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    Specchio delle nostre brame… come siamo brutti!

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    Siamo davvero un popolo strano, contestiamo tutto e tutti, siamo i “bastian contrario” di azioni, cose e discorsi, un po’ come quei ragazzi del ’68, pronti a far barricate e a spintoni per idee più o meno giuste, non sta a noi sentenziare.

    Solo che a differenza dei “sessantottini”, che per lo meno ebbero il coraggio di scendere in piazza, ci “svegliamo” dal torpore esclusivamente davanti a un pc e ci trasformiamo nei cosiddetti “leoni da tastiera”, stando ben attenti nel restare quasi anonimi.

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    Dichiariamo guerra per esempio alle multinazionali, perché – diciamo in coro – accumulano denaro, e “noi siamo contro le multinazionali” perché non sopportiamo il capitalismo, o qualche menata del genere che generalmente ci è stata inculcata dall’amico “so tutto io”.

    Però nel “condannare” non calcoliamo che senza aziende come – citiamo un paio d’esempi – Ikea, Mc’Donald e compagnia cantante, i nostri figli resterebbero a casa, a scaldare la poltrona del nonno. Il lavoro, siamo schietti, lo offrono loro. E la “Coca-cola”? Eh? La “Coca cola” dove la mettiamo? Guai avvicinarla alla tavola, è elemento del “capitalismo amerikano”, ma poi aspettiamo come una manna dal cielo lo spot di Natale, “perché gli spot della cocacola sono quelli che ti fanno vivere l’atmosfera natalizia”. E magari la beviamo di nascosto.

    Le grandi aziende ci infastidiscono, non ci stiamo al fatto che qualcuno possa aver avuto l’idea giusta per far soldi. Ma noi no, noi no! Noi, italiani medi – e nessuno si senta offeso – siamo fatti così. Dobbiamo dire “no!” anche solo per partito preso. Perché siamo fatti così, con lo stampino. Perché diamo consigli utili, tipo “bisogna salvaguardare le botteghe di una volta e il piccolo commerciante”, ma poi facciamo la fila per entrare nei centri commerciali.

    Mamma mia, come siamo diventati brutti… Ultima annotazione, a proposito del lavoro. Siamo in Italia, siamo nazionalisti convinti, giusto? Contestiamo i francesismi e la terminologia anglosassone, giusto? Eppure, a scorrere le offerte, le aziende italiane cercano “quality and accreditation officer”, “brand ambassador”, “assistant team manager”, “media relation specialist”, “sales assistant” e “career services officer”. Pensate… a ricercare queste figure, non sono certo le multinazionali del capitalismo. Ma piccole realtà italiane. Si, si… siamo davvero brutti!

    Massimiliano Morelli

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