Si è dimesso in blocco il CdA di Ama. La decisione è stata presa a poco più di 100 giorni dall’insediamento. L’attuale CdA era stato infatti nominato dalla sindaca lo scorso maggio, in sostituzione del precedente guidato da Lorenzo Bagnacani al quale Virginia Raggi aveva ritirato la fiducia a metà febbraio.
L’amministratore delegato Paolo Longoni, Il presidente Luisa Melara e il consigliere Massimo Ranieri, a quanto riferisce l’AdnKronos dovrebbero presentare le dimissioni entro questa sera. Solo una convocazione della sindaca di Roma Virginia Raggi potrebbe scongiurare il loro addio ma al momento dal Campidoglio, azionista di Ama, non sembra arrivare segnale di apertura e si ribadisce che la ”linea è quella già espressa dal comunicato di sabato“. Oggi era in programma, in seconda convocazione, l’assemblea dei soci ma è stata rinviata a data da destinarsi su richiesta del Campidoglio.
Al centro del contendere ancora una volta il nodo del bilancio 2017 di Ama, con i 18,3 milioni su vecchi servizi cimiteriali inseriti in un ‘fondo rischi’ e già al centro della ‘cacciata’ dell’ex presidente Lorenzo Bagnacani e delle dimissioni dell’assessore Pinuccia Montanari, che il Campidoglio non avrebbe intenzione di approvare.
D’altronde sabato scorso il Campidoglio era stato più che netto. “Roma Capitale – si legge in un comunicato – non approverà mai un bilancio che sia redatto in maniera non corretta e contenga valutazioni di trattamento contabile già in precedenza non avallate dal Comune“. Quanto ai 18 milioni “sono soldi dei cittadini romani che Ama aveva incassato in più rispetto alla somma prevista nel contratto di servizio con il Comune, senza alcuna giustificazione. Soldi che dovevano essere restituiti ai cittadini e quindi ritornare nelle casse del Comune per poter essere gestiti nell’interesse pubblico, così come Ama aveva riconosciuto nel 2017 riversandoli all’Amministrazione. Non risulta dunque alcun credito che possa essere vantato da Ama su tale somma”.
Ranieri, “siamo stati abbandonati”
”Se Raggi dice di essere stata lasciata sola, allora noi siamo stati abbandonati. Sono deluso e arrabbiato, se il piano per Ama era un altro ce lo potevano dire subito. Il problema dei rifiuti non si gestisce con l’ideologia ma servono azioni concrete”. così ha dichiarato all’Adnkronos il consigliere Massimo Ranieri.
Patané (PD): “Tanto tuonò che piovve”
Questo il commento di Eugenio Patané, Consigliere regionale del Pd e componente della Commissione Agricoltura e Ambiente alla Pisana, sulle dimissioni odierne del Cda di Ama.
“Non possiamo certo dire – spiega Patané – che le dimissioni in blocco del Cda di Ama siano un fulmine a ciel sereno. Nel corso delle audizioni in Consiglio regionale, riguardanti l’indagine conoscitiva sulla situazione della municipalizzata romana, avevamo avuto modo di sottolineare la moltitudine di contraddizioni emerse e di denunciare l’oscurità di tutta la vicenda. Un alone di mistero aggravato dall’assenza della Sindaca Raggi che, nonostante le ripetute convocazioni, non si è mai degnata di presenziare in commissione”.
“Proprio nei giorni scorsi – aggiunge Patané – abbiamo presentato un dossier di 21 pagine per emendare la prima relazione della commissione d’indagine regionale sui rifiuti e inviare in Corte dei Conti tutte le audizioni, nel corso delle quali è emersa non soltanto una diversa ricostruzione dei fatti, ma sono venuti alla luce anche una serie di atti che potrebbero risultare illegittimi. Il tema è sempre quello dei 18 milioni di euro di vecchi crediti relativi ai servizi cimiteriali contesi tra il Campidoglio e la sua controllata. Una somma che ha gettato nel caos un’intera partecipata: da quel momento, infatti, è partita una bagarre tra chi li considera crediti certi, liquidi ed esigibili e tra chi sostiene che al contrario siano da ascrivere ai debiti, a costo di avere il bilancio in passivo”.
“Da qui lo stallo sull’approvazione, il parere prima positivo poi negativo del collegio sindacale, quello positivo dei revisori contabili, la guerra a colpi di pareri richiesti dalle parti agli studi legali, l’esposto in Procura dell’ex amministratore delegato di Ama, Lorenzo Bagnacani, e un’indagine aperta da parte della Corte dei Conti per danno erariale sull’intera operazione. Quanto accaduto oggi, dunque – conclude Patané – non può che essere la logica conseguenza di una vicenda che si fa via via più oscura e inquietante”.
Gaia Azzali
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