“Alla luce del perdurare delle divergenze emerse in questi anni tra Luisa Petruzzi ed il resto del gruppo dei Consiglieri M5S, quest’ultimo prende atto della impossibilità di conciliare posizioni talmente divergenti da evidenziare espressioni di voto opposte in sede Consiliare. Pertanto, con voto unanime, gli eletti M5S Municipio XV prendono atto della situazione ormai consolidata e rinunciano formalmente alla presenza di Luisa Petruzzi nel novero dei Consiglieri del M5S al Municipio XV. Si ritiene doveroso, al di là della netta separazione delle nostre strade, ringraziare Luisa Petruzzi per quanto fatto, in passato, a sostegno degli ideali comuni“.
Con questo lapidario post pubblicato su facebook nella tarda serata di mercoledì 12 dicembre il Movimento 5 Stelle del Municipio XV ha annunciato di “rinunciare” – che poi dovrebbe voler dire espellere – alla presenza della consigliera Luisa Petruzzi nelle fila del gruppo consiliare.
Le rimproverano infatti, come notificatole in una precedente lettera, di aver posto in atto “condotte in difformità dalle indicazioni degli organi direttivi del Gruppo”, di aver espresso nel tempo “posizioni politiche personali in assenza di preventiva condivisione”, di aver intrapreso azioni “unilateralmente, senza ricercare opportune forme di coordinamento con gli indirizzi elaborati dal Gruppo”. Di aver violato in sintesi il codice etico M5S.
Ritenendo quindi che tali comportamenti abbiano “minato la coerenza politica dell’azione del Gruppo e spezzato il legame fiduciario” sancendo così nei fatti “l’interruzione” dell’appartenenza politica della consigliera al Gruppo M5S del XV, tutti i consiglieri pentastellati hanno deciso di dare lo sfratto alla loro collega.
Da separati in casa al divorzio
Considerata da sempre l’eretica del Gruppo 5S del Municipio, fin da quando poco dopo le elezioni di giugno 2016 contestò la nomina del capogruppo che aveva ottenuto un minor numero di voti di preferenza (120) rispetto ai suoi (249), Luisa Petruzzi, che potremmo definire la Giordana Bruno di via Flaminia 872 (ma senza il rogo, per carità, foss’anche virtuale), da tempo si era messa su posizioni critiche nei riguardi dei suoi colleghi che la ricambiavano affossando o dilatando nel tempo le sue proposte di risoluzione che venivano portate in aula anche dopo un numero di mesi a due digit.
Ma la situazione di rottura raggiunge l’apice il 12 dicembre. Dopo due anni e mezzo da separati in casa ecco il divorzio. A notificarglielo è una comunicazione nella quale le si dice che dallo stesso giorno non farà più parte del Gruppo M5S ma verrà considerata come appartenente al Gruppo Misto, tutto ciò pur in assenza di una sua adesione volontaria allo stesso.
Ma come si difende l’interessata?
Abbiamo raggiunto la consigliera Petruzzi per avere il suo parere sulla querelle e la prima cosa che ci dice è che l’iniziativa presa “è una palese violazione dell’articolo 67 della Costituzione che così recita ‘Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato’“.
“Vogliono mettermi il bavaglio ma non ci riusciranno, questa sarà un’ulteriore battaglia che intraprenderò sicura di vincere, come ho vinto quella contro il mio trasferimento d’imperio da una commissione consiliare ad un’altra senza il mio parere. Decisione sulla quale furono costretti a fare retromarcia grazie all’intervento del Segretariato Generale del Comune” incalza Luisa Petruzzi alla quale chiediamo come siano così precipitati i rapporti con i suoi colleghi.
“La cronistoria è recente” risponde elencando gli step. “Dovendo essere nominati i Commissari della Commissione Pari Opportunità ho chiesto per iscritto di farne parte ma non ho ricevuto riscontro. Di tutta risposta, il 10 ottobre mi arriva la nota in cui tutti i consiglieri mi informano di avermi cacciato dal gruppo. Il 19 ottobre la presidente del Consiglio mi chiede per iscritto di dichiarare in tre giorni a che gruppo appartengo, vista la nota precedente. Io le rispondo la sera stessa di appartenere al M5S. Seguono altri scambi di corrispondenza finchè ieri, 12 dicembre, mi viene inviata la comunicazione della presidente del Consiglio nella quale mi si notifica che da oggi appartengo al Gruppo Misto”.
“in tutto questo” sottolinea Petruzzi, “è corretto dire che caso mai non dovrei esser io a lasciare il gruppo ma tutti gli altri. Mentre io mi sono candidata sotto la bandiera del M5S, quello originario, quello nato nel 2009 a cui principi sono ancora legata e che ispirano il mio lavoro, tutti gli altri eletti nel XV hanno poi aderito al ‘Blog delle Stelle’ che è altro soggetto politico. Dovrebbero essere loro quindi a uscire dal gruppo!”.
Blog delle Stelle che proprio nelle ultime ore ha chiesto ai suoi iscritti “Segnalateci chi viola i principi del Movimento“: la denuncia dei comportamenti “non in regola” dovrà avvenire attraverso la piattaforma Rousseau e a decidere le sanzioni sarà il collegio dei probiviri. Sarà sulla scia di questo appello che la ‘Giordana Bruno’ del XV è stata intanto sfrattata dal Gruppo?
Claudio Cafasso
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In realtà, non avendo aderito al nuovo statuto del Movimento 5 Stelle non è, di fatto, più iscritta. Il suo passaggio al gruppo misto mi sembra una conseguenza logica che avrebbe dovuto fare lei per prima.
Ma quale nuovo statuto?! Non ha aderito alla nuova associazione autocratica per rimanere fedele ai principi del Non Statuto e al Movimento 5 Stelle originario. Non facciamo confusione
Non conosco lo specifico… certo che stigmatizzare “posizioni politiche personali in assenza di preventiva condivisione” da parte di un “partito” che non fa congressi e riceve la linea politica dalla Casaleggio Associati mi pare davvero surreale.
Una vera consigliera operativa a livello territoriale , questo è il fastidio
Come cittadina, esprimo il mio apprezzamento per la Consigliera Petruzzi, che si è sempre interessata ai problemi che ho portato in Consiglio e in Commissione.
Tutta la mia solidarietà e piena condivisione per il suo suo operato alla consigliera Luisa Petruzzi.
Colpevole di aver tenuto fede al mandato ricevuto dagli elettori e di essersi adoperata sul territorio,
per il territorio, differentemente dal resto dei componenti del gruppo M5S che hanno abiurato ai valori fondanti del Movimento.
Purtroppo non è l’unica vittima dell’inquisizione e dell’epurazione messe in atto da un gruppo autoproclamatosi vertice che ha ripetutamente plasmato statuto e regolamenti senza condivisione alcuna, ad uso e consumo del “cerchio magico”.
Questi sono completamente delegittimati a livello umano ancor prima che politico.
Piena solidarietà a Luisa Petruzzi, fedele ai principi del movimento che l’ha scelta come consigliere.