
Arrestato il secondo degli stupratori della ragazza etiope di 21 anni violentata da tre uomini nella notte fra sabato 18 e domenica 19 dello scorso maggio in uno sgabuzzino a pochi metri dal Factory Club, il locale in piazzale dello Stadio Olimpico all’angolo con via Edmondo De Amicis.
La ragazza, che vive a Roma da quasi 15 anni, era arrivata nel locale con alcuni suoi amici per trascorrere qualche ora in allegria e sentire musica. Lì fa conoscenza con un ragazzo dai modi garbati, simpatico. Parlano per un po’ e poi escono dal locale per fare due passi. E’ a quel punto che quella che sembrava una normale serata in allegria si trasforma in un dramma. Il ragazzo, aiutato da altri due, trascina la giovane in uno sgabuzzino attiguo alla discoteca dove viene violentata.
Sotto choc e in lacrime la ragazza rientra nel locale. Arriva l’autoambulanza e viene accompagnata al Pronto Soccorso dove i medici appurano la presenza di ferite e la violenza sessuale.
Immediate le indagini degli investigatori della Squadra Mobile che, coordinati dalla Procura della Repubblica, in poche settimane portano all’individuazione di uno dei tre violentatori, P.R.G., di nazionalità rumena, arrestato lo scorso 18 luglio e tuttora in carcere.
Le indagini non si fermano e consentono di individuare un secondo responsabile della violenza: si tratta di H.I. un tunisino di 35 anni, addetto alla sicurezza della discoteca. Lui, “il secondo uomo vestito come un addetto alla sicurezza” – così la vittima lo ha descritto – , è sopraggiunto mentre stava subendo gli abusi del primo. La ragazza sperava che fosse arrivato in suo aiuto ma lui, invece di soccorrerla, non esita a sopraffarla con la forza, aiutato dall’altro, e a violentarla.
Gli investigatori, partendo dalla descrizione fatta dalla ragazza, hanno identificato tutto il personale di sicurezza e di servizio presente nel locale. Le informazioni acquisite sono state incrociate con le testimonianze di alcuni giovani che si trovavano nel locale per trascorrere la serata, che hanno fornito agli investigatori foto e video in loro possesso.
Il cerchio si è così ristretto sulla figura di H.I, uno dei buttafuori addetto all’area della discoteca attigua al luogo del delitto il quale, pochi giorni dopo la grave vicenda, aveva lasciato l’Italia per rientrare in Tunisia. Nel frattempo, la certezza sulla corretta individuazione arrivava con la comparazione del DNA dell’uomo le cui tracce sono state trovate sulla vittima e sugli abiti che indossava.
Nella serata di sabato 1 novembre, certo che le acque si fossero calmate, H.I, è tornato in Italia ed è sbarcato a Fiumicino da un aereo proveniente dalla Tunisia. Lì, però, ad aspettarlo c’erano gli agenti della Squadra Mobile.
I poliziotti, dopo avergli notificato il provvedimento restrittivo emesso dal GIP del Tribunale di Roma, gli hanno messo le manette e l’hanno condotto a Regina Coeli con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata e lesioni.
L’attività degli investigatori è ancora in corso con l’obiettivo di individuare il terzo responsabile.
Edoardo Cafasso
© RIPRODUZIONE RISERVATA