Ora, con tutto il rispetto della separazione fra un ex calciatore e una soubrette, coppia alla quale sono stati dedicati approfondimenti, pagine intere, meme, salotti televisivi e presto verrà pubblicato anche un libro, qua c’è da interrogarci se il pubblico vuole davvero questo.
Si parla tanto della perdita di lettori da parte dei giornali, ma si fa nulla, nelle redazioni, per invertire la rotta. Perché se il lettore – e premetto, con tutto il rispetto per l’attrice che sto per citare – si ritrova l’intera pagina di un quotidiano che va per la maggiore dedicata ai brufoli della De Angelis, qualche domanda (seria) bisogna porsela.
Se trova ampio spazio l’influencer che sottolinea il far west cittadino che si vive nella Milano da bere, qualche altro interrogativo serve farselo. E qui mi fermo, perché nella rassegna stampa oltre agli errori da matita, sia rossi che blu, si trovano spunti per una nuova teoria della psicanalisi.
Editori, direttori e compagnia cantante si rendono conto del fatto che lo smarrimento dei lettori e la perdita di copie vendute è costante, ma fanno nulla per arginare la caduta libera.
Qua si perde tempo con le manfrine di certi politici, e gli si elargisce spazio in quantità industriale non perché stiano dicendo cose intelligenti, ma solo perché alimentano polemiche che potrebbero scaturire l’ennesima guerra fra Guelfi e Ghibellini. Eppure gli spiragli per intuire che servirebbe invertire rotta ci sono.
Ripensate al referendum, pardon, al flop dei votanti dell’ultimo referendum. Fra le scuse più o meno plausibili offerte dai politici (e la stampa su certe dichiarazioni ha pasteggiato con spumante e vol au vent) è stato puntato il dito contro chi è andato al mare e chi si “disinteressa dei reali problemi del Paese”.
E non c’è stato un nano, e manco una ballerina, che abbia provato a dire che il popolino è preoccupato del non arrivare a fine mese molto più di quegli interrogativi sulla giustizia che interessano quanto il peso di un chicco di grandine.
Massimiliano Morelli
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