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Santa Maria di Galeria: la città morta tra storia, natura e mistero

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Chissà quante volte ci è capitato di lambiccarci il cervello per individuare una meta non troppo lontana da Roma Nord dove trascorrere qualche ora immersi nella natura; e chissà quante volte, decidendo per il mare o il lago, questa “meta” l’abbiamo infine ignorata. Perché Galeria, la città morta, è  solo al km 8 della Via Braccianese, a pochi chilometri dai laghi di Bracciano e Martignano e lungo la rotabile che porta a Fregene.

Per raggiungerla, lasciato il bivio che a destra porta a Cesano e a sinistra sul litorale romano, si percorrono circa due chilometri e, in prossimità di un grande cancello, si prende la sterrata che va leggermente in salita. Raggiunto lo spiazzo al termine del ripido sentiero (dove è possibile lasciare l’auto), percorsi circa duecento metri, ecco apparire i resti di quella che fu l’antica citta di Galeria.

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Le origini si perdono nel tempo: abitata inizialmente dagli etruschi (alla base della rocca è possibile vedere alcune tombe scavate nel tufo), poi dai romani, da centro agricolo si trasformò in una cittadella fortificata acquistando nel tempo sempre maggiore importanza. La sua posizione elevata e le fortificazioni ne fecero un baluardo alle incursioni dei saraceni che dalla costa, risalendo il corso dei fiumi, si spingevano verso l’interno.
Feudo degli Anguillara e successivamente degli Orsini che vi costruirono un castello di cui oggi non rimane traccia, Galeria (Careiae è il nome etrusco) con il passare dei secoli perse importanza e tornò ad essere un borgo agricolo fino a quando, alla fine del 1700, a causa di una epidemia di colera o malaria fu definitivamente abbandonata. I suoi abitanti si spostarono nei centri vicini e diedero vita al piccolo abitato di Santa Maria di Galeria.

L’antico borgo cominciò a subire gli attacchi del tempo e degli uomini: molti dei marmi antichi furono prelevati per la costruzione del Duomo di Orvieto. Un cippo di travertino con iscrizioni in latino è stato rubato pochi anni fa con l’impiego di una ruspa che ha lasciato sul terreno tracce evidentissime.
Nonostante i guasti del tempo Galeria continua a mantenere intatto il suo fascino misterioso; la rocca di tufo oggi è circondata da una vegetazione rigogliosa ed è lambita dalle acque del torrente Arrone, emissario del lago di Bracciano.

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Per entrare nel vecchio borgo si sale lungo una stretta e ripida rampa lastricata con pietre e, dopo essere passati sotto i resti dell’antico portale, ci si ritrova tra muri diroccati e solai sprofondati nelle vecchie cantine. La fitta vegetazione lascia filtrare poca luce e cosi quei muri martoriati dall’azione del tempo appaiono come figure grottesche e minacciose. Solo il vecchio campanile del 700 è rimasto in piedi e oggi ospita al suo interno allocchi e merli.
Aggirandosi tra le vecchie pietre e possibile notare le tracce lasciate dagli istrici che durante le ore notturne la frequentano assiduamente. Ma le frequentazioni di Galeria sono anche di altro genere: i ruderi vengono spesso utilizzati come palcoscenico per chi si diletta in giochi di ruolo o in giochi di guerra (le centinaia di pallini di plastica colorata che è possibile osservare tra le pietre sono le tracce lasciate dai “soft-gunners” che si affrontano nel borgo).

Abbandonate le vecchie mura è possibile, in pochi minuti, scendere al fosso e visitare il resti di alcuni mulini ad acqua; in questo tratto l’Arrone scorre veloce incuneandosi tra grandi blocchi di tufo e ,dopo aver lambito la città morta, con una bella cascata, da vita ad un delizioso laghetto.Tornando indietro, lasciata alle spalle Galeria, si incontra il piccolo borgo agricolo di Santa Maria: poche case disposte a ferro di cavallo attorno ad una fontana. Più che alle porte di Roma sembra di essere in un’antica “fazenda” tant’è che la piazzetta con fontana è stata spesso il set di sceneggiati televisivi e di western all’italiana. Dalla piazza, attraverso un arco sovrastato da un campanile che reca la data del 1812, si accede ad una corte dove è possibile visitare la chiesetta di S. Maria in Celsano.

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La chiesa risalente all’anno mille ha subito con il tempo innumerevoli trasformazioni; oggi si presenta come una piccola basilica con tre navate che poggiano su colonne di granito. Di particolare importanza l’icona ungherese datata XI-XII secolo riproducente una madonna con bambino: la tradizione fa risalire il ritrovamento dell’ icona sui rami di un grosso “gelso”, da qui forse l’origine del nome. Nelle fondamenta, murate, vi sono due ossari e una antica cisterna per l’acqua. La chiesetta, nonostante le sue modeste dimensioni è oggetto di frequenti visite e luogo prediletto dai giovani del posto per la celebrazione dei matrimoni.

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Tra tanta bellezza e fascino un unico neo: i rifiuti che gli innumerevoli visitatori lasciano ovunque. E questo nonostante Galeria, in forza di un decreto legislativo che ha istituito le riserve e aree protette regionali, sia stata decretata Monumento Naturale e sottoposta a speciali vincoli.
Francesco Gargaglia

*** riproduzione riservata ***

 

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9 COMMENTI

  1. Grazie per la fedele illustrazione di un luogo poco conosciuto che meriterebbe di più: soprattutto il rispetto da aprte dei suoi visitatori. A primavera poi i dintorni presentano un meraviglioso colorato paesaggio di alberi da frutto fioriti.
    E io sto qui al computer!

  2. Salve a voi sono Luigi e avrei una curiosità da togliermi. Il 28 giugno c.a. mi sposo e la mia futura moglie avrebbe tanto desisderato fare delle foto proprio alla città morta; mi sapreste mica dire se per caso è raggiungibile in auto e se si, quale strada fare visto che l’unica (credo) possibile è sbarrata da un grosso cancello di ferro!?!?Grazie anticipate e scusandomi per il disturbo, vi saluto.

  3. Salve, sono Emanuele, ero abituale andare alla città morta x scampagnate e sono mancato dal luogo x circa 2 anni. Questa domenica 29/08/2010 mi sono recato nel luogo e ho scoperto mio malgrado, l’accesso impedito da un cancello recante avviso di proprietà privata e sorveglianza con telecamera…….. Che fine ha fatto il libero accesso?

  4. Il nostro ben amato patrimonio tanto decantato ,è stato chiuso al pubblico.Sono stato oggi e non ho potuto accedere perchè c’è un bel cancello all’entrata che ne impedisce l’accesso.”Proprietà privata” e altri 10 cartelli invitano ad andare altrove.Il borgo vicino di S Maria galeria ove è situata una bellissima chiesa molto antica,visitata più volte è ora sbarrata dal portale di legno che ne impedisce la visita già dalla piazzetta.Rimane il ristorante.Già quello non lo chiude nessuno.Fortuna che esistono i centri commerciali…ciao Alessandro

  5. L’accesso all’area è stato chiuso nel 2009 lasciando però aperto un passaggio pedonale. Lo spazio all’esterno del cancello è minimo, ma è possibile lasciare la macchina e arrivare a piedi, percorso qualche centinaio di metri, ad un secondo cancello da cui, sulla destra, indicato da dei pali di legno, parte un sentiero che costeggia la collina fino all’ingresso di Galeria.

  6. Ci andavo nei primi anni 70, ancora minorenne, con il frigo portatile e la…. Fidanzatina. Pasquetta, primo maggio ed altre domeniche estive. C’era anche una sorgente fresca.
    Sabato 8 maggio 2021 ci sono passato ancora una volta. Quanta romantica nostalgia.

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