
Ho visto una mascherina a terra, e poco più avanti un guanto. Mi son detto “sarà caduto a qualcuno”, e subito dopo ho immaginato lo scoramento di quel pover’uomo che ha perso due elementi essenziali per evitare il contagio.
“E adesso? Sarà disperato, magari sta cercando la sua mascherina e il suo guanto” (sinistro, per la precisione; lo scrivo qualora chi avesse smarrito detti oggetti li volesse andare a riprendere, sono sulla ciclabile, altezza Ponte Milvio) ho pensato fra me e me, supponendo la disperazione di chi ora forse non saprà come evitare le goccioline del Covid-19.
E ho cominciato a sperare che, visti i tempi e la carestia, quel “signore” possa avere nel portafoglio due spicci per acquistare un nuovo “necessaire” antipandemico.
Continuando la passeggiata ho trovato altre mascherine e altri guanti in terra, e davvero mi sono preoccupato per chi, distratto, perde elementi indispensabili per evitare il contagio.
Anche a largo Lauro De Bosis ho trovato due mascherine in terra, e mi son sentito triste per gli smarrimenti, che in prossimità dello stadio dei Marmi sono aumentati i “ritrovi”.
Ai totali mi viene da pensare che siamo un popolo di distratti. Siamo cittadini molto distratti. O forse siamo persone che non si vogliono bene.
Massimiliano Morelli
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I “resti” usati sono dappertutto. Sui marciapiedi, nei prati, al Pincio. Persino nel Parco dell’Insugherata. Ma come mai io diligentemente (e direi anche semplicemente) riesco a gettare le mascherine usate nella mia spazzatura indifferenziata (che poi inserisco nel cassonetto relativo e non in terra) e i guanti all’uscita di supermercati o negozi, negli appositi contenitori messi a disposizione dai gestori?
Sono gli stessi con i cani incontinenti, che riempiono i marciapiedi di escrementi.
Sono gli stessi che ancora oggi si vedono gettare la carta o il mozzicone di sigaretta dall’auto in marcia