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    La diversità di un Natale comunque da amare

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    Galvanica Bruni

    Natale mai come quest’anno è la speranza di uscire dal tunnel della pandemia, e a rimestare nel passato viene da sorridere a quante tiritere abbiamo fatto, fino allo scorso anno, alla vigilia del Natale, quando eravamo “liberi di fare” e soprattutto di muoverci.

    Per certi versi eravamo perfino paranoici, avevamo scuse banali per andare da questo o da quel parente, e ci infastidiva dover incontrare quel cugino con cui ci guardavamo in cagnesco da quando eravamo ragazzini. Adesso quel cugino lo abbracceremmo senza remore, e andremmo a pranzo pure da nostra suocera, pure se ha sempre da ridire. Su tutto.

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    Cambia l’atmosfera natalizia, e hai voglia a dire che questo “sarà comunque Natale”, manca la verve degli altri anni e a malapena ci rendiamo conto di stare alla vigilia della festa per quelle file osservate davanti ai negozi; e per le consuete luminarie, che comunque stavolta sembrano essere spente, anche perché dopo le 22 bisogna stare a casa, e le lampadine a malapena riusciamo a osservarle accese.

    Niente acquisto dell’ultima ora, abitudine vecchia come il cucco, stavolta siamo diventati precisini e per lo meno non abbiamo fatto ammattire i negozianti sbarcando in negozio alle 18 del 24 dicembre, roba che tutti, o quasi, abbiamo avuto un comportamento simile.

    Servirebbe scrivere un editoriale natalizio di speranza, ma risulta difficile, i presupposti non ci sono e hai voglia a pensare che il prossimo anno di questi tempi viaggeremo senza mascherina, dimenticandoci del distanziamento sociale. I presupposti già oggi non li intravediamo, e diventa inutile illudere, e soprattutto illuderci, che “il male svanirà a breve”.

    La speranza sta in un vaccino che è alle viste, e tanto basta per ampliare la fiducia. Ma ai totali trascorreremo feste natalizie come stessimo in un carcere con la porta aperta.

    Però una cosa è certa. Annotati i numeri dei morti dettati dalla pandemia nel 2020, e quanto sia stato disgraziato quest’anno, forse è il caso di abbozzare un’idea positiva. Intanto… ci siamo. Buon Natale.

    Massimiliano Morelli

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