Domenica 13 maggio il Messaggero ha pubblicato nella Cronaca di Roma un piacevole articolo dove un noto scrittore e sceneggiatore che da anni abita a Piazza Mancini dice: “ L’adoro, la sua vastità mi ricorda le piazze parigine, con il circolo sportivo, la pista del ghiaccio, le comunità di immigrati che si ritrovano nella parte più verde e offrono una nota di colore non facile da trovare altrove, i peruviani che cucinano un pollo incredibile..”.
A parte il fatto che la pista del ghiaccio è chiusa e in stato di abbandono da anni, noi abbiamo un ricordo un po’ diverso di Parigi e di Piazza Mancini; certo, la piacevolezza di dimorare in un luogo è legata a tanti fattori molti dei quali soggettivi, resta pero il fatto che ci è sembrato un paragone ardito e così, attraversando Ponte Duca d’Aosta, siamo andati a rinfrescarci la memoria al di là del Tevere.
Piazza Mancini, nel quartiere Flaminio, è una grandissima piazza su cui affacciano bei palazzi degli anni trenta e sessanta; tempo fa il suo naturale sbocco sul lungotevere è stato chiuso e nella piazza realizzato un parcheggio, un giardino pubblico e infine una vasta area sosta per i bus. Qui ogni giorno si ritrovano dozzine di extracomunitari che giocano a carte, bevono, cucinano e consumano i pasti.
Arrivando in Piazza Mancini quello che si avverte di primo acchitto è un senso di degrado e abbandono forse per quelle centinaia di bottiglie di birra vuote sparse in ogni dove: nelle aiuole, sui marciapiedi, accanto alle fontanelle. Sono i resti di chi si reca la domenica allo stadio o di chi bivacca nella piazza (qualcuno in preda ai fumi dell’alcol).
Il giardino, la parte più verde, è una foresta con l’erba altissima e cumuli di rami e sterpaglie secche; anche i rifiuti sono tantissimi. Da un pannello del II Municipio veniamo a sapere che da dicembre 2017 sono in corso i lavori di manutenzione (?) che dovrebbero terminare il 1 giugno: importo 125.000 Euro. A giudicare dallo stato in cui si trovano i giardini sarà impossibile ultimare la manutenzione alla data indicata.
Il parcheggio si trova nelle medesime condizioni: erbacce, grandi cespugli, cardi alti un paio di metri e poi montagne di rifiuti, bottiglie vuote, cartoni di vino, avanzi di cibo… il container posto in un angolo è in stato di completo abbandono, ricoperto di scritte; lo stesso per i gabinetti a pagamento. Le numerose fontanelle sparse per la piazza (hanno invece del “nasone” la testa di lupo in ottone introdotta negli anni ’60) sono luride e ricoperte di un viscido muschio.
Non c’è proprio niente “dell’aria di quartiere” e meno che mai c’è la signorilità di una grande piazza parigina. Piazza Mancini è una piazza sporca e trascurata, caotica, con gli asfalti sbriciolati e i marciapiedi fatti a pezzi.
Neppure le strutture del MAXXI rendono meno lieve questo degrado (d’altra parte anche il noto scrittore-sceneggiatore lo definisce “un corpo estraneo”).
La situazione non migliora certo nel piazzale dei bus o lungo il perimetro degli impianti sportivi: sporcizia ed erbacce. Ci siamo spostati verso Ponte Duca d’Aosta per “scendere sul greto e fare due passi” ma ovviamente non è possibile almeno sulla riva sinistra perché la vegetazione impedisce di passare e poi il degrado è talmente diffuso che si potrebbe passare solo con uno scafandro.
Alla fine della nostra passeggiata dobbiamo concludere che Piazza Mancini non ha proprio nulla (almeno per noi) della serenità e allegria di una piazza parigina; forse potrebbe essere paragonata a una delle tante caotiche periferie del Cairo. Su di una cosa però siamo in perfetta sintonia con il nostro scrittore-sceneggiatore: “..nonostante Roma trasmetta di continuo questa sensazione di decadenza, di un lunghissimo estenuante tramonto che non finirà mai, resta ancora un buon posto per essere felici”.
Per noi la felicità è quel bellissimo Tasso (Taxus baccata) che cresce rigoglioso in un angolo del giardino: forse l’unica cosa veramente bella di Piazza Mancini.
Francesco Gargaglia
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Non si può sistemare Roma con pochi spiccioli. Nelle ultime due manovre del rio e soci hanno varato opere per 132 miliardi. 80 milioni per un ponte a servizio dello stadio, soldi per la solita metro. immagino ben poco per la manutenzione straordinaria di roma..che, per altro, necessita di un flusso costante straordinario. altrimenti staremo sempre a parlare del degrado locale, mentre milano ed altre città luccicano. nè le olimpiadi avrebbe portato un gran giovamento generale. cordialità