La pandemia che ha colpito duramente l’Italia nei primi mesi dell’anno, e che oggi ancora rappresenta motivo di preoccupazione per il nostro Paese, ha portato in libreria numerosi titoli che si sono occupati in maniera diversa di Coronavirus, malattie infettive, epidemie.
Tra questi libri ha fatto la sua comparsa anche un corposo volume del 2012 di David Quammen dal titolo “Spillover” (Ed. Adelphi pagg. 537, 14 euro). La ragione di questo ritorno è molto semplice: Quammen nel suo libro aveva profetizzato che prima o poi sul pianeta ci sarebbe stata una grave pandemia e che questa sarebbe partita proprio da uno sperduto villaggio della Cina.
Come profezia niente di straordinario dal momento che le zoonosi (la trasmissione di una infezione da un animale all’uomo) sono più che numerose ed è risaputo che nel paese più popoloso del pianeta si fa grande uso di animali domestici e selvatici.
Quammen ne ha stilato addirittura un elenco: cani, gatti, maiali, tacchini, polli, anatre, fagiani, topi, ratti, zibetti, pipistrelli, tassi, tartarughe, serpenti, rane, scimmie, corvi, aironi, pivieri, rospi, procioni, scoiattoli, muntjak, donnole…
Il fatto è che l’autore nell’immaginare una “grande epidemia” (il famigerato Big One) nel 2012 aveva scritto con grande lungimiranza: “..quando arriverà si confermerà al modello perverso dell’influenza con alta infettività prima dell’insorgere dei sintomi. In questo caso si sposterà da una città all’altra sulle ali degli aerei come un angelo della morte”.
Ora David Quammen non è uno qualunque; è un plurilaureato che ha viaggiato in tutto il mondo scrivendo per il National Geographic e si è occupato con straordinario rigore scientifico di virus, batteri, spirochete interrogando scienziati, ricercatori, medici e sopravvissuti. Ha affiancato i ricercatori nelle loro pericolose spedizioni in centro Africa, in Australia e in Cina, condividendo fatiche e pericoli; ha lavorato sei interminabili anni per dare alle stampe il libro che ha voluto intitolare “spillover”, in gergo tecnico quello che è il salto di specie di un virus dall’animale serbatoio all’uomo.
Quando ha fatto la sua previsione ovviamente non si è limitato a “spararla grossa” ma lo ha fatto a ragion veduta anche se a quanto pare il suo grido di allarme è rimasto inascoltato (basterebbe pensare ai “piani di emergenza sanitaria” dei paesi di tutta Europa rimasti fermi da anni).
Il libro è ovviamente molto tecnico e anche se ha un taglio più simile al reportage si legge con sufficiente facilità; pur essendo una fonte inesauribile di informazioni va ben oltre però l’accuratissima documentazione scientifica e la “profezia” che ne è scaturita.
Spillover apre una finestra su quello che è il futuro dell’umanità, una finestra che qualcuno, per interesse, ignoranza o ottusità si ostina a tenere chiusa.
Sono tanti i virus che hanno fatto il salto di specie (Hendra, SARS, Ebola, HIV, febbre Q e altri dal nome impronunciabile) trasmessi ad esempio da zecche o pipistrelli ad animali serbatoio e poi all’uomo, ma l’esempio che Quammen fa delle zanzare responsabili della malaria è significativo.
Si è cercato in ogni modo di debellare la malaria eliminando le zanzare ma oggi sappiamo che è impossibile farlo; ci ha provato anche l’OMS dopo l’introduzione del DDT senza riuscirci, anzi rendendo gli insetti ancora più resistenti agli insetticidi. Perché non è possibile eliminare le zanzare? Semplice, perché l’uomo ha invaso il loro ambiente, le ha rese più forti e a causa dei cambiamenti climatici ne ha consentito uno sviluppo abnorme. Oggi la malaria può essere curata ma il suo vettore non potrà mai essere eliminato.
La distruzione degli ambienti naturali a causa della enorme pressione demografica, la deforestazione, i grandi incendi, i cambiamenti climatici, l’aumento delle temperature medie, la globalizzazione e la facilità di movimento (ogni giorno milioni di individui si spostano da una parte all’altra del pianeta) stanno spianando la strada ai patogeni.
Peraltro dei virus anche se si sa molto, non si sa tutto: possono presentarsi un bel giorno, infettare pochi individui o decine di migliaia e poi sparire e rimanere nascosti per anni per poi ripresentarsi da tutt’altra parte. Anche su gli animali serbatoio non si hanno certezze e spesso sono state fatte ipotesi che poi si sono rivelate inesatte.
L’unica certezza, a quanto pare, è che stiamo rischiando di infilarci in un tunnel senza uscita.
Scrive Quammen: “Viaggiamo in continuazione spostandoci da un continente all’altro…dormiamo in alberghi dove magari qualcuno prima di noi ha starnutito e vomitato, mangiamo in ristoranti dove il cuoco ha macellato un porcospino prima di pulire i nostri frutti di mare. Visitiamo tempi pieni di scimmie in Asia, mercati in India, ippodromi in Australia…poi risaliamo su un bel aereo e torniamo a casa. Siamo punti da zecche e zanzare. Cambiamo il clima del globo con le nostre emissioni di anidride carbonica e spostiamo le latitudini a cui le suddette zecche e zanzare vivono. Siamo tentazioni irresistibili per i microbi più intraprendenti…le circostanze ambientali forniscono opportunità per gli “spillover”, l’evoluzione le coglie, esplora le potenzialità e dà gli strumenti per tramutare gli “spillover” in pandemie”.
Le immagini scioccanti e umilianti (per noi!) che hanno fatto il giro del mondo di centinaia di elefanti che nello Sri-Lanka si cibano di rifiuti in una gigantesca discarica oltre a provocare orrore dovrebbero gettarci nel panico: non si tratta di un semplice episodio di degrado ambientale ma di un annuncio catastrofico di quello che grava sul nostro futuro.
Francesco Gargaglia
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Letto nei mesi di quarantena forzata a casa, un libro impressionante che dovrebbero leggere tutti, ma proprio tutti, anche se da biologo ammetto che certi passi richiedono molta attenzione e magari un minimo di nozioni scientifiche per poter essere compresi correttamente. Il problema però è che oggi non legge (quasi) più nessuno, si è troppo impegnati a rincoglionirsi sui telefonini per dedicare un po’ di tempo alla lettura…