È un tratto micidiale quello dell’Olimpica compreso fra via Salaria e l’uscita su viale Tor di Quinto (il cui nome esatto è via del Foro Italico). L’assenza di guardrail – a dividere le due carreggiate c’è solo uno stretto e basso marciapiede – è stata spesso la causa di incidenti mortali con scontri frontali di auto che invadono la corsia opposta. Ben tre le vittime negli ultimi due anni.
A luglio 2022, a morire sul colpo furono due ragazze a bordo di un’utilitaria. Giorgia Anzuini, 20 anni, e Beatrice Funariu, 22 anni. Il 3 dicembre dello stesso anno, a morire in un letto d’ospedale dopo aver lottato per due settimane, fu Giacomo Sabelli, studente universitario di 22 anni, rimasto coinvolto in un incidente in quel tratto dell’Olimpica in cui si scontrarono tre auto con salto di corsia.
E dopo la richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda di Bea e Giorgia degli ultimi quattro dirigenti del CSimu (Coordinamento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana che fa capo al Dipartimento Lavori Pubblici del Comune di Roma), oggi dalla procura arriva una nuova richiesta di rinvio a giudizio per la morte di Giacomo.
Quel guardrail mai installato
Il tema è sempre lo stesso: se a separare le due corsie dell’Olimpica ci fosse stato un guardrail la possibilità di evitare la tragedia sarebbe stata concreta.
A rischio processo oggi sono altri tre funzionari del CSimu accusati di omicidio colposo dopo che il PM Francesco Basentini ha chiuso le indagini.
In base a quanto emerso da una consulenza disposta dalla procura, se nel tratto di strada dove è avvenuto l’incidente d’auto fosse stato montato un guardrail, il 22enne, che aveva perso il controllo della sua Smart, non avrebbe invaso la corsia opposta andando ad impattare con altri due veicoli.
Ora la parola spetta al GIP che dovrà decidere se rinviare a giudizio i tre funzionari o respingere la richiesta del PM.
Un tratto micidiale
Giorgia, Beatrice e Giacomo sono le ultime vittime di una lunga serie che dal 2001 ad oggi conta ben 23 decessi su quel tratto dell’Olimpica, nonostante che nel tempo si siano susseguite petizioni, inchieste giornalistiche, denunce in Procura senza che un solo metro di guardrail venisse montato.
Guard-rail annunciato mesi fa, lo scorso febbraio, ma di cui ancora non si vede traccia. Stando a un progetto dell’Anas commissionato dal Campidoglio, pare che installarlo sia fattibile, a meno di un unico punto che richiederebbe lo spostamento del lampione esistente. Dovrebbe essere lungo circa 1,6 km e costare circa 2,5 milioni di euro. I lavori dovevano cominciare ad aprile di quest’anno ma a oggi non se ne ha ancora notizia.
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Insomma la colpa è della ragazza che guidava, però si manda a giudizio tre persone,il mondo al contrario veramente.
Ma come si permette di dire certe cose ! Lei chi è egregio Patrizio, lei è un appartenente alle forze dell’ordine, è un vigile, lei ha avuto accesso ai verbali e alle consulenze dei periti per poter fare certe affermazioni ? Avanti, lo dica !
Percorro l’Olimpica fra Tor di Quinto e la Salaria una volta al mese per partecipare alle attività di un Circolo di lettura, un pò di cultura rilassa. All’andata, con inserimento da Tor di Quinto verso le 20,00, impiego anche 15/20 minuti imbucandomi in una fila continua, il lvello dei trasporti pubblici a Roma obbliga molti a servirsi dei mezzi privati. Al ritorno, anche oltre le 23,00, mi impongo di rispettare il limite di km/h. 50, con il rischio di essere tamponato da vetture che vanno a 80 all’ora e anche più veloci, e qualcuno magari mi avrà anche dato del vecchio rincç°§*?&%$. In quei miei itinerari di tarda serata non ho mai incontrato vetture della Polizia municipale, tanto da farmi pensare che in certi orari al volante ciascuno può fare quello che vuole.