Home ATTUALITÀ Cesano, in piazza contro l’antenna di via Ponte degli Incastri

Cesano, in piazza contro l’antenna di via Ponte degli Incastri

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Galvanica Bruni

Una vicenda iniziata poco meno di due mesi fa e che si è conclusa – per il momento – lo scorso 24 giugno quando i cittadini di Cesano hanno visto svettare una nuova antenna telefonica, alta una trentina di metri, in via Ponte degli Incastri.

Erano appunto un paio di mesi che i residenti dei terreni adiacenti e delle case accanto vedevano movimenti poco spiegabili: sopralluoghi, allaccio di contatori, la realizzazione di un basamento di cemento. Infine, con il plinto per il palo la successiva installazione hanno capito di cosa si trattava: di un’antenna di decine di metri.

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Di tutto questo loro, i residenti confinanti e i cittadini tutti di Cesano, non ne sapevano nulla. Ma il peggio è che anche il Municipio XV, quell’ente di prossimità che avrebbe dovuto con largo anticipo darne notizia affinché chi avesse voluto avrebbe potuto presentare istanza di opposizione all’installazione così come previsto dalle norme in vigore, non ne sapeva nulla.

Questo perché il Dipartimento capitolino PAU, deputato a ricevere le richieste di installazione di antenne dagli operatori telefonici, non aveva trasmesso la pratica al XV così come invece avrebbe dovuto fare. Il Municipio è rimasto all’oscuro, i cittadini pure, sono trascorsi i novanta giorni canonici senza alcuna opposizione et voilà, il gioco è fatto: l’antenna è stata installata.

Ora è là che svetta, in via Ponte degli Incastri.
Ed è proprio là che domani, martedì 29 giugno, alle 9,30 scenderanno in piazza i residenti per manifestare tutto il loro dissenso nei riguardi dell’antenna e di come questa vicenda è stata gestita. L’appuntamento è all’altezza del civico 100.

C’è chi dirà che è un controsenso ribellarsi all’antenne quando poi ci si lamenta che il cellulare non prende, che la Nazionale in streaming si vede a pezzi e bocconi, che google-maps non risponde.

Ma basta calarsi nei panni dei residenti di Cesano, che per decenni hanno subito l’elettrosmog dell’imponente impianto di Radio Vaticana, per capire che vogliono vivere in tranquillità e convivere con le emissioni nel rispetto dei limiti di legge.

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