmo ‘guardare’ a taluni Stati membri UE notoriamente moderni e avanzati e NON a Paesi non facenti parte dell’ UE, Tuttavia – se proprio vogliamo ‘guardare’ lontano, l’ AUSTRALIA mi sembra un continente cui attingere, forse.

  13. L’Europa non è ancora uno stato e non da dirittoa cittadinanza. Gli accordi inter – governativi tra stati riconoscono reciprocamente deterninate norme : libero transito nelle frontiere (trattato di Shangen), moneta unica, rispetto delle direttive comunitarie, etc. Ma per la legislazione italiana chi non ha il passaporto italiano è “straniero”. Poi c’è chi divide comunitari da extra comunitari … Altri discriminano per il colore della pelle, altri per la religione…
    Personalmente concordo con don Lorenzo Milani : “Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”

  14. 1. A titolo di esempio, in Canada, dove vive e lavora mia sorella sin dal 2000, la cittadinanza viene concessa, di regola, dopo dieci anni, previa superamento di un esame di cultura canadese e di lingua.
    In particolare, “to be eligible to become a Canadian citizen, you must meet the requirements in all of the following areas:
    – Age
    – Permanent resident status
    – Time lived in Canada
    – Language abilities
    – Criminal history (prohibitions)
    – Knowledge of Canada”

    Tali la premesse, “If you want to become a Canadian citizen, you must:
    – Determine if you are eligible to become a citizen.
    – Apply for citizenship.
    – Verify the status of your application and prepare for the citizenship test.
    – Use the citizenship study guide entitled Discover Canada: The Rights and Responsibilities of Citizenship to prepare for your test
    – Take the citizenship test, if you are between the ages of 18 and 54.
    – Attend a citizenship ceremony, if you are 14 or older.

    Coloro che commettono “a serious crime … may be deported from Canada”.

    2. Oggi in Via Gradoli un ragazzo rumeno con il quale ci salutiamo correntemente e che possiede un rottwailer si stava accingendo a raccogliere gli escrementi del proprio cane.
    Molti italiani non prestano la stessa attenzione.
    Nelle piccole azioni si palesa la reale natura di un uomo

  15. @carlo maria mosco: il ragazzo rumeno possiede un rottwailer ? Un cane impegnativo e costoso da mantenere. Forse è un dog-sitter istruito dal proprietario ( magari italiano) a raccogliere gli escrementi . In ROMANIA ( Ukraina,
    e Bulgaria incluse) c’è da tempo una brutale mattanza di cani in stato di abbandono… e non solo. Ho visto video terribili. La popolazione ( ma non tutti, vivaddio !) tendenzialmente non rispetta gli animali in genere: res nullius. In materia di animali da compagnia Il Governo – grazie a proteste forti in tutto il mondo occidentale e del Consiglio UE – ha recentemente delegato ( con un referendum ) i Sindaci a scegliere o meno ( sic ! ) di costruire canili Comunali. Sono le associazioni degli Stati Membri UE più evoluti ( e non solo) a sterilizzare i cani, e promuovere le adozioni ( SaveTheDogs in testa). Se il cane rottwailer è invece di proprietà del ragazzo le perplessità sono inevitabili ( fighting dogs e dintorni o per difesa personale, forse ? ). Anche noi italiani non abbiamo una gran cultura animalista , non ci appartiene. Dei tempi andati però non si ha notizia di efferatezze sanguinarie compiute dalle istituzioni. Il parlamentare Giuseppe Garibaldi si fece promotore dell’ Enpa, se non erro. Oops !

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