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Roma, la città più verde d’Europa

alberi a roma
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Roma è la Capitale più verde d’Europa ma è anche il comune agricolo più grande d’Europa; nonostante questo c’è ancora chi si ostina ad affermare che nella capitale e nel suo territorio ci siano pochi alberi. Chi lo dice evidentemente non conosce la “Roma-verde” o ha poca confidenza con gli alberi.

Si stima che nella città eterna ci siano non meno di un milione di alberi (stima dal Servizio Giardini capitolino); certo, ce ne potrebbero stare di più, ma non si deve dimenticare che gli alberi una volta piantati richiedono poi cure e manutenzione.

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A Roma gli alberi sono dappertutto e non solo in parchi, ville, giardini e riserve ma anche lungo le strade e nelle piazze, nelle scuole e caserme, negli ospedali (all’interno dell’ospedale S. Filippo Neri, nella parte posteriore all’ingresso principale c’è un esemplare di Carrubbo  che definirlo straordinario è davvero poco…) e nei cimiteri, che sono degli straordinari orti botanici. All’austero cipresso si affiancano decine di specie diverse che crescono liberi dalle costrizioni dell’urbe: pioppi, platani, cedri, lecci, pini, olivi, tigli, alloro e perfino “alberi dei rosari”.

Però dopo tantissimi anni  finalmente si comincia a capire che gli alberi devono essere messi all’interno delle aree urbane con determinati criteri e con una particolare attenzione a quello che accadrà poi dopo 10-20-30 anni.

In strade striminzite, in passato  sono stati piantati alberi che avrebbero trovato la loro giusta collocazione nei grandi parchi (come il platano), alberi che cresciuti a dismisura hanno occupato i marciapiedi sventrandoli con le loro radici; soffocati dagli edifici, poveretti,  hanno cercato la luce del sole assumendo forme bizzarre e di conseguenza potature drastiche.

Oggi fortunatamente dove non c’è sufficiente spazio e luce vengono piantati alberi rustici e sempreverdi a lenta crescita e resistenti al clima della città.

Ginkgo-biloba, l’esotico nella capitale

Nel quartiere Prati invece, in Via Terenzio e Via Fabio Massimo sono stati piantati  lunghi filari di Ginkgo-biloba, un vero e proprio fossile vivente. Albero dalle origini antichissime (da 50 a 250 milioni di anni fa), originario della Cina, a ragione della sua bellezza e particolarità è stato esportato in tutto il mondo. La prima pianta venne portata ad esempio in Italia nel 1750  a Padova dove ancora sopravvive.

Albero a rapida crescita, raggiunge anche i 30-40 metri e ha delle foglie ad imbuto che in autunno assumono uno splendido colore giallo (in questi giorni i marciapiedi dove sono stati piantati i Ginkgo sono ricoperti di un soffice tappeto giallo).

La scelta di questo albero,  che in effetti cresce molto e perde le foglie, è stata fatta, oltre per la sua bellezza, probabilmente anche per la sua resistenza alle temperature estreme e all’inquinamento.

Alcuni Ginkgo abbattuti dall’esplosione dell’atomica a Hiroshima tornarono dopo un anno  a germogliare confermando così la grande vitalità di questa pianta.

Ogni albero ha la sue necessità

La presenza di questi bellissimi alberi nel centro di Roma ci conferma che la Capitale è una città con tantissime piante di ogni tipo  provenienti anche da paesi esotici ma ci mette però in guardia su quelle che sono le necessità di questi longevi esseri viventi.

Ogni albero ha sue criticità che non possono essere assolutamente ignorate e sono pochi quelli che si adattano ad ogni terreno (come il Ligustro o lo Spaccasassi).

Ogni albero necessita, oltre che di luce e di acqua, anche di cure contro funghi e parassiti e, se necessario, di potature; insomma non si possono piantare alberi in ogni dove senza un giusto criterio e poi dimenticarsene: nessuno di noi dopo aver comprato una  pianta in un vivaio la abbandonerebbe poi al suo destino.

Gli alberi per noi umani rappresentano la “Vita” e pertanto più alberi ci sono meglio è. Ma avere molti alberi significa anche avere le risorse per farli crescere al meglio.

Francesco Gargaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4 COMMENTI

  1. Articolo senza senso… che sia una città con tanto verde giustifica che stiano ammazzando e togliendo tanti , troppi alberi sopratutto nella nostra zona? con questa giustificazione vive Roma.. ha i monumenti , ha la storia , allora non facciamone ancora… ma che ragionamento è? la nostra zona ha perso tantissimo verde negli ultimi 2 anni. senza rispetto e senza alcun senso logico. continuiamo a grocciolarci del fatto che Roma sia verde ?

  2. Ho trovato l’articolo interessante e scritto da uno appassionato della nostra bella Roma. Ha ragione Bea quando dice che la nostra zona sono stati “ammazzati” tanti alberi. Decenni fa la zona di via Valdagno era tutta pineta. I pini sono stati abbattuti per far posto alle palazzine negli anni 60 e i superstiti sono molto vecchi e a rischio. Un anno fa un pino centenario altissimo è caduto rovinosamente sbarrando via Cappelli, fortunatamente senza danni gravi. Via Cappelli in primavera si trasformava in una galleria formata da rami degli alberi piantati sui marciapiedi resi impraticabili. Ora ne rimangono molti tronchi di quelli tagliati. Impossibile sostituirli.
    Ho visitato tutti i parchi londinesi. Sono di incredibile bellezza nelle giornate di sole.
    Recentemente sono tornato a Villa Borghese, al giardino del Lago dove da bambino giocavo con le barchette di carta sul ruscello ora in rifacimento. Entrando dal lato verso le Belle Arti, sono rimasto colpito dalla amenità del posto allietato, tra l’altro, in quel momento da un’arpista di strada che suonava “Alleluja” di Cohen.
    Per me Roma, forse perchè ci sono nato e vissuto per decenni, non solo è la città più verde d’Europa, ma anche la più bella ed accogliente. Le altre capitali europee non reggono al confronto. Orgogliosamente romano, mi rattristo nel vedere la città sporca, ma spero che le moderne tecnologie alla fine il problema venga alla fine risolto.

    • Gentile Signor Fenizi, apprezzo il Suo ottimismo sulla città di Roma, non comprendo quali possano essere “le moderne tecnologie” che dovrebbero risolvere il problema di Roma sporca.
      Buona serata

  3. Complimenti per l’articolo. Spero che si cominci a curare il verde nel nostro quadrante, in particolare rimettendo in sesto le alberature (penso in particolare a via Fleming e ai tanti alberi di Giuda che nel nostro quartiere sono stati eliminati ultimamente per vari motivi).

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