A soli tre giorni dal passaggio della maggior parte delle regioni d’Italia in giallo e dopo un weekend prenatalizio che, complici le riaperture e il bel tempo, ha visto migliaia di persone affollare le vie dello shopping delle grandi città, torna l’allarme assembramenti e il Governo pensa già a una nuova stretta per Natale.
Sembra così sfumare l’ipotesi di riapertura dei Comuni per consentire gli spostamenti durante le festività mentre si fa sempre più strada la possibilità di un nuovo lock-down, previsto proprio nei giorni di Natale.
La decisione finale è attesa nelle prossime ore dopo una due giorni di vertici tra il premier Conte e i capidelegazione e di riunioni straordinarie del Comitato Tecnico Scientifico, il tavolo a cui il Governo proprio al termine del weekend è tornato a chiedere nuove indicazioni.
A preoccupare di più i dati sui contagi, con un’incidenza dei nuovi casi ancora alta, il numero altissimo delle vittime, l’impossibilità di un controllo specifico sul territorio e il rischio di assembramenti non controllati per il periodo natalizio.
Per fare il punto della situazione la redazione di VignaClaraBlog.it è tornata a intervistare Fabio Ciciliano che dall’inizio della pandemia è componente e segretario del Comitato Tecnico Scientifico.
Medico della Polizia di Stato e esperto in medicina delle catastrofi, al Cts ha il compito di analizzare i documenti e i dati necessari a emettere i pareri degli esperti.
Dottor Ciciliano, ieri il Cts è tornato a chiedere misure più severe per le festività. Perché?
Dopo gli assembramenti incontrollati di molte persone per le vie delle città nel corso di quest’ultimo week end il Governo ha chiesto al Comitato Tecnico Scientifico un’ulteriore valutazione. È molto chiaro che aggregazioni di questo tipo contribuiscono in maniera importante alla diffusione del virus; è un momento delicato per il nostro paese, va evitato qualunque comportamento che possa invertire la curva dei contagi che, seppur lentamente e in controtendenza rispetto ad altri paesi europei, sta continuando a scendere.
Perché pochi giorni fa si parlava di una possibile riapertura tra Comuni e ora di restrizioni più severe?
Arrivati a questo punto dobbiamo fare tutto il possibile per evitare di dover affrontare la cosiddetta “terza ondata” che arriverebbe proprio in concomitanza con la riapertura delle scuole dopo le festività natalizie, con la ripresa delle attività lavorative, nel periodo di picco per l’influenza stagionale e all’inizio della campagna vaccinale per il covid-19. Questi giorni saranno davvero decisivi, non dobbiamo abbassare la guardia.
Davvero potremmo tornare a un lockdown totale proprio a ridosso del Natale?
È molto probabile che nei prossimi giorni andremo incontro a ulteriori restrizioni. Le modalità e la durata di queste dipenderanno da una serie di considerazioni di carattere tecnico-scientifiche ma anche naturalmente socio-economiche. È importante non tralasciare alcun aspetto, definire gli ambiti di applicazione e prendere una decisione definitiva.
Facciamo un focus sul Lazio e su Roma, come sta andando?
Secondo l’ultimo aggiornamento di ieri, martedì 15 dicembre, nel Lazio si registrano 1.159 casi positivi, 578 a Roma, che da alcuni giorni resta fortunatamente sotto la soglia dei 600. Sono in calo i ricoveri e le terapie intensive ma è ancora altissimo il numero dei decessi. Non bisogna abbassare la guardia, a Roma come altrove, non è il momento di adottare comportamenti che potrebbero mettere a rischio la vita di molte persone.
Gran parte delle regioni sono tornate in giallo dieci giorni prima del Natale. È stato utile?
Non si tratta di utilità. Settimanalmente vengono trasmessi al Ministero della Salute i dati relativi ai ventuno indicatori sulla base dei quali viene elaborato il rischio al quale ciascuna regione e provincia autonoma è esposto. I dati delle ultime settimane confermavano che la maggior parte delle realtà territoriali che prima registravano un importante impatto sui sistemi sanitari regionali adesso sono evidentemente maggiormente resilienti. Per questo è stato possibile il passaggio in giallo di molte regioni, ma ora dobbiamo prevenire e agire con cautela.
Esiste una soluzione alternativa al lockdown totale?
Oltre alla grande campagna vaccinale che sta per partire, l’unica arma che abbiamo per uscirne al più presto è la responsabilità di ciascuno di noi. Mi appello a questa, ogni singolo cittadino deve fare la sua parte, nessuno escluso.
Qualcuno parla già di una possibile terza ondata a Gennaio… è possibile?
Se non rispettiamo le regole, soprattutto in questo periodo natalizio, la terza ondata è dietro l’angolo.
Ludovica Panzerotto
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