Home ARTE E CULTURA Simone Ghera, la danza classica in un click

Simone Ghera, la danza classica in un click

Galvanica Bruni

Cosa c’è dietro ad un’esecuzione perfetta? Cosa si nasconde al di là di un Arabesque o un Grand jeté? Esiste un modo diverso attraverso il quale vedere la danza classica? A quanto pare sì e ad offrirlo è Simone Ghera, architetto e fotografo romano, classe 1959. Nei suoi scatti niente drappi rossi o fermi immagine di ballerine svolazzanti in aria come se nulla fosse. Il suo è un occhio diverso.

Un occhio che scruta l’essenza di queste incredibili danzatrici e i dettagli dei loro corpi scolpiti da ore e ore di allenamento. Ad essere esaltato è il duro lavoro che è alla base di ogni esibizione, di ogni passo.

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Chi è Simone Ghera

Quella di Simone Ghera per la fotografia è una passione che ha radici lontane. Già a 14 anni fotografava e sviluppava da sé le sue foto, realizzando anche dei fotomontaggi. Poi ci sono stati gli studi di architettura ed è iniziata la sua professione. (http://www.simonegheraphotography.com/)

Ghera è sempre stato profondamente attratto dalla creatività e non potendo applicarla interamente alla sua attività, qualche anno fa ha deciso di riprendere in mano la sua macchina fotografica e rispolverare una vecchia, ma mai sopita, passione. Così si è iscritto a un corso della Scuola Romana di Fotografia, durante il quale ha potuto approfondire molti aspetti tecnici, importanti tanto quanto l’aspetto più creativo.

E proprio il corso fotografico lo ha messo in stretto contatto con il mondo della danza classica. Il fascino verso questo magico universo Ghera lo ha sempre avuto, ma è stato proprio quando si è trovato a dover scegliere un tema per i suoi scatti che ha optato per il mondo della danza. Però niente palcoscenici o pose plastiche, le immagini di Simone Ghera ritraggono qualcosa di diverso dal comune. Il suo è un punto di vista differente.

La mostra “Dancer Inside”

Dal 2007 Simone Ghera ha collezionato numerosi scatti, parte dei quali costituiscono il progetto “Dancer Inside”. E come dice lo stesso nome, l’obiettivo che ha caratterizzato il progetto fin dai primi istanti è stato quello di catturare il lato umano delle ballerine di danza classica.
Ecco dunque che le immagini ritraggono le affascinanti danzatrici durante gli allenamenti, evidenziando la fatica delle prove, o nei momenti di relax. In queste immagini ad emergere è l’anima delle ballerine.

Ma non solo. Altri elementi rendono unici ed affascinanti tali scatti. Le proporzioni vengono rivoluzionate e i corpi sinuosi delle ballerine assumono dimensioni completamente nuove; gli orizzonti non sono mai dritti, ma sempre ruotati, fatto questo che conferisce enorme libertà sia al fotografo che allo spettatore; poi ci sono sfondi non convenzionali, le ballerine sono immortalate non sui consueti palchi, ma in luoghi di importanza storica e culturale o di rilevanza architettonica; per non parlare dell’utilizzo del bianco e nero che dona un fascino particolare, una forza diversa, a queste immagini già di per sé uniche nel loro genere; il centro delle foto, infine, è sempre in un angolo.

L’obiettivo di Ghera è quello di dare un taglio diverso alle immagini e di cogliere situazioni non convenzionali. Ghera ha scattato le sue fotografie tra Europa (Madrid, Londra, Roma, Berlino, Firenze), Stati Uniti (New York), Russia (San Pietroburgo).
Dopo esposizioni a Roma e Madrid, lo scorso luglio la mostra fotografica “Dancer Inside” è stata presentata a San Pietroburgo, al Pushkinskaya-10 Art Center, dove ha riscosso grande successo.

Adesso ad ospitarla sarà proprio il XX Municipio.  Dal 18 al 23 novembre 2011, infatti, la mostra fotografica “Dancer Inside” sarà allestita all’interno della Torretta Valadier di Ponte Milvio.

In vista di questo appuntamento VignaClaraBlog.it ha incontrato Simone Ghera in anteprima e gli ha rivolto qualche domanda per scoprire qualcosa in più su di lui e sulle sue fotografie.

L’intervista

Simone Ghera è un architetto che ha una grande passione per la fotografia. Qual è stato l’aspetto di questo mondo che l’ha affascinata? La creatività. Nelle mie fotografie seguo l’istinto e vado alla ricerca del particolare che colpisce di più. Sono architetto, mi occupo di antincendio, un settore molto tecnico nel quale non posso dare libero sfogo alla mia creatività, con la fotografia invece sì.
E poi c’è la totale soggettività. Il fatto che una stessa situazione possa essere fotografata in modi completamente diversi. Detestando l’omologazione, mi piace l’idea che sia possibile ottenere risultati totalmente diversi anche se ci sono mille persone a fare la medesima cosa.

Ha frequentato un corso alla Scuola Romana di Fotografia e lì è venuto in contatto con il mondo della danza. E’ stato un caso o una scelta? Sono sempre stato affascinato dal mondo della danza classica, soprattutto dal dietro le quinte, ma senza dubbio si è trattato di un puro caso. Durante il corso ho dovuto scegliere un tema e ho deciso di andare allo Ials, dove in quel periodo mia figlia seguiva un corso di danza. E’ così che ha avuto inizio il tutto.

Anche la scelta di fotografare le ballerine non sulla scena, ma durante le prove e gli allenamenti, è stata una casualità Non potendo accedere al palco in occasione delle performance ufficiali scattavo le mie fotografie nel backstage.

Nei suoi scatti presta molta attenzione all’utilizzo della luce. Perché? Il sapiente utilizzo della luce è una questione di tecnica e quest’ultima è molto importante anche in un lavoro estremamente creativo. Avere delle basi tecniche, infatti, permette di ottenere il risultato desiderato.
La danza è movimento, ma le sue fotografie catturano qualcos’altro. Può spiegare cosa? L’aspetto più intimo delle ballerine e i dettagli dei loro corpi, che però vengono messi a fuoco da una diversa prospettiva.

Nei suoi scatti mette in risalto le emozioni e la fatica delle ballerine. L’obiettivo è mostrare cosa c’è al di là di una esibizione perfetta? Certamente. Ci sono fotografie, ad esempio, in cui metto in primo piano la fatica mostrando il sudore delle ballerine. La danza è molto di più rispetto a quello che si vede durante la messa in scena di un balletto. Dietro a una danzatrice che sembra volteggiare in aria senza alcuno sforzo ci sono un lavoro e una fatica inimmaginabili.

Ho iniziato a scattare fotografie sul mondo della danza a Londra e il mio primo lavoro è stato proprio sul sudore, eseguito con l’obiettivo di mostrare la fatica delle danzatrici.

Ha seguito in giro per il mondo le maggiori compagnie di Germania, Spagna, Italia, Inghilterra, Russia e Stati Uniti. Qualche aneddoto o storia particolare? Il divertimento durante gli scatti. Creare la giusta situazione, la giusta atmosfera, è molto importante. I primi istanti sono sempre quelli più difficili, ma quando le ballerine cominciano a sentirsi a loro agio nascono situazioni molto divertenti. Spesso, tuttavia, c’è anche una buona dose di stress. Tante volte, infatti, le fotografie vengono scattate furtivamente, quando chi è addetto a sorvegliare le location che scegliamo si distrae o si allontana.

Diverse le esposizioni che hanno visto protagonisti i suoi scatti. Ne esiste una di cui ha un ricordo particolarmente emozionante? Senza dubbio quella di San Pietroburgo, dove ho avuto un riscontro inaspettato. In Russia la danza classica è una disciplina molto importante, che coinvolge addetti ai lavori e non.

La soddisfazione più grande è stata quella di ricevere commenti positivi proprio da personaggi provenienti dal mondo della danza classica. E poi da lì mi si sono aperte le porte dei teatri più importanti, questa cosa mi ha molto sorpreso.

Dal 18 al 23 novembre la Torretta Valadier di Ponte Milvio ospiterà la sua mostra intitolata “Dancer Inside”. Cosa potrà ammirare il pubblico? Ci saranno alcuni degli scatti che ho raccolto in questi ultimi quattro anni. Questo progetto vuole offrire uno sguardo diverso sul mondo della danza classica.

Come sottolineato precedentemente, scattando le mie fotografie utilizzo certamente la tecnica, ma a guidarmi è l’istinto e questo molto probabilmente emerge, arriva a chi si trova ad osservare i miei scatti. Di norma preferisco che siano gli altri a commentare il mio lavoro, ma posso dire che con il progetto “Dancer Inside” ho voluto catturare il lato umano delle ballerine, avvicinarmi alla persona.

Il libro

La mostra fotografica “Dancer Inside” di Simone Ghera è anche un libro. Il volume, che si può acquistare online collegandosi al sito http://www.simonegheraphotography.com/site/?page_id=3, comprende alcune delle fotografie scattate da Simone Ghera alle ballerine di danza classica in giro per il mondo.

Stefania Giudice

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