Sgomberati tempo fa da sotto la rampa che dalla Flaminia porta a Grottarossa e al grande deposito Atac, i senza tetto non sono andati tanto lontano. Hanno semplicemente attraversato la strada e dato vita a un nuovo insediamento abusivo. E le condizioni di queste persone continuano a rimanere le stesse.
A volte anzi peggiorano, come in questo caso, perché una comunità di senza tetto per quanto ridotte all’osso ha comunque delle esigenze: deve avere un posto per dormire, acqua e fuoco per mangiare e scaldarsi. E poi deve avere anche una fonte di reddito che quasi sempre arriva dagli scarti della nostra società, dalla raccolta dei rifiuti. E’ inevitabile pertanto che accanto ad ogni insediamento si formi una discarica.
Nessuna eccezione anche in questo caso: la discarica c’è, ed è su quella rampa chiusa che da Via di Grottarossa porta alla Via Flaminia. Un tratto di strada non accessibile ai mezzi in transito ma che può essere facilmente utilizzato dal basso, ovvero dalla Flaminia. A sbarrare l’accesso infatti c’è solo un pezzo di rete di plastica arancione.
Al di là della stessa la discarica, dove i rifiuti sono diligentemente abbandonati con un certo ordine; c’è la montagnola di calcinacci, quella del legno, quella dei materassi e dei mobili ed elettrodomestici, quella dei rifiuti organici e infine il settore più ‘industriale’, quello delle auto. Pezzi di autovetture smontate, sezionate, fracassate formano infatti un gruppo a parte.
Il tutto a 20-30 metri dalla trafficatissima via Flaminia, non in una recondita area boschiva.
Francesco Gargaglia
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Ma siamo proprio sicuri che la discarica sia da attribuire esclusivamente ai senza tetto? Dalla tipologia dei rifiuti si può pensare a carrozzieri, muratori e giardinieri. Non ricordo il motivo per cui Via di Grottarossa sia ancora chiusa, nei ricordo da quanto tempo lo sia.