Nell’ambito del processo di riorganizzazione della Rete Scolastica di Roma Capitale, almeno per il caso della scuola Zandonai, che abbiamo trattato la scorsa settimana, sembra che la ragione alla fine abbia prevalso: infatti la Giunta Regionale del Lazio, con la delibera 263, ha ripristinato la composizione dei due istituti comprensivi che graveranno sulle zone di Vigna Clara – Collina Fleming per come era stata originariamente disegnata nella delibera 361 della Giunta di Roma Capitale: da una parte Maratona, Malvano e Zandonai, dall’altra Nitti, Serra e Mengotti.
Tale provvedimento dovrà comunque passare al vaglio in prima istanza della Commissione XIV “Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università” della Regione Lazio e in seconda del Consiglio Regionale tutto; quindi non è ancora detta la parola fine, ma alcuni esponenti di entrambi gli schieramenti politici, destinatari della petizione lanciata dai genitori di Zandonai e che alla fine ha raccolto 161 firme, hanno dichiarato il loro impegno a che la delibera 263 (clicca qui) non subisca modifiche.
Il piano del dimensionamento scolastico, predisposto dall’Assessore alla Scuola del XX Municipio, Marco Perina, ed approvato dalla Giunta, dalla Commissione Scuola e dalla Rete Scolastica, rischiava dunque di essere deliberato in maniera difforme a quanto previsto dal Municipio.
Infatti i 2 nuovi Istituti Comprensivi, che nasceranno dall’accorpamento dei Circoli Didattici “Petrassi” (S.M. Maratona e Nitti) e “Merelli” (S.M.S. Zandonai, Mengotti, Malvano e Ferrante Aporti) erano stati ipotizzati, dal Comune, “verticalizzando” ed unendo da una parte: Nitti, Zandonai, e F.Aporti e, dall’altra, Maratona, Malvano e Mengotti.
Questa decisione, difforme dalle indicazioni del Municipio, aveva creato sconcerto e forti perplessità tra genitori e Dirigenti scolastici, in quanto non omogenea alla territorialità dei plessi né ai flussi di utenza degli alunni (leggi qui).
“Siamo intervenuti immediatamente – ci dichiara l’assessore Marco Perina – sia sul Comune che sulla Regione Lazio, riuscendo ad indurli verso le dovute modifiche e l’approvazione di quanto predisposto dal Municipio. Siamo dunque soddisfatti del risultato, che ricalca le nostre indicazioni, frutto di un lavoro congiunto di Assessorato, Commissione Scuola e Dirigenti Scolastici.”
“Rimane un ultimo elemento da correggere che riguarda la Scuola dell’infanzia S.Isidoro, che abbiamo chiesto sia mantenuta nel precedente “asset” dell’I.C. di “Via Cassia 1694” e non, come ipotizzato dal Dipartimento, venire acquisita dall’I.C. “Soglian – Amaldi”; su questo – conclude l’assessore Perina – mi sto confrontando con la Commissione Scuola della Regione, in particolare con l’On. Isabella Rauti e con il Direttore del Dipartimento Scuola del Comune, il Dr. Giovanni Williams”.
Possiamo dirci contenti? Sì e no. Sì perché alla fine è riemerso un barlume di ragione che ha evitato il peggio; no perché in ogni caso questo barlume si innesta su un provvedimento la cui unica ratio non è migliorare le scuole di Roma, ma il solo taglio delle spese; no perché comunque sono state disattese le argomentate richieste espresse dal territorio e veicolate dal XX Municipio di non sopprimere il Circolo Didattico Merelli e la Scuola Media Petrassi.
Abbiamo anche voluto raccogliere un parere da un addetto ai lavori; abbiamo per questo contattato il Prof. Francesco Poli, docente di matematica e fisica in uno dei più importanti licei scientifici di Roma, e gli abbiamo chiesto un commento sul famoso comma 4 dell’Art. 19 del D.L. 98/2011, quello che, in nome della continuità didattica, impone la formazione degli istituti comprensivi.
“Da anni ormai – ci dice il prof.Poli – cioè da quando tutte cattedre di insegnamento sono state ricondotte a 18 ore, la cosiddetta ‘continuità didattica’ non è più considerata un valore da perseguire. E mi riferisco,attenzione, non a differenti plessi scolastici, ma all’interno dello stesso istituto! Mi spiego: da quando il docente deve avere una cattedra composta da esattamente 18 ore (e non magari 17+1 a disposizione) in molti casi non si riesce più a far sì che ad esempio una terza superiore abbia lo stesso docente di matematica e fisica nel triennio, oppure di storia e filosofia o anche di italiano. Infatti la logica che la fa da padrone è soltanto che la somma delle ore deve fare 18 e così non è infrequente che un insegnate abbia tre o quattro terze, oppure due quinte, anziché le classi consecutive del triennio, in modo che i ragazzi fossero seguiti sempre dalla stessa persona.”
“Tempo fa fu diramata una circolare per i presidi dove si dice espressamente che la continuità didattica non è più un criterio da seguire per la composizione delle cattedre. Che ora si voglia perseguire la continuità didattica, addirittura nel caso elementari-medie, a me pare una foglia di fico per coprire i criteri di risparmio perseguiti. Del resto – conclude il nostro interlocutore – ma che senso ha la continuità elementari-medie? La scuola primaria e secondaria sono concepite per essere discontinue: cambia il numero di docenti, si ampliano le materie, tutta l’impostazione è differente. Mi spingo fino a dire che in quel particolare caso la DIScontinuità didattica è addirittura un valore: è bene che il bambino che cresce si confronti con volti nuovi e metodi nuovi.”
Infine, questo modus operandi non riguarda solo Roma: ad esempio, indagando sulla rete, si trova questa petizione di un’associazione genitori della Toscana, che denuncia un problema simile. E il mal comune tutto è meno che un mezzo gaudio.
↓seppe Guernica Reitano
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Mi sembra che nell’articolo sfugga un aspetto:
Siccome i genitori di Zandonai si sono organizzati e quelli della Mengotti no, ora il problema è passato dalla Zandonai alla Mengotti; che, essendo posizionata fisicamente fra Zandonai e Malvano, non si capisce perchè dovrebbe essere associata ad una scuola dall’altra parte di corso Francia!!
E se il problema non c’e’, non capisco perchè sussisteva per la Zandonai!!
A me sembra l’ennesima dimostrazione che non si fanno le scelte con criterio ma in funzione di chi “urla” di più e che gli organi preposti a seguire l’interesse della collettività (Assessorato, Commissione Scuola e Dirigenti Scolastici…) in realtà seguono solo il proprio interesse.
Spero di sbagliarmi…
Gentile Nicoletta, abbiamo provato (e deliberato) a mantenere i Circoli Didattici nell’assetto attuale.
Non era possibile, il MIUR ha posto l’obbligo di accorpare tutti gli ex C.D. in Istituti Comprensivi.
La scelta, condivisa con tutti i Dirigenti Scolastici, è stata quindi dettata dal criterio che ci è sembrato più razionale e sensato (e, le assicuro, determinato in base a nessuna “urla”…o “interesse”) di considerare la Cassia come linea separatoria tra gli Istituti scolastici.
In questa decisione, ripeto presa collegialmente, sono stati coinvolti, dai relativi Dirigenti Scolastici, anche le rappresentanze dei genitori.
Corso Francia, oltretutto, non poteva essere considerata (anche se in effetti divide Vigna Clara con il Fleming) lo “spartiacque”, in quanto si sarebbe creata una situazione sbilanciata e sproporzionata in termini di numero di alunni (4 scuole da una parte e solo 2 dall’altra).
Ritengo sia stata fatta la scelta più ragionevole ed equilibrata.
Un gentile saluto, Marco Perina