Home CRONACA Errato conferimento, l’aleatorietà delle multe AMA

Errato conferimento, l’aleatorietà delle multe AMA

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immagine di repertorio
Fabrizio Azzali

Il conducente del veicolo conferiva nel contenitore AMA SpA dedicato alla raccolta del materiale non riciclabile 2 buste bianche contenenti varia tipologia di rifiuto (contenitori in alluminio – cartone – rifiuto organico) differenziabili […] all’atto della verifica il veicolo si allontanava non permettendo la verbalizzazione immediata”.

Con questa motivazione, un residente di Roma Nord si è visto arrivare in questi giorni una multa dall’AMA  (100 euro più 13,88 di spese di notifica) per un errato conferimento di rifiuti che avrebbe commesso lo scorso 6 giugno all’altezza di civico 13 di via Veientana, in zona Grottarossa.

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L’aleatorietà  e le contraddizioni oggettive contenute nella motivazione e la mancanza di ogni riscontro documentale oggettivo (come ad esempio una foto) hanno fatto scattare un ricorso il cui esito è molto scontato.

“La violazione – ci racconta Roberto F., protagonista della vicenda, – si riferisce ad un’azione attribuita ad una persona non meglio identificata che, per la vicinanza alla mia auto, è stata identificata come il conducente della stessa”.

In effetti, quel braccio visto poggiare i due sacchetti bianchi nel cassonetto poteva essere anche di un’altra persona coperta dall’auto alla vista dell’accertatore. In assenza di un riscontro fotografico ogni dubbio è possibile.

Ma andiamo avanti prendendo in esame l’affermazione verbalizzata che dice: “All’atto della verifica il veicolo si allontanava non permettendo la verbalizzazione immediata”. Un’annotazione che lascia spazio a lecite domande.

“Se l’addetto verbalizzante era così distante dal veicolo da non poterne ottenere il suo fermo, tramite gesti o anche segnalazione acustica (intimandone l’alt ad alta voce, per esempio), come è stato possibile che lo stesso si sia potuto poi avvicinare ai cassonetti e riconoscere con assoluta certezza quello dedicato al non riciciclabile come destinatario delle presunte mie due buste bianche?” Del tutto lecita la domanda di Roberto, ma non è l’unica.

“Avendo poi individuato il cassonetto come quello giusto, mi riesce davvero difficile pensare che il verbalizzante abbia avuto la granitica certezza di aver individuato le presunte mie due buste bianche in mezzo a centinaia di buste bianche del tutto simili a quelle viste da lontano. E ancora piü inverosimile è l’affermazione per cui, a seguito dell’apertura delle buste, l’incaricato abbia potuto constatare il contenuto relativo e trascrivere sul verbale che contenevano ‘varia tipologia di rifiuto (contenitori in alluminio – cartone – rifiuto organico) differenziabili‘”.

Tutto questo accadeva nello scenario di via Veientana (non diverso da migliaia di altri nella città) e ben noto ai residenti: cassonetti vecchi e rotti, con le etichette illeggibili, strabordanti e circondati da rifiuti abbandonati. Basta cercare via Veientana 13 nello street-view di Google-maps.

Un ricorso, quello di Roberto, il cui esito appare quindi scontato. Meno scontato il raggiungimento dell’obiettivo di AMA di porre freno ai presunti comportamenti scorretti utilizzando queste modalità.

Edoardo Cafasso

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2 COMMENTI

  1. Indipendentemente da tutte le legittime incongruenze del caso evidenziate, cosi come nei precedenti casi di multe per aver lasciato accanto ai cassonetti stracolmi il proprio sacco rifiuti, ciò che emerge e lascia interdetti (giusto per usare un’eufemismo) è che tanta solerzia repressiva a suon di multe (contestabili) da parte dell’amministrazione comunale avviene mentre la città è una pattumiera agli onori della cronaca nazionale e internazionale e la dirigenza AMA si dimette per la 5^ o 6^ volta in tre anni di amministrazione a 5 stelle ( ovvero una dirigenza nuova ogni 6 mesi in media). L’autorità e la forza di uno stato/amministrazione nel far rispettare le norme, dovrebbe risiedere anche e soprattutto nella sua capacità di essere efficiente…e non mi sembra questo il caso del Comune di Roma in materia di gestione rifiuti.

  2. Mancano gli impianti e la Raggi pensa di risolvere il problema con il porta a porta, spedendo poi i rifiuti in altre regioni se non addirittura all’estero…Ma quando se ne va???

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