Riceviamo pubblichiamo, nell’ambito della nostra rubrica “lettere al direttore“, un accorato appello di un nostro lettore contro il consumo del suolo a Roma Nord e in particolare nelle campagne, ricadenti o meno nei confini del Parco di Veio. Il tema è stato già oggetto di articoli della nostra testata, l’ultimo è di giugno 2020 e tratta di Grottarossa, come appunto fa anche il nostro lettore.
“Egregio direttore, prosegue indisturbata la distruzione del Parco di Veio. In via di Grottarossa, ricca di siti archeologici, nell’area adiacente all’Ospedale Sant’Andrea, dove già risulta edificato un ipermercato, sta sorgendo un’altra speculazione edilizia”.
È quanto scrive alla nostra testata il lettore Marcello Morisani, sottolineando che “numerosi cartelloni con foto annunciano infatti la prossima realizzazione di un albergo e di cinque edifici a destinazione residenziale, con licenza di costruzione rilasciata nel 2020 dal Municipio XV (inizio lavori 23.3.21 e fine 20.10.23) e che l’ameno quartiere dal nome Colle Veio viene magnificato da frasi quali ‘Un aroma intenso di tradizione e cambiamento, una nuova realtà urbana lontana dal rumore e dalla frenesia, il richiamo di un esclusivo stile di vita circondato dal verde, comfort e servizi, nuovi appartamenti in vendita, fissa un appuntamento‘”.
“Giova rammentare in proposito che il programma di cementificazione del suolo all’interno del Parco di Veio vanta illustri precedenti. Sulla stessa via, proseguendo in direzione della via Flaminia, incontriamo il secondo mostro, un residence già in gran parte edificato ma da tempo abbandonato all’incuria con tutte le impalcature, una gru e rugginosi resti un cantiere abbandonato. Responsabile del tutto risulta una società per azioni con permesso di costruire del 20216 e data inizio lavori 4.12.2017 per la realizzazione di un complesso di edifici a schiera per 14 unità immobiliari residenziali”.
E come se non bastasse, incalza Marcello Morisani, “In via della Cava Bianca, adiacente al cantiere abbandonato, vi sono resti di un inizio di urbanizzazione, marciapiedi e strade invase da rifiuti e ostruite da una rigogliosa vegetazione spontanea, una villa palesemente abusiva e incompiuta, mentre altre ville risultano già costruite ed abitate nelle adiacenze dell’ospedale, nonché dell’ipermercato già citato”.
“Egregio direttore, vivo sulla Cassia dal 1966, al Km 11,2, e sono stato non muto testimone dell’urbanizzazione selvaggia dell’antica via consolare e della splendida campagna romana ben prima della nascita del Parco di Veio.
Ho denunciato evidenti abusi alle autorità preposte che si sono concluse con provvedimenti di sequestro dei manufatti abusivi, ma nell’impari lotta ho assistito alla costruzione del Grande Raccordo Anulare, e del suo raddoppio, alla costruzione del gigantesco Ospedale di Sant’Andrea rimasto poi abbandonato per 20 anni, alla concessione data dal Comune di Roma negli anni ’90 al Parco di Roma Golf Club dei terreni che dominano la valle della Crescenza col suo castello del 1200 (sottraendo così gran parte del parco alla cittadinanza), alla privatizzazione dello splendido Casale Molinario sulla via Flaminia con la magnifica torre piezometrica per il sollevamento dell’acqua, circondata da una corona di pini secolari, mentre altri edifici residenziali hanno ricoperto la rupe tufacea dominata dai pini donde il nome di Saxa Rubra in epoca romana, ed altre ville venivano realizzate lungo la via di Valle Vescovo, di fatto privatizzata completando così il quadro dei luoghi resi inaccessibili al cittadino, così come avvenuto per i Casali del Pino a La Storta, dove un antica azienda agricola da tempo abbandonata è stata ristrutturata per creare un agriturismo d’élite e un cancello chiude ora il sentiero, riportato peraltro sulla carta del parco, impedendo l’accesso all’Arco del Pino, stupendo monumento naturale di un arco di tufo coperto di lecci forse ampliato per consentire il passaggio della via Clodia e alla fonte di Re Carlo, suggestivo manufatto di epoca romana”.
“Per comprendere meglio cosa sta accadendo in tutto il paese e non solo nel nostro parco regionale di Veio, riporto ora qui i dati sul consumo del suolo in Italia dal rapporto dell’ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) relativo al 2021: ‘Ogni minuto secondo scompaiono 2 metri quadrati di aeree agricoli e naturali per l’impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo‘”.
“Ora, egregio direttore, in questo periodo sospeso del biennio di pandemia ho sentito parlare molto di energie rinnovabili, di piani per combattere il riscaldamento globale, l’inquinamento dei fiumi e del mare dalla plastica, lo scioglimento dei ghiacciai, la desertificazione dei territori, ma nulla sull’abbandono del territorio, sull’abusivismo edilizio permesso e tollerato dai famigerati condoni, donde le case costruite sulle aree golenali, sulla riva del mare, in prossimità dei ghiacciai, sopra i torrenti interrati, donde le sciagure dei paesi sulle ripide coste liguri o calabresi. Occorre una legge che regoli il consumo del suolo, che non è un bene illimitato, una legge drastica che sospenda qualunque nuova opera nell’edilizia pubblica e privata per un lungo periodo, una moratoria di anni che permetta solo il restauro e la conservazione del patrimonio esistente”.
Occorre – conclude il signor Morisani – una cura del territorio che compensi il danno creato dall’abbandono delle campagne, cura dei boschi, dell’alveo dei fiumi e dei torrenti, ripristino delle aree golenali. Un serio programma di opere pubbliche che creerebbe migliaia di posti di lavoro. Forse è troppo tardi per evitare la catastrofe ma credo che questa sia la strada da percorrere per salvare il bel paese, c’appennin parte, il mar circonda e l’alpe cantato dal Petrarca”.
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Quello che più fa male a tutti è il constatare come tutte queste nuove opere finiscano per restare vuote ed abbandonate al degrado. Basta percorrere la Braccianense passata l’Olgiata o percorrere il GRA fra la Cassia e la Colombo per capire questo.La solita domanda è: ma tutte queste nuove case necessitano veramente alla popolazione? Di fronte all’evidente e continuo calo demografico la risposta dovrebbe essere ovvia. Ribadisco quanto detto dal Signor Marcello Morisani circa l’assoluta,improrogabile necessità di una moratoria come da lui enunciato.
Io ho già notato che alcune attività a ridosso delle riserve naturali (su Via dei Monti della farnesina) hanno bellamente detratto suolo ai nostri ex paradisi/santuari di verde intonso, ai margini dei quali sono riposti carcasse di auto, cassonetti con umido, rifiuti e i maneggi fanno l’altro lavoro. Il risultato è che la riserva naturale a ridosso della Madonnina è diventata un’aiola infestata da cinghiali (e che belli, e quanti, e come stanno in salute, e come attaccano), mentre ville, maneggi, ristoranti e bistrot si beano dello spazio ormai privo di vita naturale.
Denunce e allarmi che lasciano indifferente la politica…proprio su questa testata sono stati pubblicati numerosi articoli sul consumo di territorio a Via di Grottarossa, dove si sta compiendo uno scempio ambientale; una delle aree verdi più belle di Roma Nord si sta ricoprendo di cemento tra residence, ville con piscina, istituti religiosi, centri commerciali….si è COSTRUITO PERFINO A POCHI METRI DALLA BELLISSIMA TORRE MOLINARIO….UNA VERGOGNA! E che fanno i politici? Vanno in pompa magna ad inaugurare una parte del Parco Volusia (peraltro frutto di una controversa compensazione edilizia) mentre l’intero territorio del comune di Roma è ricoperto di rifiuti e in preda al degrado ambientale…