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L’etimologia applicata a Ponte Milvio

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Galvanica Bruni

Per la Treccani è un “Lavoro abborracciato, mal fatto“. Per altri dizionari è “una pacchianata, cosa fatta in maniera raffazzonata e pasticciata“.

Aldilà delle interpretazioni etimologiche ufficiali, per i romani è semplicemente la “pecionata“. Termine col quale fra il serio e il faceto bollano bonariamente una cosa malfatta.

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E’ infatti su di essa, vieppiù reiterata, che vogliamo spendere le ultime righe dell’anno sperando che il nuovo porti in dote all’Amministrazione un secchio di vernice.

Per cosa farne?  Per dipingere ex novo quel muro di Ponte Milvio spennellato in questi giorni con un discutibilissimo colore albicocca spento, peraltro già utilizzato a giugno del 2021 quando in un precedente intervento di “decoro urbano”  qualcuno aveva deciso che sì, che questo colore era quello che più s’addiceva al più antico ponte della capitale. Un ponte che nei suoi duemila anni di storia ne ha viste e vissute di cotte e di crude.

Ma un muro color albicocca smortarello no, questo proprio non se lo meritava. E che venisse spacciato per intervento di  decoro urbano ancora meno. Questo accadeva nel 2021. E dopo due anni e mezzo quello che per la Treccani è un “lavoro abborracciato, mal fatto” si è ripetuto in questi giorni.

Intignando“, – tanto per restare nel lessico romano -, dai magazzini comunali sono stati resuscitati altri bidoni di quell’albicocca privo di anima et voilà, il muro ridipinto. Ancora una volta, con un colore del tutto estraneo al contesto architettonico in cui è inserito e senza nemmeno avere un contraltare sull’altro lato. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Ci chiediamo se questa operazione abbia avuto l’avallo della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali perché una cosa è certa: mai  un muro adiacente a qualsiasi altro monumento della capitale verrebbe dipinto con un colore talmente e pacchianamente diverso dal contesto. E pensare che in queste ore c’è pure chi se ne bea.
Però, Treccani dixit.

Claudio Cafasso

 

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4 COMMENTI

  1. Non so se c’è o meno l’avallo della sovrintendenza, o quantomeno uno studio storico per aver motivato la scelta del colore. Però a mio modesto avviso non sembra cosi malvagio. Sicuramente meglio dei graffiti o magari di un colore più acceso o che contrastava nettamente con il contesto.

  2. Per quanto concerne la Torretta Valadier la situazione, da quando il Municipio XV ha verniciato le 4 porticine con un colore grigio/azzurro, grida vendetta.
    Inoltre il sito, unico nel suo genere, è stato sottratto, per comprovata incapacità gestioale, hai molteplici artisti che, con un costo sostenibile, potevano esporre le proprie opere per 6 giorni.
    Domanda:Perchè non viene ripristinata la possibilità di esporre ?
    Quante coppie hanno utilizzato la torretta per la loro unione con cerimonia civile ?
    Cordiali saluti.
    Gianmarco

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