Fotografare per cogliere l’attimo e sentirsi più vicini. Carpe Diem è il titolo del corso fotografico ideato da Salute Donna Onlus per i malati oncologici dell’Ospedale San Pietro di via Cassia e tenuto dal fotografo professionista Stefano Casadio.
“Tutti hanno voglia di raccontarsi e la fotografia scatena l’entusiasmo di molti. Il corso vuole essere una via per vivere la malattia con più leggerezza, distrarsi, trovare nuove passioni e interessi, creare nuove relazioni, anche tra i pazienti stessi”, inizia a raccontarci Stefano Casadio, residente a Collina Fleming da sempre e che della fotografia ha fatto la sua passione e professione.
L’idea di usare la fotografia come supporto alla terapia, per creare qualcosa di bello e concreto, è nata da Ornella Galdino della Onlus Salute Donna, associazione che dal 1995 supporta i malati oncologici e promuove iniziative per l’educazione alla salute e alla prevenzione, con un’attenzione particolare ai tumori al seno.
Il corso Carpe Diem permetterà, quindi, di conoscere le tecniche base dell’arte fotografica avvalendosi di un affiancamento terapeutico. Infatti, durante tutte le lezioni saranno presenti un gruppo di psico-oncologhe e alcuni volontari che saranno da supporto ai discenti.
“Spesso loro vorrebbero essere invisibili, – aggiunge Casadio – noi vogliamo dargli un modo per mostrarsi, per questo alla conclusione del corso le opere saranno esposte in una mostra che sarà allestita dentro e fuori dall’ospedale”.
La struttura del corso
La prima parte del corso inizierà martedì 29 marzo e consisterà il 6 lezioni teoriche che potranno essere seguite all’interno dell’Ospedale San Pietro oppure comodamente da casa attraverso le registrazioni rese disponibile sul sito web della Onlus. Da aprile e a maggio, invece, si terranno le lezioni pratiche, alcune in uno studio fotografico allestito ad hoc in una sala dell’ospedale, altre all’aria aperta tra parchi e siti archeologici di Roma.
“Forniremo una dispensa da me realizzata – spiega Casadio – e un blocco bianco con una matita dove sarà possibile scrivere riflessioni sul corso, sulla fotografia, sulle proprie sensazioni. Partiremo dalle nozioni base e mano a mano ci sposteremo sulla metodologia per realizzare una foto computazionale, cioè fatta con il cellulare ma in modo professionale. Lo smartphone è uno strumento semplice e ormai alla portata di tutti ma con un gran potenziale”.
A giugno, a conclusione del corso, le opere saranno esposte all’interno dell’ospedale e una sede esterna ancora da definire. “La mostra fotografica sarà molto originale – ci assicura Casadio – perché le stampe saranno accompagnate da un’analisi psicologica elaborata dagli stessi fotografici insieme alle psicologhe. Verrà, quindi, raccontato quanto in un’immagine è apparentemente invisibile, quel che attrae senza esserne consapevoli, il pensiero dietro allo scatto”.
Le lezioni sono a numero chiuso (massimo 20 persone), ma le iscrizioni sono aperte a tutti, ai pazienti, alle famiglie dei pazienti e a chiunque possa aver voglia di avvicinarsi all’arte della fotografia imparando ad avere padronanza dei mezzi e delle tecniche. La sessione di marzo è già sold out, ma a ottobre si replicherà.
Giulia Vincenzi
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Stupenda iniziativa. Complimenti !!!!!