Qui dovrei scrivere la solita tiritera, ovvero ricordare l’appuntamento evidenziato nella locandina, riportando fedelmente orario e luogo, presenze importanti e motivo dell’incontro.
Ma visto che lo si può leggere nel manifesto, e magari la notizia già sarà stata letta su qualche testata di fede laziale, preferisco concentrare le attenzioni di queste poche righe sulla figura di Guy Chiappaventi, collega e amico che una volta scarrozzai sullo scooter, per partire “chissà da dove” e andare “proprio non so dove”, del resto abitavamo nella stessa zona da ragazzi, in vie vicine fra loro e che accarezzano l’Appia nuova.
Guy è un cronista particolare, serio e professionale, a volte indossa una scoppola strana, di quelle che se l’appoggiassi sul mio capoccione mi trasformerebbero in un “paino” degli anni Cinquanta, e ha occhialetto da professore; pare uno distante anni luce da te, è serio ma non serioso, e quando entri in intimità con lui pare conoscerlo da sempre.
Non abbiamo simpatie calcistiche simili (per cui questo “memo” per l’incontro del 21 maggio non è certo dettato dalla stessa fede calcistica), ma scrivo volentieri della sua nuova opera perché quando lessi “Pistole e palloni”, il libro che descriveva la breve epopea della prima Lazio campione d’Italia, mi si aprì un mondo.
Perché Guy ebbe in quel testo la capacità di miscelare in maniera perfetta sentimento e storia, aneddoti e lacrime, personaggi tutt’altro che da libro “Cuore” e attimi fuggenti d’una esistenza talmente effimera che a volte, mi dico, c’è la voglia di voltarsi indietro per fermare almeno l’immagine di lui e io sullo scooter. Che andiamo chissà dove…
Massimiliano Morelli
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