Che fatica leggere il ‘Rapporto sui rifiuti urbani’; trecentoquattro pagine fitte di dati, grafici, tabelle ed allegati e il tutto per arrivare alla mesta conclusione che lo smaltimento dei rifiuti è una faccenda complessa. Ma non solo, è anche di difficile, difficilissima soluzione. Nel nostro Paese e nella Capitale, così come lo è anche a Roma Nord.
L’Italia produce una quantità enorme di rifiuti, oltre 100 milioni di tonnellate (pari, tanto per dare una dimensione, a 10mila volte la torre Eiffel) con una produzione individuale di 550 kg (30 in più della media europea). La tipologia dei rifiuti è talmente varia da rendere necessaria una complessa classificazione che va dai rifiuti urbani pericolosi e non a quelli speciali, dagli imballaggi ai metalli di vario tipo, dai medicinali e le batterie agli oli esausti, ai rifiuti provenienti dagli impianti industriali, ai macchinari obsoleti, agli scontrini fiscali e ai pannolini per neonati.
Una lista lunghissima di sostanze e materiali che devono necessariamente essere smaltiti.
E per farlo si ricorre a vari metodi con vantaggi e svantaggi: accertata la inidoneità del metodo più semplice e rapido, la discarica, a causa della produzione di gas nocivi e di percolato, tenuto conto della complessità dei sistemi di incenerimento che a fronte di una produzione di energia rilasciano comunque fumi tossici non resta che la gestione differenziata dei rifiuti con il conseguente riciclo e recupero di materiali.
Ma l’obiettivo fissato dal Decreto Ronchi (35%) è stato raggiunto solo dal Nord Italia con oltre il 40% di differenziata e da alcuni virtuosi comuni che con i rifiuti, addirittura ci guadagnano.
Al centro e al sud, nonostante gli sforzi, la situazione rimane molto difficile aggravata inoltre da una gestione truffaldina, dal mancato adeguamento delle strutture e da una “scarsa cultura” in merito al “problema rifiuti”.
In un articolo dal titolo “I cassonetti delle meraviglie”, giusto un anno fa (leggi qui) VignaClaraBlog.it aveva documentato la pessima abitudine degli abitanti della Cassia di disfarsi dei rifiuti ingombranti lasciandoli accanto ai cassonetti. Tonnellate e tonnellate di materiali provenienti da abitazioni, garage e cantine che anziché essere portati alle “isole ecologiche” vengono nottetempo abbandonati sui marciapiedi.
Ora siamo tornati a “frugare” negli stessi cassonetti per vedere come viene effettuata la raccolta perché dove non è arrivata quella “porta a porta” è possibile comunque differenziare i materiali suddividendoli tra carta e cartone, vetro e plastica e sostanze non riciclabili. Infatti accanto ai cassonetti neri che raccolgono ahimè ogni tipo di rifiuto (dagli avanzi di cibo, al legno, dal metallo all’erba, dagli abiti alle vecchie scarpe…) da tempo sono stati collocati i contenitori colorati per la raccolta differenziata.
Ma i romani e i residenti di Roma Nord li usano in maniera corretta?
A giudicare dalla frenetica attività di una vera e propria popolazione di “monnezzari” che armati di un lungo gancio frugano nei cassonetti si direbbe proprio di no.
Anche perché la rigida selezione che andrebbe fatta a monte non sembra proprio, nelle famiglie, pratica comune: nei cassonetti per i materiali non riciclabili ci finisce di tutto compresa plastica, polistirolo, carta e oggetti ingombranti; in quelli per carta e cartone, che dovrebbero ospitare solo cartone, giornali e depliant ci vanno a finire buste di plastica, cartoni sporchi di cibo e piatti e posate di plastica.
E che dire di quelli per vetro-plastica-metallo? Altro che bottiglie e vasetti sciacquati per benino! Anche qui abbiamo trovato giocattoli, carta e cartone, bottiglie e contenitori sporchi o con avanzi di cibo.
Una pratica tanto diffusa da rendere del tutto inutile la rigida classificazione che invece andrebbe fatta all’interno della propria abitazione.
Una questione di scarsa informazione? No, affatto, perché l’AMA, oltre ad aver condotto numerose campagne informative, su ogni cassetto specifica nel dettaglio come disfarsi dai rifiuti.
E allora?
Purtroppo dobbiamo arrenderci all’evidenza e ammettere che siamo distanti anni luce dalla “cultura” della raccolta differenziata e del riciclo.
Forse sarebbe il caso di prevedere fin dalle scuole elementari specifiche lezioni su come disfarsi dei rifiuti insegnando ai bambini la metodica della raccolta.
Alla fine degli anni ’50 la spazzatura veniva raccolta porta a porta dai netturbini che svuotavano i piccoli bidoni di latta che si aveva la cura di foderare con carta di giornale (le buste di plastica non esistevano).
Ogni famiglia “produceva” una quantità modestissima di rifiuti perché non si sprecava nulla ma soprattutto perché c’era poco o nulla da gettare.
Era quella una Italia lontana dal consumismo e povera: un paese con una modesta ricchezza ma forse con una maggiore educazione e senso civico.
Francesco Gargaglia
© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Purtroppo cambiare le abitudini delle persone è cosa molto difficile… Per molti, fare la raccolta differenziata sembra sia impresa titanica : basterebbe solo avere delle buste o dei raccoglitori dove riporre i rifiuti differenziandoli. Mica ci vuole molto, basta un pochino di volontà. Ma perchè ogni volta che vado a buttare la differenziata, gli altri mi guardano come se fossi un extraterrestre e mi fanno sentire come un imbecille ; lo stesso che mi accade sugli autobus, quando vado ad obliterare il biglietto, come se fossi uno dei pochi scemi che lo fà. Ma oltre al senso civico, non sentite proprio di avere un briciolo di orgoglio cittadino, ma di questa città non ve ne frega proprio nulla??? Non serve scaricare le responsabilità sempre e soltanto sulle istituzioni, per il solito vigliacco metodo italiota di scaricabarile , bisogna partire da ognuno di noi ; se si collabora con le istituzioni le cose funzionano, e faccio un esempio : quando trovo il cassonetto bianco o blu della differenziata pieno, mando una mail o un sms all’Ama (che ha predisposto tale servizio), e nel giro di 24/48 ore il cassonetto viene svuotato, ma se trovo il cassonetto pieno, lascio la busta della differenziata per terra e poi mi lamento di tutti, ad iniziare da Alemanno fino all’ultimo operatore ecologico, non posso dire di volere bene a questa città, ma anche a me stesso ed ai miei figli e nipoti. Chi non vuole bene all’ambiente che lo circonda non facendo la differenziata, abbia almeno l’onestà morale di fare silenzio e non lamentarsi.
Purtroppo qui purtroppo là…
Francamente?
Il problema dei rifiuti nasce a monte e a monte sarebbe giusto risolverlo.
Siamo un popolo con delle virtù e delle nefandezze.
Siamo tondi e dovremmo essere quadrati per questo esagonal per quest’altro in uno stato in cui nulla funziona a dovere ci dobbiamo accollare anche le responsabilità di chi lucra sulla produzione a monte di rifiuti.
Vai a comprare un oggetto oltre a questo ti vendono un involucro che non hai chiesto e che paghi e per di più ti tocca stare a smistare per 15 minuti a casa le istruzioni li la busta qui la fodera là il polistirolo dellà…
Ma per piacere!!!
Se l accollassero i rivenditori sta responsabilità perché in verità è la loro!
Mo ci dobbiamo mettere pure a lavare i barattoli da buttare?
Siamo al ridicolo o non ve ne accorgete? È permesso vendere piatti posate e bicchieri di plastica ma non è permesso usarli (perché se li devo lavà tanto vale che non li uso)
È permesso vendere e far pagare tonnellate di confezioni non necessarie e io me le devo accollare pena un mese di stipendio in multa?
Ma qui chi è che non ha senso civico? Perché è evidente che c’è chi ci lucra e se ne sbatte!
È evidente che si vuol far cadere la colpa su chi si trova costretto a buttare metà di quello che compra perché involucro superfluo!
Il vuoto a rendere il ricaricabile invece proprio non si può prendere in considerazione eh? Poco lucrativo vero? Così prima ti pago lo scarto poi te lo lavo e te lo smisto per bene e poi te lo REGALO così tu me lo rivendi di nuovo!
E parlate di civiltà? Io mi dovrei sentire in colpa?
In germania il differenziato te lo PAGANO quindi o si prende un esempio e si propone uguale o si chiama furbetteria!
Viviamo in comuni con debiti stratosferici in cui spesso i cassonetti esplodono perché i netturbini non passano perché nessuno li paga e ci dovremmo prendere l azzardo di tenere in appartamenti di 40mq rifiuti per X giorni?
Ma per piacere le soluzioni devono essere calzanti il più possibile con l identità collettiva e non pretendere che l identità calzi alle soluzioni a suon di minacce!
Fare la differenziata è un delirio. Non ci accorgiamo che ci vengono inculcate mode e concetti che convengono solo a chi gestisce male la cosa pubblica. Sfido chiunque a presentare un resoconto economico sui costi e benefici della differenziata. Ci sono solo due modi per risolvere il problema dei rifiuti. O si brucia tutto con la torcia al plasma che come sottoprodotto genera elettricità per il quartiere (si vaporizza anche la carcassa del motorino) e piastrelle per la pavimentazione stradale accettando un minimo di residuo tossico da smaltire come rifiuto speciale o ci si affida ad impianti di separazione in parte automatici ed in parte manuale che generano materiali riciclabili in quantità industriale ed un “compost” utile in agricoltura con un residuo minimo da incenerire. Forse per noi la seconda via è quella più attuabile. La prima richiederebbe una sconfessione totale sulla differenziata che nessuno ha il coraggio di fare. Meglio lasciare l’illusione alle zitelle e zitelli (l’uomo zitello è ancora peggio) di contribuire alla rinascita del pianeta.
Sul sito internet dell’A.M.A. c’è a disposizione una guida che si chiama “Butta Bene” dove sono elencati tutti i tipi di rifiuti possibili e la loro collocazione secondo la tipologia (cassonetto bianco per la carta, ecc. ecc., cassonetto blu per gli involucri di plastica e di metallo, ecc. ecc., ecc. ecc.).
Conosciamo a grandi linee la problematica in generale che riguarda una sconfinata serie di soggetti e di realtà, per cui credendo fortemente invece nell’indispensabilità e nel valore della raccolta differenziata differenziamo i nostri rifiuti il più che possiamo secondo la guida “Butta Bene” dell’A.M.A., anche se qualcuno ci ha detto o ci dirà che poi vengono tutti messi nello stesso posto.