Depositata alla Corte dei Conti l’informativa dei tecnici del nucleo economico finanziario della Guardia di Finanza e perciò a disposizione dei 31 indagati per danno erariale.
All’inizio di ottobre la notizia: l’ex sindaco Alemanno e una trentina di manager di AMA, dal 2003 al 2020. Da Panzironi a Fortini, da Giglio a Bagnacani. Tutti ritenuti responsabili di aver procurato un danno all’azienda da loro guidata. Anche per omissione.
Oggetto dell’indagine della Corte la Tari, tariffa sui rifiuti che Ama ha riscosso ed iscritto a bilancio per conto del comune.
Artifici contabili e trucchi andati avanti per oltre tre lustri. Negli anni Ama – questa la tesi dei giudici dei Conti – avrebbe fondato la propria reputazione su un falso contabile, l’iscrizione nei propri bilanci della Tari che ha riscosso al posto del Comune e che ha trattenuto come compenso del mancato versamento del dovuto per il contratto di servizio relativo alla pulizia cittadina.
Un vorticoso giro di operazioni fino a perdere il conto della buona gestione, esponendo l’azienda all’indebitamento a breve con le banche per fronteggiare richieste di liquidità. Bilanci “taroccati” ed inerzia, queste le contestazioni ai 31 chiamati a rifondere 5 milioni e 400mila euro.
Nell’indagare tra le carte contabili di Ama le toghe di viale Mazzini hanno scoperto alcune stranezze, tra cui il ricorso al prestito bancario per provvedere all’aumento di capitale della controllata Ama Arab, costituita allo scopo di occuparsi dell’igiene urbana della capitale egiziana, il Cairo.
Avvisati gli indagati, adesso si attendono le deduzioni. Per capire come sia stato possibile questo colossale impiccio, durato 17 anni. (red/RL)
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