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Derby di rabbia e di auto in sosta selvaggia

Lazio-roma
foto di repertorio
ArsBiomedica

Riecco il derby Roma-Lazio, preceduto da volantini antisemiti o inzuppati di “nostalgia”, inneggianti a tempi oscuri d’una Italia in guerra.

Stavolta fanno più caos loro (i volantini) delle radio locali, che lo sfottò lo “urlano” sì, ma a bassa voce, perché più si va in alto e più, se si cade, il “botto” fa male.

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È stracittadina diametralmente opposta rispetto a quella dell’andata, sono cambiati gli allenatori di entrambe le squadre e di sicuro all’epoca le prerogative erano altre.

La Lazio era vicecampione d’Italia, sognava in grande poi s’è persa e adesso vive nel dubbio “Europa si” ed “Europa no”; la Roma, che si leccava le ferite della finale persa in Europa league, vagheggiava una ripresa che, a conti fatti, sta arrivando solo ora che alla guida c’è Daniele De Rossi, sostituto di Mourinho.

Ma adesso che la zona Champions appare vicina si sono messe a correre pure Atalanta e Bologna, così da preoccupare per quei posti in prima fila nell’aristocrazia del calcio europeo.

Igor Tudor, sulla panchina laziale, convive con le amnesie d’una squadra ancora “sarriana”, che vince all’ultimo respiro contro la Juventus in campionato e poi si fa sorprendere dalla stessa formazione bianconera nella gara d’andata della semifinale di coppa Italia.

Sabato 6 aprile alle 18 si giocherà, come sempre accade nei derby, sull’orlo d’una crisi di nervi, per una sfida senza pronostico ma con la certezza che sarà oblio per gli sconfitti e apoteosi per i vincitori.

Beato chi fa il tifo per altre squadre, che non perde dieci anni di vita ogni volta che sta per avvicinarsi la sfida fra la Roma e la Lazio. E povero direttore di gara, comunque andrà sarà messo sul banco degli imputati, perché il tifoso è talmente infervorato che se la sua squadra perde 7 a 0 a Madrid col Real dirà sempre che la colpa è dell’arbitro.

Manco a dirlo, gli abitanti di zona saranno sequestrati, perché le strade che portano all’Olimpico quando si gioca a calcio diventano terre di conquista per chi spaccherà vetri di auto in sosta per rubare, per iconica vendetta o perché non c’è meglio da fare che un dispetto a chi fa le rate per comprarsi l’auto.

Che saranno parcheggiate come sempre pure sulle righe di mezzeria, oltre che sui marciapiedi e davanti ai portoni. Tanto… che fastidio danno? Forse, a queste latitudini, non siamo ancora capaci a convivere col dio pallone.

Leonardo Morelli

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