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    A proposito di Drusilla Foer…

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    Galvanica Bruni

    Accade che nel mondo del lavoro, pure se sei bravo, non si accorgono di te. Non vai nei salotti giusti, non hai le conoscenze giuste, non c’è uno “zio prete” o un nanerottolo della politica che ti diano una spintarella.

    Accade che devi inventarti qualcosa per sbarcare il lunario. Una volta ho mandato venti curriculum vitae (si, lo so, il plurale è curricula, ma visto che è sempre lo stesso, scrivo al singolare) ad altrettante testate d’informazione, più o meno importanti. Ne ho firmati venti col nome di una donna, venti (gli stessi) col nome di un uomo.

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    Le venti testate hanno tutte risposto a Silvia, proponendo qualcosa; solo una ha risposto a Franco, ma ai totali la risposta comunicata al maschio è stata “le faremo sapere”.

    Accade che in un film datato, Dustin Hoffman interpreti “Tootsie” per lavorare, e la stessa cosa se la inventa Gianluca Gori, che si traveste da Drusilla Foer con lo stesso risultato del due volte premio Oscar nato a Los Angeles.
    E a Sanremo Drusilla-Gianluca “spacca”, mostrandosi miglior compagna possibile e immaginabile di Amadeus per condurre il festival di Sanremo.

    Ora, a prescindere dalla dietrologia, da chi immediatamente ha eletto la signora Drusilla come emblema di chissà quale organizzazione (sindacale, politica o “arcobalenata” fate voi) tralasciando il fatto che l’attore che la interpreti sia eterosessuale, ci si dovrebbe interrogare su tante cose.

    Su un Paese sbagliato per esempio, dove la notizia del giorno a seguito del discorso di Sergio Mattarella nel giorno del secondo giuramento da Capo dello Stato non si sofferma sulla parola “dignità”, ma sui cinquantacinque applausi ricevuti dal Presidente della Repubblica durante il suo discorso.

    Massimiliano Morelli

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