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Parcometri, pay & go? Forse…

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Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Scusi mi potrebbe aiutare?” la richiesta arriva da una signora di mezza età che sosta perplessa davanti ad uno dei tanti parcometri elettronici: “Non capisco come funziona…non ho gli occhiali…”.

Ci affrettiamo a dare una mano alla signora  che da qualche minuto cerca di capire i misteri di quell’aggeggio; “Non si preoccupi…ci pensiamo noi”.

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Una parola! Quello che abbiamo davanti sembra il cokpit di un elicottero di attacco o di un jet di linea: display, bottoni colorati, fessure, aperture, istruzioni in inglese,  lettere e numeri.

“Signora…abbiamo bisogno della targa.” Già perché per pagare il balzello con i parcometri pay & go ora bisogna inserire la targa della vettura; “Non me la ricordo…” mormora con un filo di voce la signora. Nessuna paura: su 50 milioni di italiani 50 milioni non la ricordano.

Vogliamo aiutarla come si deve  e allora di corsa raggiungiamo la vetturetta parcheggiata 100 metri più in là; al ritorno prendiamo atto che siamo decisamente fuori allenamento e con il fiato corto tutto si complica.

Ma perché la targa? Abbiamo visto queste macchinette infernali all’aeroporto di Fiumicino dove la sosta viene controllata elettronicamente dalle telecamere, ma qui? Forse la targa serve per contestare, in caso di multa, un possibile errore? Ma in questo caso dovremmo conservare decine, forse centinaia di scontrini. O forse serve per scoraggiare la solidarietà tra gli automobilisti impedendo che lo stesso scontrino sia utilizzato da più autovetture?

Potrebbe anche essere la subdola manovra di una qualche organizzazione occulta che rende difficile la vita ai romani, specie quelli senza occhiali o poco avvezzi all’elettronica.

Riusciamo comunque a digitare la targa e, dopo attenta riflessione, a pigiare il tasto verde “valid” (premendo quello rosso avremmo forse fatto esplodere qualcosa?).

La macchinetta incassa i soldi ed elabora; e lo scontrino? Non se ne vede traccia. Proviamo a scuotere il parcometro e solo allora scopriamo il piccolo vano  in basso dove lo scontrino si è affacciato timidamente.

Operazione conclusa. La signora ci ringrazia con trasporto neanche l’avessimo estratta incolume dalle gelide acque del Tevere: ma alla fine tutto è bene quel che finisce bene.

Ma i parcometri di un tempo, quelli dove mettevi le monete e pigiavi un gigantesco tasto verde che avrebbe visto anche una talpa, che fine hanno fatto?

Francesco Gargaglia

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7 COMMENTI

  1. Ma scusa che articolo è? Siamo nel 2020, finalmente iniziano ad installare parcometri con pago bancomat e vi lamentate? Eh poi pare che non succede che uno mette 4€ così paghi per 8 ore e passi lo scontrino ad un altro, è fatto appositamente per i cittadini rispettosi della legge e per evitare i soliti furbetti (es. quelli che non fanno la differenziata, buttano tutto nel nero e poi rompono i così detti perchè Roma è lercia, ovviamente non dico che se tutti facessero bene la differenziata Roma sarebbe perfetta ma sicuramente non come è ora con letti e divani in giro, la gente ancora non sa che non paga per il ritiro a casa del Ama)…questi articoli vi prego evitateli, scrivete maggiormente su info per apertura della stazione di Vigna Clara, chiusura anello ferroviario, raccolta immondizia, critiche e pressioni al municipio, al Campidoglio, chiedete interventi per decongestionare il traffico ma ste cose anni 60 no!!!

  2. quindi secondo lei i problemi e le difficoltà degli anziani non hanno diritto di rappresentanza ? i giornali devono parlare solo delle cose che interessano a lei ?

    • Se un anziano ha ancora la patente per guidare vuol dire che ha anche la memoria per potersi ricordare, si può anche scrivere su un fogliette/sui memo del cell o altro, la targa della propria macchina. Quindi non penso sia un problema degli anziani, ritengo sia un polemizzare su cose che fanno bene alla città, non so se lei viaggia all’estero (io si) ma con i contanti non si paga nemmeno + un caffè per evitare l’evasione e rendere la vita del cittadino + semplice anzichè portarsi un kg di monetine.

      • Che poi oggi anche gli anziani che guidano uno smartphone ce l’hanno (anziani… Parliamo di gente di 60-65 anni. Lucidissima. Mica hanno tutti 90 anni e guidano, anzi! I casi limite si conteranno sulle dita di una mano).
        Personalmente da quando pago il parcheggio con la app non devo nemmeno ricordarmi la targa: tutto già salvato: geolocalizzazione (funziona), salvataggio della targa, due click in croce e via. E se torno prima non perdo soldi.
        E comunque anche il caso dell’articolo: può esserci un po ‘di disorientamento la prima volta, ma più per la novità che per la difficoltà in se. Fatto un paio di volte e si va in automatico.

  3. Va bene, l’articolo è scritto giustamente in modo un po’ colorito, per essere più divertente, non è che questi parcometri siano così complicati, ma è una piccola seccatura in più di cui non si sentiva il bisogno. Magari piove, uno non si ricorda la targa, ha dovuto fare un po’ di strada per trovare un parcometro eccetera…

  4. Quelli vecchi erano da terzo mondo: display illeggibili e accettavano solo contanti…quando funzionavano; per una volta che hanno fatto una cosa decente…inserire la targa del veicolo non è così complicato e poi con i sistemi attuali di controllo che senso ha esporre il tagliando?? Ma in questa città non si riesce ad educare i cittadini neanche ad usare un parcometro di nuova generazione? Speriamo più che altro che ne garantiscano la manutenzione e che siano diffusi capillarmente per non obbligare i cittadini a vagare per il quartiere alla loro ricerca .

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