Il triangolo no, non lo aveva considerato il re dei sorcini, quel Renato Zero che sdoganò i ménage à trois quando era vietatissimo parlare di sesso.
Ma qui parliamo d’un triangolo speciale, quello che lampeggiava sulle nostre tv, anni Settanta, quando la televisione “guardava” gli interessi delle famiglie e non si perdeva nella conta dei telespettatori.
Qui scriviamo di tv anni Settanta, col bianco e nero che imperava mentre un triangolino in basso, a destra del teleschermo, cominciava a lampeggiare. Era il segnale che sull’altro canale stava cominciando un altro programma, non per forza di cose interessante, ma quanto mai era un’opzione in più per chi assisteva ai programmi televisivi.
Quel triangolino, segno di reale sinergia fra i canali, un bel giorno smise di lampeggiare. E finì un’era, tipo quella di Carosello. Ma quanto ci piaceva quel triangolino, che offriva l’opportunità di scegliere.
Oggi no, oggi si vive coi mega-contratti televisivi, non si deve fare accenno agli altri. E se la “Pinco Pallino tv” ha pagato le prestazioni del personaggio Taldeitali, quel personaggio scompare di colpo dagli altri canali. Potere del denaro, direte voi. Ma colpa anche del telespettatore, che ha accettato la scomparsa del triangolino lampeggiante.
E allora noi diciamo “il triangolo sì, noi lo consideriamo ancora”.
Massimiliano Morelli
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