Dopo l’allarme sanitario lanciato dai medici di Roma in relazione all’emergenza rifiuti nella capitale, scende in campo il Codacons che chiede l’intervento urgente dell’Esercito per evitare una crisi igienico-sanitaria senza precedenti e l’esplodere, dopo il Covid, di una nuova epidemia.
“Presentiamo un’istanza urgente al Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, affinché invii con urgenza militari e mezzi speciali a Roma per contribuire a ridurre la presenza di rifiuti in strada nelle situazioni di particolare criticità”
A renderlo noto è il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, spiegando che “la condizione di allerta massima della capitale giustifica un intervento dell’Esercito, perché le tonnellate di rifiuti che si stanno accumulando lungo le strade della città rappresentano un rischio imminente, grave e tangibile che mette a repentaglio la salute dei cittadini”.
Con il caldo infatti la spazzatura che marcisce sotto al sole da un lato genera odori insopportabili tali da ledere in modo diretto i diritti degli utenti, dall’altro alimenta il pericolo di una nuova epidemia, e attira insetti, topi, cinghiali e volatili, mettendo a serio rischio la vita dei residenti, spiega ancora il Codacons.
“Addirittura in alcuni quartieri – sottolinea l’associazione – gli abitanti sono costretti a chiudersi in casa e a non uscire in strada per non respirare i miasmi nauseabondi che provengono dalla spazzatura che marcisce sotto il sole e non viene raccolta da giorni”.
“Per tale motivo, e di fronte alle incapacità del Comune di Roma e della Regione Lazio, presentiamo una istanza urgente al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese affinché si attivi per inviare l’Esercito a Roma e salvare i cittadini da una situazione non più tollerabile” conclude Rienzi.
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Questa non ci voleva proprio, anche i Medici di Roma scendono in campo per conto loro e contribuiscono a creare panico e terrore su una situazione di semplice accumulo di rifiuti che è stato spiegato dai Giornali e Telegiornali per il sopraggiunto blocco di una struttura di deposito o di trattamento.
Il Codacons ed i Medici di Roma devono anche loro cominciare a fare riferimento a un qualche movimento politico essendo in atto (ormai dagli anni 2000) i noti cambiamenti globali ed epocali.
Il Trattamento dei rifiuti solidi e liquidi urbani è una materia conosciuta bene, appassiona l’opinione pubblica perché strettamente collegata all’ambiente, alla riduzione di CO2, ai sottoscritti accordi sul Clima e disgraziatamente accende miriade di riflettori sui lavoratori e sulle società di gestione e trattamento dei rifiuti solidi e liquidi urbani che svolgono questa loro attività da che mondo è mondo, per così dire!
Anche i Medici di Roma insieme al Codacons servirebbe una riflessione sulla cultura del lavoro e sulle tante normative emesse per la tutela della salute dei lavoratori, dell’ambiente e delle popolazioni, che AMA rispetta ed è obbligata a rispettare, se i medici di Roma attenti osservatori del mestiere, insieme al codacons ravvisano violazioni strettamente legate a norme conosciute e scritte possono rivolgersi comodamente alle forze dell’ordine, atteggiamento responsabile di liberi cittadini con tanto di nome e cognome nelle eventuali denunce per ogni singola ravvisata omissione, diversamente è possibile incappare nel reato di procurato allarme con preclusioni gravi proprio per per la cultura del lavoro che accoglie con malavoglia i protagonisti di ogni tribunale.
La grave miopia politica di taluni spinge a difendere l’indifendibile e negare l’evidenza dei fatti; e così la monnezza che da anni ricopre Roma diventa “un semplice accumulo di rifiuti” e il CODACONS un soggetto che neppure è in grado di capire le spiegazioni di “giornali e telegiornali”…..Ora se io fossi il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, alla richiesta di mandare i militari a spalare rifiuti risponderei con un “No grazie…ma i miei soldati non vanno! Dal momento che il Comune di Roma incassa la tassa sui rifiuti e le addizionali più alte d’Italia, che ci pensassero loro”……. sempre che ne siano in grado! Non nobis domine.