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Via Cortina D’Ampezzo – 500 ragazze ricevono Gheddafi

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gheddafi-a-roma.jpg10 ragazze per me possono bastare… così cantava Lucio Battisti nel 1970. Dopo quarant’anni, sarà per colpa dell’inflazione, sarà per ingordigia mediatica, al Colonnello Gheddafi ieri ne sono servite ben 500 per tenere la sua solita lezione di Corano nei giardini della residenza dell’ambasciatore libico in via Cortina D’Ampezzo.

Ricevute in due “turni” diversi, belle, eleganti, pagate 70 euro l’una dalla solita agenzia di hostess – preallertata da due giorni – in 500 si sono presentate alla lussuosa villa nel pomeriggio di ieri. Tre erano con il capo coperto dal velo islamico e pare che si siano convertite all’islamismo. Nell’accettare la loro conversione sembra che il Colonnello abbia detto “”L’Islam dovrebbe diventare la religione di tutta Europa”.

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Così ha preso il via la visita a Roma del “leader della rivoluzione” giunto ieri nella Capitale per festeggiare con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il secondo anniversario del Trattato di Amicizia italo-libico per suggellare il quale sui nuovi passaporti libici da quest’anno comparira’ la foto di Berlusconi e Gheddafi mentre si stringono la mano in occasione della firma del Trattato avvenuta il 30 agosto 2008 a Bengasi.

Atterrato a Ciampino alle 13.30 Gheddafi è sceso dall’aereo vestito con un abito tradizionale libico e scortato dalle immancabili amazzoni in tuta mimetica. Ricevuto dal ministro degli Esteri Frattini e dall’ambasciatore libico Hafed Gadur, ha passato in rassegna il picchetto d’onore sotto lo sguardo attento dei cecchini delle forze dell’ordine posizionati sui tetti. Poi, in auto, si è diretto in via Cortina d’Ampezzo dove, davanti la villa dell’ambasciatore era nel frattempo in corso l’appello delle 500 ragazze mentre all’interno gli ultimi colpi di martello venivano dati sui picchetti dell’immancabile tenda berbera. “La tenda – ha spiegato l’ambasciatore – è il simbolo di Gheddafi, lui si sposta con la sua tenda, che fa parte del viaggio: ci sono alcuni capi di Stato che quando vengono in Libia chiedono esplicitamente di essere ricevuti sotto la tenda”.

In serata, come da copione, Gheddafi si è concesso un bagno di folla in giro per Roma. Prima a Campo dè Fiori, poi – a piedi – a piazza Navona ed infine un’aranciata in piazza di Santa Apollinare. Il tutto sotto i riflettori delle telecamere e dei flash dei fotografi.

Oggi si replica. I bene informati dicono che altrettante ragazze saranno ricevute in via Cortina D’Ampezzo in attesa dell’inizio della conferenza sui rapporti fra Italia e Libia, prevista per le 17, e la successiva visita alla mostra fotografica sulla storia della Libia dagli anni precedenti all’invasione italiana fino alla firma del trattato di amicizia. Dopo il convegno Gheddafi si trasferirà alla Caserma dei Carabinieri di viale Tor di Quinto dove sarà ospite di Silvio Berlusconi e dove in serata avranno inizio i festeggiamenti veri e propri. Prima dello spettacolo equestre, davanti ad 800 invitati, dei trenta cavalieri berberi in sella a trenta cavalli giunti appositamente dalla Libia ieri sera, il presidente del Consiglio offrirà al leader libico l’iftar, il pasto di fine digiuno del mese di Ramadan. (red.)

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2 COMMENTI

  1. Vivo a 100 metri dalla sede dell’ambasciata libica e, da due giorni, sono vittima delle festività organizzate dal nostro governo per accogliere il dittatore generale Gheddafi. Festività che comportano lo scarico in via Cortina d’Ampezzo di vagonate di giovani donne che sostano davanti o fuori l’ambasciata in attesa di non si sa cosa. Tuttavia il problema non è questo. Quello che stupisce è l’assenza di reazione da parte delle donne italiane, di quelle donne che hanno lottato per l’emancipazione femminile, che lavorano onestamente e non ricorrono a scorciatoie. Perchè non si organizza una manifestazione di protesta davanti all’ambasciata libica? Non sarebbe meglio blandire cartelloni, o anche solo la bibbia, impugnare megafoni, cantare slogan di protesta invece di rimanere lì imbambolate in attesa del … nulla? 100 euro e una copia del corano non sono la mercificazione del credo femminile? La prostituzione morale è quello che il corano chiede alla donna dell’Islam? Dove sono le donne cattoliche, quelle che hanno sfilato contro le staminali o contro l’aborto? Possibile che si mobilizzino solo se convocate da questo o quell’altro uomo politico? E la curia? Il Papa?
    Io voglio che torni Emma Bonino, che parli alle donne e voglio che la sua onestà intellettuale sia ancora una volta esempio e ispirazione per nuove conquiste. E grido NO alla strumentalizzazione della giovinezza femminile da parte di chi vuole che i più distolgano lo sguardo e l’udito dai loro loschi affari distraendoli con vacui sorrisi da rotocalchi. Io voglio dignità per la donna italiana.

  2. Linearee chiaro l’articolo che rappresenta le vicende gheddafianro-romanesche. Condivido in parte quanto lamenta GIOVANNA TRIFONA (per inciso, se è la stessa persona, è un’amica che non sento da 30 anni e che frse adesso ritrovo). Non condibiso in fondo quello che sta facendo Berlusconi conGheddafi, alcune cose non le condiviso affatto, ma l’insieme è da comprensere: cercare di acquisire rifornimenti eenergetici essenziali, visto che ci hanno tolto le essenziali e irrinunciabili centrali nucleari. Molte cose di Gheddafi sono balle folkloristiche. Non abbiano da chiedere scusa in nulla a quest’uomo e al suo regime comne ho scritto in miei articoli (su L’Europa della Libertà on line e su Parvapolis on line) e non da oggi: la >Libia è stata creata dagli italiani, prima erano tre diversi governatorati dell’impero ottomano, e quelli costieri viveno di attività piratesca (ricordiamoci dell’assalto dei vascellio stelle e strsce per liberare i loro velieri da trasporto e la nascita dell’inno ei Marines: Tobruk). Gheddafi ha poi continuato la politica confinaria dell’Italia con il Ciad ex colonia francese: ci deve insomma tutto, ad iniziare dalla creazione dell’entità moderna di “libia”. Nostra colpa è aver contrbnuito foirse lentamente all’immenso processo di bonifica dei campi minati e il non aver riconosciuto tutti i diritti ai soldati libici che cobatterono nell’esercito italiano. Per il resto, l’austrada che xsi farà lungo la costa libica, sarà esclusivamente fatta con lavoratori italiani (e libici) e ditte italiane. Ultoima cosa non perdonabile a Silvio: il non avere ottenutoe forse neppure richiesto il rifacimento dei cimiteri italiani distrutti da Gheddafi. Grazxie per l’ospitalità di questo tardivo intervento e spero che la signora Giovanna contatti il vecchio amico di gioventù di Catania, alla quale potrete gentilmente trasmettere il mio indirizzo..

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