Home ATTUALITÀ Sergio Caputo: «il mio concerto del 2 marzo all’Auditorium»

    Sergio Caputo: «il mio concerto del 2 marzo all’Auditorium»

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    Galvanica Bruni

    Mercoledì 2 marzo, con inizio alle ore 21, la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà il concerto di Sergio Caputo, che ci ha rilasciato l’intervista che segue.

    Dopo qualche anno di assenza (leggi qui e qui), il cantautore romano, che vive e lavora in Francia, tornerà nel complesso progettato da Renzo Piano per proporre al pubblico un accattivante viaggio nel suo repertorio più che quarantennale.

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    Accompagnato da Fabiola Torresi (basso e voce) e Alessandro Marzi (batteria, voce e piano), Caputo – voce e chitarra – presenterà in una scintillante veste pop-jazz molti brani storici, alcune rarità e nuovi classici.

    «In trio siamo sempre sul pezzo!»: quattro chiacchiere con Sergio Caputo

    Sergio, ci sono alcune cose che non rifaresti? Avrei evitato l’università, per dedicarmi direttamente alla musica, mi sarebbe piaciuto imparare il piano, per esempio. La vita non sempre ti punta nella giusta direzione, bisognerebbe ascoltare di più i propri istinti.

    E questa benedetta libertà sei riuscito, poi, a capire dov’è? Non cedere mai ai bullismi del potere, che si annidano in ogni dove. Cercare di fare sempre ciò che si vuole fare, non ciò che vogliono farti fare gli altri.

    C’è un momento preciso in cui ti sei detto: «sarò un musicista per tutta la vita»? No, non c’è stato neanche fino ad ora. Ho imparato che si possono fare scelte inimmaginabili anche in età avanzata.

    Sei mai stato tentato di mollare? La musica è sempre stata nel mio DNA fin da bambino, anche se la mollassi come professione, continuerei a farla per me e per le persone che mi sono care.

    Nel corso della tua carriera emergono collaborazioni eccellenti: un tuo ricordo di Tony Scott e Dizzy Gillespie? Ci vorrebbe un libro intero! Tony Scott lo vedevo sfrecciare per Trastevere sulla sua spider rossa, barba al vento… e quando suonava andavo a sentirlo, sapendo che prima o poi lo avrei beccato. E così fu: fece tutti i sax di «Italiani Mambo».

    Dizzy me lo presentò proprio lui, una volta, a Linate. Dizzy arrivava da New York e io partivo per andare proprio lì. Poi, ricordo Dizzy che nella hall di un hotel, con walkman e cuffie, iniziò a battere il piede sui miei provini, e capii che avrebbe suonato i miei pezzi.

    Qual è la cosa più bella che ti hanno detto dopo un concerto? Mi dicono tante cose belle, ma ciò che mi colpisce di più è quando mi dicono che li ho aiutati con la mia musica a superare momenti difficili e a ritrovare la fiducia nella vita.

    Pare che tua moglie Cristina, alias “la Caputologa”, ne sappia più di te sulla tua musica… Vero! Lei ricorda tutto: canzoni, album, anni di pubblicazione, etc. Ogni tanto lei e Ubaldo Pantani, altro “caputologo” oltre che amico, si sfidano a colpi di frasi, spesso cose che neanch’io ricordo di aver scritto.

    Il tuo rapporto con Sanremo? Mi ha dato e mi ha preso.

    Sei da tempo un artista indipendente: quali sono i vantaggi e le difficoltà di questa scelta? I vantaggi sono che fai quello che ti pare, quando ti pare e come ti pare. Ehi: non che non lo facessi anche prima!!!

    Gli svantaggi sono una perdita generale di visibilità media, e anche una minore presenza sugli scaffali, che una volta erano fisici e ora sono virtuali. Ma fa parte del gioco.

    Il concerto del 2 marzo sarà in trio: perché questa scelta? C’è una maggiore espressività musicale. Quando si è in tanti sul palco si tende a “suonarsi addosso”, si perde il groove dei brani. In trio siamo sempre…ehmm… sul pezzo.

    Qualche anticipazione sulla scaletta? Questo non si può: è come spoilerare un film! Però, gli “immancabili” ci saranno tutti!

    E i concerti insieme a Baccini? La scorsa estate ne abbiamo fatti. Se ce li chiedono, gli Swing Brothers ci sono!

    Qualcosa che ho tralasciato? Ce lo raccontiamo la prossima.

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    Il Sergio Caputo Trio si esibirà mercoledì 2 marzo alla Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica. I biglietti sono già in vendita e possono essere acquistati alla biglietteria centrale dell’Auditorium e on line, cliccando qui.

    Giovanni Berti

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