
Le novità in via Cortina d’Ampezzo non si sono esaurite con l’apertura del piccolo parco all’altezza del civico 216 sorto dal nulla grazie alla tenacia di Francesca Merola, ma continuano con la possibilità offerta di esplorare, partendo dallo stesso, uno spicchio della Riserva Naturale dell’Insugherata.
Il parco infatti, oltre a esser stato abbellito con piccole creazioni artistiche, è stato attrezzato con una semplice segnaletica che contraddistingue alcuni sentieri che portano nella Riserva, sentieri che sono stati anche identificati con un QR code e una traccia GPS.
Da lì è quindi possibile scendere nella valle sottostante e dirigere verso Via dell’Acqua Traversa o risalire verso Via Rosa Gattorno e il bosco di Santo Spirito: i sentieri sono tanti e nessuno presenta, nonostante piccoli dislivelli, particolari difficoltà.
Noi abbiamo deciso di percorrere quello che attraverso un sentiero a mezzacosta compie una sorta “u” aggirando la piccola valle e raggiungendo il versante opposto per poi scendere verso la Rimessola (“Sentiero per il versante opposto” così è stato simpaticamente identificato sulla tabella in indicativa).
Il sentiero scende ovviamente verso il basso lungo una sterrata con radici aeree e piccoli gradini realizzati artigianalmente e dopo un piccolo passaggio dove ci si può aiutare con una corda sbuca in un pianoro.
Riprende poi alla fine del pianoro e piegando a destra, dopo un tratto pianeggiante, continua a scendere verso il fondo valle fino a sbucare su di un sentiero abbastanza largo. A sinistra dirige verso la Trionfale mentre a destra si va ad immettere sul percorso della Valle della Rimessola all’altezza di un cancello metallico e di un minuscolo corso d’acqua che scende dall’alto della collina.
Questo ovviamente è anche terreno di istrici e cinghiali (li abbiamo sentiti distintamente grugnire tra il folto dei rovi) e se decidiamo di andare con il cane è sempre preferibile tenerlo al guinzaglio.
Il sentiero è vario e interessante; in questo tratto la vegetazione è rappresentata soprattutto da olmi, alberi di Giuda, e poi rovi, ginestre e non mancano neppure alcuni arbusti di Teberinto.
Per percorrerlo tutto, andata e ritorno e a passo vivace, ci vuole circa un’ora; la direzione, oltre al tracciato in terra, è data anche da alcuni “segnavia” fatti con nastri colorati o con piccole copertine realizzate all’uncinetto e avvolte intorno a giovani alberi. Una traccia fantasiosa e colorata che aiuta a mantenere la giusta direzione.
Ciò che è stato fatto in questa piccola area e nei sentieri è la dimostrazione di quanto l’attività di residenti, volontari e comitati sia importante al fine del recupero e mantenimento di un’area naturale e protetta; ma non solo, proprio attraverso la frequentazione si assicura anche una sorta di vigilanza indiretta contro abusi e vandalismi.
Francesco Gargaglia
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si può percorrere in mtb?
No
Oggi ho percorso i sentieri ed ho riconosciuto due cose: la prima riguarda la mia adolescenza, andavo in questa parte del parco dell’Insugherata da ragazzo ed ho riconosciuto i luoghi, anche se l’assedio urbanistico è aumentato e vi è un aumento di vegetazione arborea o rovi là dove prima vi erano pascoli. La seconda riguarda il lavoro fatto, complimenti a chi ha fatto i percorsi e tracciato i sentieri. Segnalo che l’area si trova all’interno della Riserva naturale istituita con legge nel 1997 e dunque è soggetta a tutele e vincoli, per cui qualsiasi intervento che altera suolo o vegetazione dovrebbe essere concordato con l’Ente gestore, Roma Natura. So che c’è un dialogo tra istituzioni e cittadini che si sono prodigati nel prendersi cura dello spazio verde, ma almeno si dovrebbe mettere un cartello per ricordare che siamo in una area protetta, che non si possono raccogliere o tagliare piante, non si devono disturbare gli animali, i cani devono stare al guinzaglio, ecc. Segnalo che un sentiero passa più volte vicino a tane di volpe riutilizzate da istrici, in parte ostruite o crollate. Bisognerebbe porre attenzione nel non disturbare gli animali soprattutto nel periodo riproduttivo. Segnalo anche che le installazioni, tessuti colorati che avvolgono i tronchi, possono essere carini nell’area di accesso, ma nel bosco dovrebbero essere eliminati poiché non consoni ad un ambiente naturale e possono intimorire o disturbare la fauna selvatica. Grazie per l’attenzione. Duccio Pedercini
Sottolineo che è molto importante che i cani siano tenuti al guinzaglio nelle riserve naturali, sempre e comunque. Non solo per non disturbare gli animali selvatici, ma per garantire l’incolumità dei nostri stessi animali.