Decine di gazebo autoreferenziali organizzati oggi a Roma dalla Lega per esprimere solidarietà a Matteo Salvini, imputato nel processo Open Arms e sul cui capo pende una richiesta della Procura di Palermo di condanna a sei anni per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio, reati che avrebbe commesso nell’agosto 2019, quando, in qualità di Ministro dell’Interno, bloccò lo sbarco della Ong Spagnola Proactiva che aveva a bordo 147 migranti che furono fatti scendere a terra solo dopo 20 giorni grazie all’intervento del Procuratore della Repubblica di Agrigento.
E fra i tanti gazebo aperti oggi, il vicepremier e leader della Lega questa mattina ha visitato quello di Ponte Milvio, a qualche centinaio di metri dalla sua abitazione di Vigna Clara, dove ad aspettarlo c’era una selva di microfoni oltre a militanti, sostenitori e ai quadri di Roma Nord del partito.
“Che io sia colpevole mi è chiaro”, ha detto sorridendo mentre scattava foto con gli organizzatori del gazebo, rivolgendosi ai tanti cronisti e fotografi presenti sul posto previo un generoso tam-tam.
Salvini si è quindi intrattenuto con alcuni sostenitori del partito dichiarando: “Combattere il traffico di esseri umani è un diritto e un dovere riconosciuto dalla Costituzione. Che ci sia nel Parlamento, nelle redazioni o in un tribunale una certa sinistra che ritiene la difesa dei confini un reato che merita sei anni di carcere e un milione di euro di risarcimento danni per i poveri clandestini turbati, solo in Italia può accadere”.
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