Home CRONACA Lo Stadio Flaminio e il triangolo del degrado

Lo Stadio Flaminio e il triangolo del degrado

Degrado-area--Stadio-Flaminio
ArsBiomedica

Anche Roma Nord ha il suo “Triangolo delle Bermuda”; è una vasta area ai piedi dei Parioli compresa tra Viale Tiziano, Piazza Ankara e Via Dorando Pietri. Come il ‘triangolo maledetto’ anche questo ingoia ogni cosa, soprattutto rifiuti. Siamo nell’area dello Stadio Flaminio, l’opera di Antonio Nervi sotto la collina del più bel quartiere di Roma dove ville fiabesche affacciano ora sul degrado.

Parte di quest’area oggi è stata trasformata in parcheggio e il martedì ospita un mercato all’aperto; resta comunque, specie per quanto riguarda la zona adiacente a Via Pietri, poco frequentata. D’altra parte in una discarica la gente che ci va a fare?

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Da anni dalle nostre pagine raccontiamo le tante situazioni di degrado che riguardano Roma Nord sempre convinti di avere visto tutto: nella realtà non è mai così perché quello che siamo costretti a raccontare sembra una storia senza fine. La immonda discarica di Via del Baiardo, la gigantesca discarica di Castel Giubileo e ora anche le adiacenze dello stadio Flaminio.

Camminare attraverso quei viale e quelle aiuole sporche è una esperienza penosa specie per chi ha conosciuto quei luoghi in altra epoca. L’abbandono, la sporcizia, il degrado, i rifiuti e l’assenza di una qualsiasi forma di intervento mirato a rendere l’area appena decente, sono uno spettacolo tristissimo che amareggia. E’ come se questa città avesse alzato una barriera sullo sconcio che investe il quartiere.

Qua potete fare e portare di tutto, senza problemi e nell’assoluta convinzione di farla franca.

Il bello è che lo scorso 30 ottobre, nell’annunciare i lavori di bonifica dello Stadio, l’assessore capitolino allo sport, Daniele Frongia, così dichiarava: “Il Flaminio era diventato, nostro malgrado, uno dei simboli del degrado della Città. L’amministrazione si sta impegnando per far rivivere il capolavoro di Nervi, trasformandolo nel simbolo della riscossa, della rinascita dello sport nella Capitale. La bonifica è certamente solo il primo passo in questa direzione: stiamo lavorando con il Coni per poter trasformare lo stadio Flaminio in un parco monumentale che ospiti, tra l’altro, la ‘Casa del Rugby”.

E infatti “Il nostro auspicio è che lo stadio Flaminio diventi la casa del rugby“.  Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha dichiarato oggi a margine della presentazione del programma dell’Italrugby al prossimo Guinness Sei Nazioni 2019.
Il Flaminio è proprietà comunale. Nel momento in cui ci è stato chiesto un parere, abbiamo presentato un progetto sostenuto da una consulenza pagata da noi. È comunque un auspicio, ma non è una scelta che dipende da noi“.

Le operazioni di bonifica nell’impianto comunale dello Stadio Flaminio sono iniziate in data 29 ottobre e sono terminate prima delle feste natalizie, Ama ha provveduto a svolgere  attività di raccolta e smaltimento di materiali come rifiuti urbani, rifiuti ingombranti e diserbo meccanico del terreno. Inoltre, dopo aver trovato amianto nella zona della Curva Nord, la stessa società ha provveduto, secondo procedure standardizzate e rispondenti alle normative, allo smaltimento dello stesso.

Tutto ok all’interno dell’area dello Stadio. Ma non all’esterno, come si evince dalle foto. Negli anni ’70 Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia, parlando di un mostruoso grattacielo costruito sul litorale laziale scrisse che si trattava di un opera che “gridava vendetta al cospetto di Dio”. Una espressione molto forte che potrebbe adattarsi alla situazione di degrado che circonda lo stadio Flaminio qualora dovesse perpetrarsi nel tempo.

A due passi da lì c’è poi il grande viadotto di Corso Francia che presto sarà oggetto di manutenzione straordinaria, ma volutamente abbiamo evitato di inoltrarci tra i piloni dove a vista d’occhio la situazione non è diversa.

Perfino la memoria dei servitori dello Stato caduti nell’adempimento del proprio dovere non trova pace in questo girone dantesco; parliamo del piccolo monumento funebre che ricorda l’assassinio degli Agenti di PS Sammarco e Carretta. Nonostante ogni anno venga deposta una corona di alloro in loro ricordo il monumento, trascorso l’evento, torna nel dimenticatoio, circondato dai rifiuti.

Francesco Gargaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 COMMENTI

  1. Tiangolo del degrado?? E’ tutta l’area del Villaggio Olimpico che versa in un degrado pazzesco, da anni e anni. Basta farsi quattro passi intorno al Palazzetto dello Sport, con la scultura di Ceroli ormai fatiscente, Piazza Grecia e le attigue aree verdi invase perennemente da sterpaglie e rifiuti, ecc.ecc.
    Speravo che con la realizzazione dell’Auditorium sarebbe cambiato qualcosa, e invece niente.

  2. Da anni nei discorsi da salotto di quelli che sanno cosa dicono (giovani ingegneri sopratutto), quando si parla di strutture edilizie anni sessanta settanta emerge, traspare una specie di verità celata sulla stabilita delle realizzazioni in calcestruzzo e in cemento armato, terrorismo verbale puro, sussurrato per finalità sconosciute.
    Necessità ed urgenza a mettere anche lo Stadio Flaminio nelle mani sicure di un progetto o di una visione fortemente politicizzata che supera e riduce il valore dei dati tecnici e delle verità di comodo perché eleva ogni questione a volontà popolare.
    Detto ciò in assenza di risorse economiche e tanto meno di una volontà del Comune (politica) affinché non ci si abitui a scenari come questi da intendere sempremente temporanei ci si accontenti di una sistemazione dignitosa o nella peggiore delle ipotesi di un degno funerale

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome