Sabato 27 maggio, nell’anfiteatro della biblioteca “Galline Bianche” di Labaro, si è tenuta una assemblea di quartiere che ha dato vita al Comitato per la mobilità di Labaro e Prima Porta. Due i primi obiettivi che si sono posti i componenti: contrastare la nuova Fascia Verde e dire no all’aumento dei biglietti del trasporto pubblico locale.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, “data la complessità della questione e l’imminenza del provvedimento, si è deciso di respingere con forza ogni tentativo di riformarlo” affermano gli estensori di una nota a firma del Comitato nella quale si dice che “sono in corso diverse trattative per rivedere i confini della nuova Fascia Verde e per dare esenzioni a particolari categorie: queste azioni possono avere come risultato quello di dividerci in gruppi d’interesse e quindi d’indebolire il blocco di opposizione, spianando la strada ad un progetto irricevibile. Vogliamo rimanere uniti in nome dell’interesse comune dei nostri territori”.
Per questi motivi il Comitato intende respingere ogni ipotesi di trattativa affermando che solo quando la delibera della giunta capitolina verrà ritirata “si potrà aprire una discussione sul tema della mobilità sostenibile nella nostra città, avviando dei percorsi di progettazione partecipata”.
Per quanto riguarda l’aumento del prezzo dei biglietti di bus tram e metro (da 1,5 a 2 euro, gli abbonamenti annuali +100 euro), ritenendoli inaccettabili perché arrivano durante una crisi economica e in concomitanza con le restrizioni alla circolazione dei mezzi privati, il Comitato ha deciso di inviare una lettera alle amministrazioni e alle società coinvolte per chiederne il ritiro.
“Nel frattempo – conclude la nota – verranno messe in campo azioni di lotta territoriale che poi si dovranno raccordare in percorsi generali (non solo comunali, ma di tutta la provincia di Roma). Per le forme di lotta, ci sono state molte proposte, quelle accolte sono tutte ispirate al buon senso nella prospettiva di non arrecare eccessivi disagi agli altri lavoratori, scongiurando il rischio di innescare un conflitto tra i cittadini”.
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