Sono tante, sono imprevedibili e sono pericolose. Ne sanno qualcosa, perchè lo provano tutti i giorni sulla loro pelle, i motociclisti di tutta Italia. Parliamo delle buche sul manto stradale. Veri e propri trabocchetti che ti trovi davanti all’improvviso ed è già troppo tardi per schivarli, specialmente nelle ore serali e notturne, piuttosto che durante una giornata di pioggia. Per combatterle sono nati i moderni BUCAnieri.
La situazione a Roma
Qualcuno s’è preso persino la briga di contare le buche più pericolose a Roma. Oltre duemila sono quelle più profonde più di 10 centimetri nel centro storico della Capitale senza contare lo stato dissestato dell’asfalto, che causa avvallamenti, ed i rattoppi mal fatti .
Secondo una ricerca dell’Associazione motociclisti per la vita, lo scorso anno oltre l’8% per cento degli incidenti con conseguenze per le persone sarebbero imputabili a buche e fondo stradale dissestato. La stima è di circa 1.200 incidenti, con almeno undici morti e 1.400 feriti. Solo nel territorio del primo Municipio a Roma nel 2010 gli incidenti con feriti, anche lievi, sono stati 692 ed una persona è morta.
Il Comune di Roma ed i Comuni in genere avrebbe poi tutto da guadagnare nel riparare tempestivamente le buche vista anche la recente pronuncia della corte di cassazione che ritiene il Comune responsabile dei danni causati dal cattivo stato del manto stradale.
I moderni BUCAnieri
E qualche cittadino stanco dell’inerzia delle amministrazioni comunali (destra o sinistra non importa) cerca di provvedere segnalando adeguatamente i luoghi dove le buche possono creare potenziali situazioni di pericolo.
Hanno cominciato a Reggio Emilia un gruppo di volenterosi che si definiscono i Bucanieri, per poi espandersi a macchia di leopardo a Bologna, con una campagna messa in atto da un consigliere municipale, per arrivare a Fregene per poi giungere nella città eterna con una iniziativa a cura di Legambiente.
Ed il fenomeno è arrivato anche a Roma Nord, nel XX Municipio, e più precisamente a Via Orti della Farnesina dove la strada è simile una pista di cross.
Dove tutto ha avuto inizio
Il fenomeno della colorazione delle buche nasce da una idea di alcuni studenti del politecnico di Milano per cercare di limitare le cadute dei motociclisti a causa del fondo stradale dissestato. Il progetto si chiama “The street that lives“, ovvero “La strada che vive” e prende in considerazione un metodo semplice ma dal sicuro impatto estetico e funzionale: “L’ispirazione ci è venuta paragonando l’architettura a livelli dell’asfalto alla pelle umana. Se l’epidermide si rompe la ferita sanguina”, spiega Domenico Diego, ideatore dell’iniziativa insieme a Cristina Corradini, Dario De Meo e Alessio De Nicolo Volpe.
[GALLERY=1529]
E’ legale?
Ma tutto ciò è legale? Sicuramente no. Se proprio volete entrare a far parte delle schiera dei moderni BUCAnieri, come suggerisce il motoclub tingavert, “indossate il gilet fosforescente e mettete il triangolo almeno 15 metri prima della zona di verniciamento per la vs sicurezza”.
Cosa ne dice la rete
In rete esistono numerosi gruppi su Facebook sull’argomento. A Roma troviamo il gruppo Coloriamo le buche di Roma, a Perugia il Coloriamo una buca delle strade di Perugia!, ma quello con il maggior numero di utenti è Segnalaci la buca! Alemanno tappaci le buche di Roma! .
Al fenomeno della segnalazione delle buche non poteva sottrarsi YouTube dove, tra gli altri, abbiamo trovato dei filmati sugli effetti dello stato dissetato del fondo stradale su di una vettura e su di un motorino.
E per finire, ecco uno sckecth di Maurizio Battista che la dice lunga sulla convivenza dei Romani con questo aspetto delle vita quotidiana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA